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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 28 GENNAIO 2025

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Nuovo viaggio nell’unificazione di Radicena e Jatrinoli Il sociologo Mimmo Petullà focalizza l'attenzione sulle pratiche inclusive delle periferie di Taurianova

Nuovo viaggio nell’unificazione di Radicena e Jatrinoli Il sociologo Mimmo Petullà focalizza l'attenzione sulle pratiche inclusive delle periferie di Taurianova
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di Mimmo Petullà

Ogni eventuale percorso di costruzione delle pratiche commemorative, riguardante il Regio Decreto Legge riunente Radicena e Iatrinoli in un unico comune, sarebbe impensabile se al centro dell’attenzione non riportasse – tra l’altro – la complessa questione delle frazioni. Inefficace risulterebbe finanche l’individuazione e la promozione degli aspetti considerati più significativi, se i contenuti della memoria – che s’intendessero proporre quale comunitario oggetto di studio – non restituissero una delle fondamentali e fedeli immagini del passato e del presente, raffigurata proprio dalle aree urbane più periferiche. L’adozione di tale prospettiva consente di cogliere l’effetto di divisione – se non di vera e propria frattura – che su di esse ha continuato a insistere anche dopo l’evento del millenovecentoventotto. Bisogna infatti ammettere che, in modo particolare per le frazioni, la variabile rappresentata dalla distanza fisica – rispetto alla parte centrale della città – si è tradotta nel consolidamento di visibili disuguaglianze di natura sociale ed economica.

Dal canto loro, le traiettorie dello sviluppo che hanno contrassegnato certi provvedimenti di politica urbana, nel successivo e lungo periodo dello svolgimento di riordino territoriale, hanno sottratto queste zone a una pianificata sistematicità dell’intervento pubblico, dunque al senso della comunità, trasformandole in vere e proprie appendici – non raramente indicate con accezioni negative – caratterizzate da una vita essenzialmente localista e costruita su dinamiche relazionali tendenzialmente anonime. Un processo d’inesorabile impoverimento, questo, il cui epilogo è stato quello di pervenire a forme pressoché istituzionalizzate di marginalizzazione urbana, che hanno scoraggiato l’esperienza abitativa da ogni riferimento – visivo e simbolico – alla città, lasciando al contempo intendere che a Taurianova la spaccatura tra il centro e la periferia non rappresenta unicamente una problematica concernente la dimensione urbanistica, ma pone ineludibili e articolati interrogativi anche sul versante più ampiamente democratico e culturale.

La decisiva e svalorizzante fisionomia delle frazioni, tuttavia, si è registrata nel momento in cui esse sono state defraudate dei riferimenti alla propria storia e alle proprie tradizioni, dunque deprivate della potenziante conoscenza delle vitali radici, di prioritario e assoluto rilievo – basti pensare, ad esempio, all’operosa comunità di San Martino – anche per la rappresentazione identitaria di Taurianova. Il modo con cui tale legame di appartenenza è stato essenzialmente mortificato e assorbito – fino a essere quasi del tutto rimosso dall’agenda dei variegati percorsi amministrativi – lascia cogliere l’insufficienza della politica nel riconoscere e custodire memorie e valori simbolici, senz’altro fondamentali per attribuire senso al rapporto che congiunge la popolazione al suo territorio. Sembra in ogni caso si assista, oggi, a una maggiore disposizione di ascolto nei confronti delle frazioni e delle contrade, che si lascia cogliere in una più appropriata attenzione alla riqualificante trasformazione dei sunnominati territori. Si tratta di un avvio che potrebbe essere ulteriormente intensificato, magari sperimentando – come prioritario punto d’incontro e di sintesi – una concezione collaborativa, attraverso la stabile promozione di strumenti di partecipazione democratica, volti a incoraggiare il cittadino di riferimento a diventare attore attivo e responsabile, coinvolto nell’individuazione e nella soluzione delle problematiche.

L’auspicio, appunto per questo, è che l’evento commemorativo dell’unificazione di Radicena e di Iatrinoli contribuisca a favorire la diffusione di rinnovate strategie e pratiche inclusive, nel tentativo di collocare al centro delle scelte decisionali le istanze che impattano sui vissuti e sulle criticità di tutte le periferie, di cui vanno incentivate le non sottovalutabili capacità produttive e socio – relazionali.