Ucciso e carbonizzato, arrestati una donna e 2 uomini a Vibo Si tratta di un omicidio passionale: la donna non accettava che la vittima volesse troncare la loro relazione e con l'aiuto del figlio e dell'amante lo ha ucciso
Nella mattinata di oggi, mercoledì 30 novembre 2016, il Nucleo Operativo della Compagnia di Serra San Bruno (VV), guidata dal Cap. Mattia LO SCIALE, coadiuvato dal personale delle Stazioni dipendenti e da quello dello Squadrone eliportato “Cacciatori” di Calabria, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di una donna e di due uomini di Acquaro (Vibo Valentia), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di “omicidio” e di “distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere”.
I provvedimenti sono stati emessi a termine delle indagini sull’omicidio, il 21.10.2013 in località Petrignano del comune di Acquaro (VV), di CRICRÌ Giuseppe Damiano, cl.65, operaio di Dinami (VV), incensurato, separato.
Si tratta di: GALLACE Liberata, cl.65, di Acquaro – frazione Piani, casalinga, con precedenti di polizia, coetanea della vittima, ritenuta, allo stato, esecutrice materiale dell’omicidio; CIANCIO Alfonsino, cl.88 (figlio di GALLACE Liberata), di Acquaro – frazione Piani, nullafacente, con precedenti di polizia e D’ELIA Fiore, cl.53 (amante di GALLACE Liberata), di Gerocarne (VV), disoccupato, con precedenti di polizia, ritenuti, allo stato, responsabili della distruzione del cadavere di CRICRÌ Giuseppe Damiano.
Sulla scorta delle dichiarazioni rese da alcune persone vicine alla vittima, veniva immediatamente escluso lo sfondo della criminalità organizzata. Le indagini, condotte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, hanno, poi, consentito di acclarare che, nella notte del 21 ottobre del 2013, Giuseppe Damiano CRICRÌ è stato attirato in una campagna di Acquaro, in località Petrugnano, dalla GALLACE, con cui lo stesso aveva da poco deciso di concludere la relazione sentimentale, col pretesto di voler avere con lui un colloquio chiarificatore. La donna, in realtà, non aveva mai accettato la fine del rapporto sentimentale e, in più occasioni, aveva assunto dei comportamenti fortemente ingerenti nella vita del CRICRÌ.
Secondo la tesi accusatoria, l’uomo, nel corso dell’incontro, veniva colpito al volto con un oggetto contundente– come acclarato dagli accertamenti medico-legali – così violentemente e ripetutamente dalla GALLACE da causargli la morte. Successivamente, questa, con l’ausilio di suo figlio, Alfonsino CIANCIO, nonché dell’amante, Fiore D’ELIA, collocavano il cadavere di CRICRÌ all’interno dell’autovettura della vittima, sui sedili posteriori, e lo trasportavano in una stradinadi campagna che si dirama dalla S.P.4 (Acquaro – Dinami), del tutto priva di illuminazione,dove, con della benzina procurata in precedenza, davano fuoco al cadavere e al veicolo che l’indomani venivano rinvenuti carbonizzati.
Ad esito delle attività di indagine il PM titolare del fascicolo, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia dr.ssa Barbara BUONANNO, richiedeva il provvedimento cautelare per i tre soggetti a titolo di “omicidio” e “distruzione di cadavere” in concorso tra loro.Richieste accolte dal G.I.P., che in data 25 novembre depositava l’ordinanza applicativa, eseguita stamattina.
La GALLACE è attualmente detenuta presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria, mentre il CIANCIO e il D’ELIA presso quella di Vibo Valentia a disposizione dell’A.G. per gli interrogatori di garanzia che verranno esperiti in mattinata stessa.