“Come scrittrice, giornalista e donna calabrese, non posso tacere, di fronte alla morte del grande scrittore e uomo”
Oggi i funerali di Saverio Strati, il ricordo di Caterina Sorbara
“Come scrittrice, giornalista e donna calabrese, non posso tacere, di fronte alla morte del grande scrittore e uomo”
Come scrittrice, giornalista e donna calabrese, non posso tacere, di fronte alla morte del grande scrittore e uomo, Saverio Strati.
Figlio di questa terra, maledettamente bella, ma anche, maledettamente ricca di mille contraddizioni.
Strati, è morto in una clinica in Toscana, lontano dalla Calabria, così come Corrado Alvaro e molti professionisti e uomini di cultura calabresi.
Lontano dal mare, infinita distesa d’azzurro, dai monti, dove di notte i lupi ululano alla luna, lontano dall’aria, intrisa dal magico profumo di zagara e gelsomini, lontano dai tramonti , ammalianti, seducenti , ma intessuti di lacrime e dolore.
In un’intervista Strati aveva dichiarato che, quando era arrivato a Firenze, andava sul Ponte vecchio a guardare il fiume e, guardandolo piangeva pensando al mare calabrese.
Aveva anche detto che, lui la Calabria se la portava dentro e che sentiva sempre il cielo della Calabria sopra di lui.
Ma la Calabria non ha saputo apprezzare, coccolare, difendere e custodire, questo suo illustre figlio.
Un figlio considerato, un grande scrittore europeo, sebbene lui si sentisse uno scrittore mediterraneo.
Moltissimi i suoi lavori, tra i quali ricordiamo: “La marchesina”, “La Teda”, “Tibi e Tascia”, “Noi Lazzaroni”,”Il nodo”,”Gente in viaggio”, “Il selvaggio di Santa Venere”, “I cari parenti”, “La conca degli aranci”, “L’uomo in fondo al pozzo”.
Ha lasciato, inoltre, tra inediti e il diario della sua vita, circa 5000 pagine.
I suoi romanzi sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, bulgaro, slovacco e spagnolo.
Molti suoi racconti sono apparsi anche su riviste cinesi e in antologie in Germania, Cecoslovacchia, in Olanda e in Cina.
Purtroppo, in Calabria c’è molta invidia, cercano sempre di sminuirti e appena possibile, fanno di tutto per ostacolarti.
Sono poi pronti a invitare , apprezzare e premiare scrittori di altre regioni che, della Calabria non sanno niente e non gliene importa niente.
Scendono si prendono i premi e magari quando tornano a casa, sono i primi a chiamarci ‘ndranghetisti.
Saverio Strati, aveva chiesto di essere cremato, avrebbe voluto che, la notizia della sua scomparsa, fosse divulgata dopo la cremazione. Ma un fax è partito da Firenze per Sant’Agata del Bianco, suo paese natale e, così nemmeno il suo ultimo desiderio è stato realizzato.
Oggi a Scandicci, si terranno i funerali, nel cimitero di Sant’Antonio, presso la Sala per le cerimonie laiche.
Il sindaco di Scandicci, Simone Gheri, ha affermato che la morte di Strati è una grande perdita.
Adesso che Strati non c’è più, i calabresi si mobiliteranno a organizzare convegni a intitolare questo e quello. Ma a cosa serve?
Mio nonno diceva sempre: “Se mi vuoi apprezzare e rispettare, devi farlo adesso che sono vivo, perché dopo che sarò morto, non mi servirà a niente”.
Sarebbe ora che i “baroni” calabresi lo capissero, perché se non si ha la consapevolezza delle proprie potenzialità, difficilmente in Calabria, si potrà andare avanti e, ci saranno sempre altri artisti e uomini di cultura che, sceglieranno di morire lontano dalla Calabria, con un grande vuoto nel cuore.