Obama: “Decisione dura, ora eliminare al Qaida”
redazione | Il 09, Mag 2011
“I 40 minuti del blitz i più lunghi della mia vita. La sua morte non mi ha tolto il sonno, la meritava”
Obama: “Decisione dura, ora eliminare al Qaida”
“I 40 minuti del blitz i più lunghi della mia vita. La sua morte non mi ha tolto il sonno, la meritava”
(ANSA) NEW YORK – Il raid che ha portato all’uccisione di Osama bin Laden è stata, per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, “una delle decisioni più difficili” da comandante in capo ma, dopo la sua morte, gli Usa vogliono infliggere il “colpo di grazia” ad al-Qaida. Obama, in un’intervista a ’60 minutes’ della Cbs ripercorre la settimana che ha preceduto l’attacco al compound di quello che era considerato il terrorista più ricercato della terra, e promette di proseguire su questa strada. Una decisione difficile, quella di uccidere bin Laden, che ha rappresentato, però, anche “uno dei momenti di maggiore soddisfazione della mia presidenza”, con la cattura di un uomo che “ha eluso la giustizia per anni”. Obama ha visto le foto di Osama bin Laden. “Non c’era dubbio che fosse lui. Non c’é dubbio che bin laden sia stato ucciso. Ci siamo presi maggiore cura noi del suo corpo di quanto non abbia fatto lui” uccidendo oltre 3.000 persone. La decisione di sferrare l’attacco finale era sconosciuta alla maggior parte degli consiglieri della Casa Bianca e anche alla “mia famiglia”: “pochi ne erano a conoscenza. La maggioranza della Casa Bianca non lo sapeva”. La decisione, che ha “portato ai 40 minuti più lunghi della mia vita, eccetto quando Sasha è stata male e aspettavo che i medici mi dicessero che era tutto a posto”, è stata presa da Obama “giovedì e comunicata il venerdi”, dopo aver valutato che le possibilità di prendere bin Laden erano superiori ai rischi. La domenica mattina dell’ azione Obama ha giocato a golf, in attesa che facesse notte in Pakistan. “C’era tensione nella Situation Room, si parlava ma si ascoltava anche molto. Non sapevamo cosa accadesse nel compound” ha osservato Obama, il quale, nell’apprendere la notizia che “Geronimo” (il nome usato per indicare bin Laden) era stato ucciso, si è sentito “sollevato; volevo solo – ha detto – che i nostri ragazzi rientrassero e atterrassero sani e salvi”. “La morte di bin Laden – ha aggiunto Obama – non mi ha tolto il sonno: ha ucciso sul suolo americano e ha meritato quello che ha avuto”.
OSAMA DAL WEB TORNA A MINACCIARE L’AMERICA – Il fantasma di Osama Bin Laden torna a minacciare l’America con un messaggio audio registrato prima della sua morte e rimbalzato oggi(ieri, ndr) nel web, simbolicamente nello stesso giorno in cui Washington avverte che al Qaida non é “strategicamente sconfitta”. “Non ci sarà sicurezza negli Stati Uniti senza che sarà garantita sicurezza in Palestina”, è la minaccia dello sceicco del terrore, e “i nostri attacchi contro di voi proseguiranno finché proseguirà il vostro sostegno a Israele”. “E’ ingiusto – tuona bin Laden nell’audiomessaggio rivolgendosi agli americani – che voi viviate in pace mentre i nostri fratelli a Gaza vivono nell’angoscia. Per questo, se dio vuole, i nostri attacchi contro di voi proseguiranno finché proseguirà il vostro sostegno ad Israele”. Non si sa quando il messaggio sia stato effettivamente registrato, ma comunque la sua breve durata porterebbe ad escludere che sia questo il ‘testamento’ dello sceicco preannunciato da Al Qaida quando ne ha ammesso la morte. Testamento che doveva essere dedicato alle rivolte che stanno scuotendo il mondo arabo e alle quali oggi (ieri, ndr) invece ha fatto riferimento un altro messaggio diffuso da Al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi), secondo il quale proprio le sollevazioni sarebbero “una vittoria di Al Qaida”. Ad Abbottabad intanto, vicino il compound dove Osama è stato scovato e ucciso,oggi (ieri, ndr) si sono udite due forti esplosioni. Che però, ha fatto sapere in serata un poliziotto pachistano, non riguardavano il covo usato per anni dal capo di Al Qaida. Sulla rete di sostegno a Osama, il presidente Barack Obama ha chiesto al Pakistan di indagare. “Non ci sono prove che il Pakistan sapesse” ma bisogna fare luce, ha smorzato i toni il consigliere alla sicurezza nazionale Tom Donilon. L’uccisione di Osama è stato un duro colpo ma, ha ammesso Donilon, l’organizzazione terroristica, “non è strategicamente sconfitta” e resta “una minaccia per gli Stati Uniti”. Ora la caccia punta a Ayman al Zawahri, considerato da molti il successore naturale di bin Laden, che comunque, secondo gli americani, è “lungi dall’essere un capo” come lo è stato lui anche se è diventato ora il “terrorista più ricercato al mondo”. “Riteniamo che ci sia stata una rete di sostegno per bin Laden all’interno del Pakistan. Ma non sappiamo chi – ha affermato Obama – né cosa facesse questa rete. Non sappiamo se comprendesse persone all’interno del governo, persone al di fuori del governo e questo è qualcosa su cui dobbiamo indagare e, più importante, su cui il governo del Pakistan deve indagare”. “Dobbiamo lavorare a stretto contatto con il Pakistan nella lotta al terrorismo. Più terroristi ed estremisti sono stati catturati in Pakistan che in qualsiasi altro posto”, ha osservato Donilon, precisando che gli Stati Uniti vogliono interrogare le tre mogli di bin Laden attualmente sotto la custodia delle autorità del Pakistan, che ne hanno identificato solo una. Si tratta di Amal Ahmed Abdulfattah, la sposa più giovane e colpita durante il raid di una settimana fa. Gli analisti Usa continuano comunque a setacciare il materiale sequestrato: il numero di documenti è così elevato da essere paragonato ad “una piccola biblioteca universitaria”. Si tratta della maggiore quantità di materiale sequestrato ad un singolo terrorista. Una miniera d’oro per la Cia.
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