Omicidio Pangallo, condannati a 16 anni il cugino e 14 allo zio. Il 25enne era stato ucciso dopo una lite Sono state escluse le aggravati della premeditazione e dei futili motivi
Nel processo per l’omicidio di Salvatore Pangallo, assassinato il 9 novembre 2020 ad Africo, sono arrivate le condanne, quella a Pietro Favasuli a 16 anni di reclusione ed a Santoro Favasuli a 14 anni e 6 mesi, cugino e zio del Pangallo. Il Pm aveva chiesto 26 e 24 anni.
A causare la lite e poi il tragico epilogo, da quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato l’accensione di un macchinario per la pulitura delle olive, oltre ai difficili rapporti tra le due famiglie, è sfociata una terribile lite. Il ragazzo 25enne veniva raggiunto da un colpo di pistola sparato dal cugino giovanissimo, oggi 25enne come la vittima, ferendo anche il padre di Costantino Pangallo. Qualche giorno dopo l’omicidio i due, padre e figlio, si costituirono, mentre erano in corso delle serrate ricerche condotte dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Locri.
La sentenza, pronunciata dalla Corte di assise di Locri con Presidente Amelia Monteleone e Giudice Mariagrazia Galati, è arrivata dopo 7 ore di camera di consiglio. Dalla lettura del dispositivo emerge che sono state riconosciute ad entrambi le attenuanti generiche ed esclusa la premeditazione e dei futili motivi.
Nei fatti i magistrati hanno accolto le tesi difensive del legale dei Favasuli, avv. Lorenzo Gatto in merito alla premeditazione che non c’è stata nell’omicidio, così come nemmeno i futili motivi.