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TAURIANOVA (RC), VENERDì 24 GENNAIO 2025

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Nuova intimidazione alla cooperativa Valle del Marro Tagliati i tubi di irrigazione di una piantagione di kiwi. Sul caso indagano i Carabinieri

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GIOIA TAURO – Sesta intimidazione in una sola settimana alla cooperativa Valle del Marro, a Gioia Tauro. Ignoti, dopo avere forzato il cancello d’ingresso, hanno tagliato i tubi di irrigazione di una piantagione di kiwi, da poco avviata su un terreno confiscato alla cosca di ‘ndrangheta Molè-Speranza. I criminali hanno anche rubato gli impianti elettrici, le pompe idrauliche ed il dissabbiatore. Nei giorni scorsi la cooperativa aveva subito altri furti di attrezzature e danneggiamenti tra cui un incendio di ulivi secolari a San Procopio. Il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari ha convocato per le 12 una riunione straordinaria del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica cui parteciperà anche il presidente della coop, Domenico Fazzari. Sul caso indagano i Carabinieri.

L’ennesima intimidazione alle terre che fanno riferimento alla coop Valle del Marro è coincisa con la vista del segretario generale della Cgil Susanna Camusso al centro polifunzionale Don Pino Puglisi, il bene confiscato ad un clan, per un convegno su lavoro e legalità e immediata è stata la solidarietà del leader del sindacato. «Alla cooperativa Valle del Marro va la mia personale solidarietà e quella di tutta la Cgil. Il loro lavoro è di straordinaria importanza per tutto il territorio e per il significato che ha. È la dimostrazione che si può lavorare in modo trasparente e legale, produrre con qualità e fare del territorio circostante un punto di eccellenza. Penso sia importante dare alla cooperativa un segno visibile e un sostegno concreto aderendo alla campagna di legalità che hanno avviato. La Cgil è e sarà con loro contro qualsiasi intimidazione».

Anche da dal presidente della giunta regionale Mario Oliverio massima vicinanza per quello che è avvenuto.  « ancora atti vili di intimidazione e boicottaggio – dice il governatore – Evidentemente l’azione produttiva dei ragazzi, guidati da don Pino Demasi, costituisce un serio pericolo per la ‘ndrangheta, anche al di là della privazione della proprietà delle terre». «La cooperativa, infatti, anche sul piano culturale – prosegue Oliverio – è la dimostrazione concreta che è possibile produrre e svilupparsi nella legalità,nel cuore di luoghi storicamente considerati inaccessibili».