OMC, per l’industria la sfida della cattura e stoccaggio della CO2
redazione | Il 30, Set 2021
RAVENNA (ITALPRESS) – L’Italia produce circa 350 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno, di cui circa 80 milioni di tonnellate provengono da attività considerate “energivore” come acciaierie, industrie di ceramiche, cementifici e il comparto della carta. Se ne è parlato a Ravenna nel corso della seconda giornata della Omc – Med Energy Conference and Exhibition 2021. Al centro dell’iniziativa il tema della sostenibilità nel settore dell’energia.
Tra gli obiettivi che la Comunità Europea si pone per il 2030 uno è quello di ridurre del 55%, rispetto al 1990, le emissioni di CO2, per arrivare poi nel 2050 ad essere carbon neutral.
A parlare di CCUS, cioè di cattura, utilizzo e stoccaggio dell’anidride carbonica, e delle scelte di Eni in merito è Luigi Ciarrocchi, CCUS & Forestry (CCUS&F) director del gruppo, che spiega come grazie alle CCS, ovvero “Carbon Capture and Storage” e CCU “Carbon Capture and Utilization”, stanno nascendo nuove strade per la sostenibilità.
“La decarbonizzazione – sottolinea Ciarrocchi – è un tema molto pressante e sappiamo bene che non esiste una sola strada per arrivare agli obiettivi che ci siamo dati per il 2050. E’ necessario perseguire una serie di strumenti e tecnologie per poter raggiungere l’obiettivo: bisogna promuovere e sostenere le energie rinnovabili, assolutamente necessarie, che rappresentano un punto fondamentale. Come è fondamentale l’efficienza energetica, i biocarburanti, i carburanti a basso contenuto carbonico o addirittura senza contenuto carbonico. Tutte queste azioni rientrano nella strategia di Eni”.
E’ necessario utilizzare un approccio globale, che comprenda più soluzioni, continua il direttore Eni, “e tra queste un processo tecnologico importante è la cattura delle emissioni di attività industriali come acciaierie, cementifici, cartiere, aziende ceramiche che vengono dette “hard to abate”. In particolar modo – ha proseguito – per queste emissioni bisogna catturare la CO2 emessa da processi industriali, stoccarla in giacimenti depletati in maniera sicura oppure usarla per produrre materiali di alto pregio e valore che possono poi essere utilizzati, per esempio nell’industria dei cementi. Da emissione dannosa diventa dunque qualcosa di utile e che partecipa al ciclo produttivo, con benefici per l’ambiente”.
Un problema che sempre più va affrontato a livello di tutto il pianeta in quanto, specifica Ciarrocchi, che aggiunge: “Se noi saremo virtuosi, ma ad esempio nazioni come Cina o India non lo saranno, continuando a emettere CO2, gli sforzi fatti saranno vani. Serve dunque un approccio sistemico e globale”.
“Dobbiamo utilizzare tutte le soluzioni, la sostenibilità deve essere ambientale, sociale, economica per non lasciare indietro nessuno”, conclude Ciarrocchi.
La XV edizione di Omc si chiuderà giovedì 30 a Ravenna con una sessione dedicata a “Prospettive della transizione energetica: investimenti necessari per sostenere un Sistema energetico decarbonizzato”.
(ITALPRESS).
Tra gli obiettivi che la Comunità Europea si pone per il 2030 uno è quello di ridurre del 55%, rispetto al 1990, le emissioni di CO2, per arrivare poi nel 2050 ad essere carbon neutral.
A parlare di CCUS, cioè di cattura, utilizzo e stoccaggio dell’anidride carbonica, e delle scelte di Eni in merito è Luigi Ciarrocchi, CCUS & Forestry (CCUS&F) director del gruppo, che spiega come grazie alle CCS, ovvero “Carbon Capture and Storage” e CCU “Carbon Capture and Utilization”, stanno nascendo nuove strade per la sostenibilità.
“La decarbonizzazione – sottolinea Ciarrocchi – è un tema molto pressante e sappiamo bene che non esiste una sola strada per arrivare agli obiettivi che ci siamo dati per il 2050. E’ necessario perseguire una serie di strumenti e tecnologie per poter raggiungere l’obiettivo: bisogna promuovere e sostenere le energie rinnovabili, assolutamente necessarie, che rappresentano un punto fondamentale. Come è fondamentale l’efficienza energetica, i biocarburanti, i carburanti a basso contenuto carbonico o addirittura senza contenuto carbonico. Tutte queste azioni rientrano nella strategia di Eni”.
E’ necessario utilizzare un approccio globale, che comprenda più soluzioni, continua il direttore Eni, “e tra queste un processo tecnologico importante è la cattura delle emissioni di attività industriali come acciaierie, cementifici, cartiere, aziende ceramiche che vengono dette “hard to abate”. In particolar modo – ha proseguito – per queste emissioni bisogna catturare la CO2 emessa da processi industriali, stoccarla in giacimenti depletati in maniera sicura oppure usarla per produrre materiali di alto pregio e valore che possono poi essere utilizzati, per esempio nell’industria dei cementi. Da emissione dannosa diventa dunque qualcosa di utile e che partecipa al ciclo produttivo, con benefici per l’ambiente”.
Un problema che sempre più va affrontato a livello di tutto il pianeta in quanto, specifica Ciarrocchi, che aggiunge: “Se noi saremo virtuosi, ma ad esempio nazioni come Cina o India non lo saranno, continuando a emettere CO2, gli sforzi fatti saranno vani. Serve dunque un approccio sistemico e globale”.
“Dobbiamo utilizzare tutte le soluzioni, la sostenibilità deve essere ambientale, sociale, economica per non lasciare indietro nessuno”, conclude Ciarrocchi.
La XV edizione di Omc si chiuderà giovedì 30 a Ravenna con una sessione dedicata a “Prospettive della transizione energetica: investimenti necessari per sostenere un Sistema energetico decarbonizzato”.
(ITALPRESS).