Oggi alla Camera la mozione di rilancio del Mezzogiorno Ecco l'intervento di Ernesto Magorno (Pd)
La situazione attuale che sta vivendo la Calabria, deve spingere il Governo, che per la prima volta ha dimostrato grande attenzione e interesse per questa Terra , ad accelerare gli interventi già previsti e programmati all’interno di un quadro di sviluppo e di crescita nazionale: è quello che ho chiesto per il Sud e per la Calabria in particolare, nel mio intervento odierno alla Camera sulla Mozione per il rilancio del Mezzogiorno.
Sandro Pertini, nel 1982, in un passaggio del suo discorso di fine anno affermò che : “Il problema del Mezzogiorno non può essere considerato soltanto un problema di quelle regioni: deve essere considerato un problema nazionale se lo si vuole risolvere.”
Oggi, a distanza di anni, in quest’aula, tali parole riecheggiano in tutta la loro straordinaria attualità e non possono non essere prese in considerazione.
Sono parole che dovrebbero scuotere le coscienze e far riflettere soprattutto i componenti meridionali di quei partiti che sono stati alla guida del Paese e che, troppo preoccupati di difendere il proprio“status quo”, per anni hanno consentito a movimenti politici, apertamente antimeridionali, di usare il Sud solo ed esclusivamente come bancomat. E che, oggi, del tutto immemori del loro, discutibile, operato , propinano giudizi, avanzano critiche e considerazioni gratuite sulle presunte colpe dell’attuale Governo.
Un Governo che, puntando su crescita e sviluppo, ha dato un ulteriore segno di sensibilità e attenzione nei confronti del Mezzogiorno.
I numeri parlano chiaro: dopo sette anni di crisi, il Prodotto Interno Lordo del Sud è tornato, finalmente, a crescere. Si tratta solo di uno 0,1 per cento in più. Un dato, sicuramente, ridotto rispetto a quello nazionale ma che rappresenta un primo raggio di luce nel buio in cui il Mezzogiorno era piombato.
È vero, il percorso da fare è ancora lungo, ma la strada è, senza dubbio, quella giusta.
È la strada delle riforme e del cambiamento, un cambiamento che è , anche e soprattutto, cultura e innovazione .
La visita di Renzi a Pompei prima di Natale, il Suo ritorno a Caserta, l’attenzione verso vertenze come l’Ilva o verso emergenze quali la Terra dei Fuochi, dimostrano l’interesse di questo esecutivo e la sua piena consapevolezza che l’Italia non cresce se non cresce il Mezzogiorno.
Investire su Pompei, Caserta, Matera, mettere in rete questi siti, renderli fruibili al pubblico e raggiungibili dal punto di vista infrastrutturale, così come potrebbe avvenire anche per Metaponto, significa investire sul principale asse di sviluppo per il Sud.
Significa investire sul futuro!
Lo stesso vale per la Calabria, una terra dalla storia millenaria, che coincide con quella dell’umanità e dove si respira l’anima di un’antica civiltà che ancora vive in una cultura che è storia e arte.
L’incanto, la suggestione, la bellezza che la natura ha regalato a questa regione, il suo patrimonio storico e culturale con luoghi simbolo della Magna Grecia come Caulonia, Crotone, Sibari, meritano di essere valorizzati.
È evidente che c’è bisogno di un nuovo scenario economico anche per la Calabria.
Lo ha ben capito Renzi, che qui è venuto personalmente e più volte, per programmare un piano di interventi volto a far fronte alle emergenze più gravi. E la visita in Calabria del Presidente Mattarella, per inaugurare a Catanzaro la Cittadella Regionale, il prossimo 29 gennaio, rafforza la certezza di quanto lo Stato abbia nel cuore e nella mente questa regione.
Il Governo, d’altronde, si sta muovendo in modo concreto, anzitutto con la legge di Stabilità che non guarda più alla Calabria come un territorio da assistere: mi riferisco agli Lsu-Lpu, ai forestali, ai fondi per l’agricoltura, alle agevolazioni fiscali per le imprese.
Poi, c’è il Masterplan, che prevede alcuni punti per lo sviluppo, come le dighe, la lotta al dissesto idrogeologico, la bonifica ambientale a partire dal sito di Crotone, come il porto di Gioia Tauro, il più grande terminal del Mediterraneo, sul cui rilancio è l’Italia intera che si gioca una partita importante.
Va colmato, comunque, l’ampio divario tra la straordinarietà delle risorse e la fragilità delle infrastrutture, quali viabilità e trasporti, che impediscono una completa fruizione del territorio.
Intanto, con la Riforma della Portualità, la Calabria e tutto il Sud hanno assunto un ruolo di grande rilievo. Città come Gioia Tauro, Taranto, Bari, Salerno, Cagliari possono far ripartire gli investimenti, rilanciare la logistica, il commercio e il turismo.
Potremmo elencare tante altre risposte date da questo Governo ad attese e emergenze, piccoli tasselli di un mosaico, che si compone, poco a poco, consentendo al Sud di ripartire.
Un Sud che, però, non può ripartire totalmente senza una vera e propria “rivoluzione della legalità” che garantisca vivibilità nelle città ma, soprattutto, che assicuri un modello di sviluppo territoriale, libero da condizionamenti di natura criminale e perciò tale da consentire effettive possibilità di crescita occupazionale, imprenditoriale, sociale e culturale.
Senza legalità non può esserci alcuna svolta economica e produttiva del Sud!
Amministratori, imprenditori, operatori economici, professionisti, cooperative, giornalisti, magistrati, forze dell’ordine, devono essere posti nella condizione di poter svolgere le proprie funzioni nella più assoluta libertà.
Legalità, cultura, lavoro, formazione, sanità, infrastrutture e servizi pubblici essenziali: sono queste le priorità che devono accompagnare le misure che il Governo intende mettere in atto per il Sud.
Attendiamo che il Masterplan per il Mezzogiorno venga definito operativamente, territorio per territorio. Il Governo e le Regioni ci stanno lavorando. È un’enorme opportunità per tutto il Sud che non possiamo permettere che vada sprecata.
Il Pd ha una grande responsabilità, di fronte all’irresponsabilità di chi fa prevalere gli egoismi e gli interessi di parte, di chi alimenta illusioni pericolose ma, alla prova dei fatti, non sa amministrare, di chi nel perorare il manicheismo tra bene e male, poi, si accorge di essere come gli altri, se non peggio, come dimostra il caso di Quarto.
La nostra mozione parte dall’azione riformatrice del Governo che sollecitiamo a proseguire in questo lavoro complicato, faticoso e pieno di ostacoli.
Ci sono 20 milioni di cittadini che devono tornare ad essere protagonisti della vita di questo Paese e intendono farlo partendo dal Sud.
“Un uomo fa quello che è suo dovere fare”, diceva Kennedy e se, come ci ricordava Renzi nell’ultima Direzione Nazionale del PD, “la politica fa il proprio mestiere, le cose si fanno.”
Noi, abbiamo il merito e lo rivendichiamo di aver restituito al Mezzogiorno credibilità e centralità e,con gli impegni che andiamo ad assumere in quest’aula, continueremo nel nostro cammino di rinnovamento, di crescita e di sviluppo.