Omicidio a Cariati, interviene il Consolato della Lettonia Lunedì 13 agosto fissata udienza preliminare dinanzi al Gup di Castrovillari
Il Console di Lettonia ha personalmente incontrato presso la Casa Circondariale di Castrovillari l’Avv. Francesco Nicoletti al quale ha formalmente e ufficialmente chiesto di assumere la difesa di D.M., cittadino lettone, imputato dell’omicidio aggravato dell’ucraino Z.Y., il cui cadavere era stato rinvenuto occultato all’interno del bagagliaio di un’autovettura in quel di Cariati. Per lunedì 13 agosto è fissata l’udienza preliminare dinanzi al Gup del Tribunale di Castrovillari. Intanto, il Console ha fatto pervenire al penalista una missiva con cui gli porge i più sentiti ringraziamenti per l’attività professionale che svolgerà per l’imputato, anche a nome del Console Generale in Roma e del Vice Capo Missione dell’Ambasciata di Lettonia a Roma che curano il collegamento con i competenti Ministeri lettoni.
I FATTI – In data 3 settembre 2017, in località Vascellero di Cariati, i carabinieri rinvengono all’interno del vano portabagagli di un’autovettura Opel Vectra il corpo senza vita di un uomo, avvolto in una coperta, dalla quale esce solo una porzione di piede, successivamente identificato in Z.Y. attraverso il confronto delle impronte digitali post-mortem assunte in sede autoptica. La vittima, raggiunta da un colpo di arma da fuoco e da numerose ferite inferte con un’arma da taglio che gli hanno perforato cuore e polmone destro, risulta soggetto noto alle Forze dell’Ordine poiché indagato per il reato di associazione a delinquere.
Nel corso dell’attività di indagine, grazie anche alle informazioni acquisite da fonti confidenziali, vengono individuate le due utenze telefoniche utilizzate dalla vittima e, attraverso l’analisi dei tabulati, si riesce ad identificare le utenze in uso a soggetti con cui Z.Y. aveva intrattenuto rapporti. Sentite a sommarie informazioni alcune persone che avevano conosciuto la vittima, gli inquirenti delineano anche l’ambito di affari in cui operava. L’elemento più rilevante è, poi, quello fornito dalla coimputata P.L., che in primo momento fa perdere le proprie tracce e che, in seguito all’attivazione di un’utenza telefonica, viene rintracciata nella zona di Corigliano. La donna, che alla vista dei carabinieri mostra inizialmente un momento di sgomento, chiede di essere sentita alla presenza di un interprete, riferendo di aver assistito all’omicidio del proprio compagno e accusando quale autore materiale il cittadino lettone D.M. unitamente ad un altro uomo.
A sostegno della tesi accusatoria vi sono altresì: le immagini estrapolate dalle telecamere installate nell’abitazione della vittima, nelle quali si vede l’autovettura di D.M. che fa da “staffetta” alla Opel Vectra della vittima, con all’interno il cadavere; le risultanze dei tabulati telefonici che evidenziano diversi contatti tra i due; l’attività captativa ambientale da cui sono emersi elementi estremamente rilevanti a carico dell’imputato.