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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 04 DICEMBRE 2024

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Nuova fatica letteraria per la scrittrice Caterina Sorbara "Il Segreto delle Pietre" è il nuovo libro della collaboratrice di Approdonews

Nuova fatica letteraria per la scrittrice Caterina Sorbara "Il Segreto delle Pietre" è il nuovo libro della collaboratrice di Approdonews
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La scrittrice  di Rizziconi, Caterina Sorbara, nostra collaboratrice, ha dato alla luce la sua sesta  fatica letteraria: “Il Segreto delle Pietre” (Città del Sole Edizioni). Una piccola perla preziosa che, ha portato l’autrice a ripercorrere la vita di una giovane donna, Ester Maria Orsi, stilista newyorkese, figlia di emigrati calabresi. Una donna di successo, affermata, apparentemente destinata ad amori impossibili, dopo il lavoro e le sfilate, l’unica sua fedele compagna è la solitudine. Una solitudine che la porta alla ricerca di sé stessa e delle proprie origini.

La storia abbraccia epoche diverse e diverse location: New York, Vancouver, il Quebec, la Piana di Gioia Tauro, Locri e infine Crotone. Sullo sfondo il fumo dei piroscafi e il dramma dell’emigrazione italiana. Paesi della Calabria che si svuotavano, affetti abbandonati, il dramma dell’addio al focolare e poi l’arrivo “a Merica”. I sacrifici, le umiliazioni, una nuova vita, migliore, dove tutto cambia, persino il Natale. Non più il profumo del muschio raccolto negli uliveti pianigiani, né il sapore delle zeppole, ma il tacchino ripieno, con contorno di patate e salsa di mirtilli e  in seguito le luci del Rockefeller Center.

Nonostante tutto “a Merica”, non  lenisce la nostalgia delle origini; tutto rimane nascosto nel profondo del cuore:gli uliveti, le tradizioni, le feste, le credenze popolari,i profumi, i sapori. Anche a Vancouver la nonna “toglieva il malocchio”. Ester grazie all’aiuto del dott. Enzo Zirino  che, attraverso sedute di ipnosi l’aiuta a  ripercorre un viaggio a ritroso nel tempo nella terra natia dei genitori. Ed ecco la Piana di Gioia Tauro tra la fine del  il 1700 e il 1800, quando gli amalfiani e i genovesi si trasferirono nella Piana, attratti dal fiorente commercio. Era un via vai continuo di merci che giungevano a gioia su grandi velieri, per poi venire scaricati nei silos costruiti alla marina.

I commercianti acquistavano per proprio conto o per quello dei commercianti della Piana. I frutti della terra, soprattutto olio, vino e grano, giungevano sulla costa gioiese trasportati su robusti muli per poi essere conservati in grandi botti che, accuratamente chiuse, venivano caricate su bastimenti.

Le mete di quei velieri erano Messina, Marsiglia, Nizza ma anche Russia e Inghilterra. Il commercio con gioia rivestiva una grande importanza economica,tanto da indurre molti paesi ad aprire sedi consolari nella cittadina tirrenica. Stati Uniti, Inghilterra, Brasile, Svezia, Spagna, Norvegia, Francia e Germania avevano propri rappresentanti dislocati a Gioia Tauro. E poi ancora indietro a Locri Ephizefiri, importante e incantevole colonia greca, il culto per la dea Afrodite, le  pinakes, bellissime tavolette votive. I tramonti e le albe sul Mar Ionio.

La magia di Palazzo Capogreco a Contrada Moschetta, dove  ancora di notte si odono in lontananza gli inni ad Afrodite e alle nari arriva prepotente un dolce profumo che sa d’Incenso, di rose, di mirto, di ginestra, di oleandro, di mare, di eternità. Subito dopo Crotone, il culto  Hera, la più grande tra tutti gli dei, la dea per eccellenza, sorella e moglie di Xeus e madre di altri dei come Ares, Hebe, Prometeo, Hekate, Ephaistos. Il tempio di Hera a Crotone era il Santuario principale della polis crotonese. Precisamente era il luogo di culto a cui faceva riferimento la maggior parte delle polis della Magna Grecia. Ma al di sopra di tutto l’Amore, questa alchemica parola, senza la quale non avrebbe senso vivere. Ester, Violetta e Nemerte, amano al di sopra di tutto e tutti, donne determinate e passionali.  Donne che amano fino e oltre la morte. Un amore che nel libro attraversa gli oceani del tempo senza mai mutare o venire meno. Nel libro si evince l’amore e il senso di appartenenza che la scrittrice sente per la  Calabria, in particolare per  la Piana di Gioia Tauro.

Il palazzo dei Salaparuta, altri non è che il Palazzo Acton di Cannavà di Rizziconi  e poi Villa Sant’Antonio, meglio conosciuta come  Villa Cordopatri. L’anima di Ester, è l’anima stessa del Sud. Ester dice: ”Nelle mie vene scorre la cultura greca e se il nostro corpo è fatto di acqua, è l’acqua del petrace che mi fluisce dentro”. E poi ancora: ”Sono così perché  i miei genitori sono figli di calabresi”.

Una Calabria che la scrittrice definisce: ”maledettamente bella e maledettamente ricca di contraddizioni, dove le parole molte volte non servono,basta uno sguardo, diretto e sincero, e non servono i ruoli sociali, la “posizione” a misurare il grado di un uomo. Una terra fiera e selvaggia,capace di darti molto amore molto dolore al tempo stesso, che porti impressa nell’anima, fin dalla nascita, scolpita nel fuoco della saggezza millenaria delle sue montagne, nell’incanto delle sue albe e dei suoi tramonti, nella freschezza delle sue acque”.