Nuovo messaggio dell’ex pentito Lo Giudice ma per Cafiero De Raho “potrebbe essere una macchinazione per screditarlo”
redazione | Il 24, Ago 2013
Un plico con un filmato e un memoriale è stato fatto recapitare ad un avvocato dall’uomo che si è allontanato dal programma di protezione dopo essersi autoaccusato delle bombe di Reggio. Nel testo si torna a ritrattare la confessione e a rivolgere accuse contro le persone che erano ai vertici della procura reggina. Il procuratore di Reggio Calabria prudente afferma: «La ‘ndrangheta ha ramificazioni potenti e il vero problema è l’inquinamento della giustizia» e rassicura: «Se si consegnerà tutelerò la sua incolumità»
Nuovo messaggio dell’ex pentito Lo Giudice ma per Cafiero De Raho “potrebbe essere una macchinazione per screditarlo”
Un plico con un filmato e un memoriale è stato fatto recapitare ad un avvocato dall’uomo che si è allontanato dal programma di protezione dopo essersi autoaccusato delle bombe di Reggio. Nel testo si torna a ritrattare la confessione e a rivolgere accuse contro le persone che erano ai vertici della procura reggina. Il procuratore di Reggio Calabria prudente afferma: «La ‘ndrangheta ha ramificazioni potenti e il vero problema è l’inquinamento della giustizia» e rassicura: «Se si consegnerà tutelerò la sua incolumità»
REGGIO CALABRIA – L’ex pentito Antonino Lo Giudice ha divulgato un nuovo memoriale in cui ritratta le accuse e ribadisce di essere stato costretto ad accusare persone innocenti su pressioni di magistrati e investigatori. Il plico è stato fatto trovare nello studio dell’avvocato Giuseppe Nardo a Reggio Calabria insieme a file audio e video. Il penalista difende Antonio Cortese, a giudizio a Catanzaro per le bombe esplose alla procura generale della città dello Stretto il 3 gennaio 2010 e sotto l’abitazione del pg Salvatore Di Landro qualche mese più tardi, il 26 agosto. Lo Giudice scagiona il presunto autore materiale dell’attentato sostenendo che proprio in questa ultima occasione il pentito e Cortese si trovavano insieme a mangiare una pizza.
Lo Giudice, personaggio controverso si era anche collegato a diversi episodi di ‘ndrangheta avvenuti nel reggino. Ora nei suoi messaggi ribadisce la fine della sua collaborazione e la ritrattazione di tutte le accuse mosse sino a quel momento, comprese quelle sulle bombe del 2010 a Reggio Calabria, sostenendo di essere stato “manovrato” dalla Dda di Reggio Calabria e facendo i nomi dell’ex procuratore Giuseppe Pignatone, adesso a Roma, dell’aggiunto Michele Prestipino, del pm Beatrice Ronchi e dell’ex capo della Mobile Renato Cortese, che oggi dirige la Squadra mobile di Roma. L’ex pentito afferma anche di sentirsi a rischio e di essere indeciso se consegnarsi all’attuale procuratore capo di Reggio Calabria, Cafiero de Raho.
Per le bombe di Reggio, Nino Lo Giudice è stato condannato anche in Appello anche dopo il clamoroso gesto che ha portato alla sua scomparsa. Un primo memoriale dell’ex pentito era già stato diffuso e aveva causato un terremoto giudiziario rallentando i processi che facevano riferimento alle precedenti deposizioni.
Il procuratore ha dubbi sul memoriale: «Potrebbe essere una macchinazione per screditarlo»
REGGIO CALABRIA – Il procuratore di Reggio Calabria non esclude che ci possa essere una macchinazione dietro al nuovo memoriale con il quale l’ex pentito Nino Lo Giudice torna ad accusare il magistrati reggini e in particolare i precedenti vertici della procura di averlo “manovrato”.
«Ci sono dei dubbi» ha detto all’Ansa Federico Cafiero De Raho, aggiungendo che «il fatto che ci sia un video di per se non è dimostrativo della genuinità di ciò che dice. In Calabria ci sono state macchinazioni talvolta orribili. E’ tutto da approfondire. Si tratta di capire se la provenienza del materiale è sua o se dietro c’è una macchinazione per scardinare le accuse mosse in precedenza. La ‘ndrangheta – ha aggiunto il procuratore – ha una forza e ramificazioni notevoli rispetto alle quali occorre operare con grande fermezza e rigore. L’inquinamento ambientale è il vero problema».
Se l’ex pentito Antonino Lo Giudice si costituirà “sarà mia personale cura garantirgli l’incolumità”. A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, dopo l’invio di un nuovo memoriale del boss ex pentito Lo Giudice nel quale, tra l’altro, afferma di essersi allontanato dalla località protetta perchè si sentiva in pericolo di vita.L’ex pentito, inoltre, afferma di essere indeciso se consegnarsi nelle mani del procuratore Cafiero De Raho, indicando comunque i nomi dei suoi nuovi avvocati.”Il memoriale – ha detto il procuratore di Reggio Calabria – ha tanti destinatari. La Procura svolgerà i dovuti accertamenti. Il fatto che abbia indicato i nomi dei suoi nuovi difensori ci fa pensare a una strategia ampia. E’ chiaro che è tutto da verificare. Certo, finchè è lontano è più complesso capire la genuinità della firma e se la provenienza è certa”. Se l’ex pentito Antonino Lo Giudice si costituirà «sarà mia personale cura garantirgli l’incolumità» ha poi precisato Cafiero De Raho, alla luce delle dichiarazioni con le quali l’ex pentito afferma di essersi allontanato dalla località protetta perchè si sentiva in pericolo di vita e di essere indeciso se consegnarsi nelle mani dei nuovi vertici della magistratura reggina. «Il memoriale – ha detto il procuratore di Reggio Calabria – ha tanti destinatari. La Procura svolgerà i dovuti accertamenti. Il fatto che abbia indicato i nomi dei suoi nuovi difensori ci fa pensare a una strategia ampia. E’ chiaro che è tutto da verificare. Certo, finchè è lontano è più complesso capire la genuinità della firma e se la provenienza è certa».