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Omicidio stradale, Catanzaro il primo Comune d’Italia da aderire alla proposta di legge

| Il 03, Gen 2014

Ecco le riflessioni del movimento Ali

Omicidio stradale, Catanzaro il primo Comune d’Italia da aderire alla proposta di legge

Ecco le riflessioni del movimento Ali

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Nel nostro ordinamento giudiziario, com’è noto e in questi giorni, è
stato introdotto il reato di *omicidio stradale*. Il Governo ha già
pronta la nuova legge, che inserirà all’interno di un provvedimento più
ampio che riguarda alcune *norme sulla giustizia*. Il tutto verrà fatto
entro la fine di questo mese di gennaio. Lo scopo è quello di fare in
modo che le vittime della strada possano ottenere giustizia più
facilmente, che siano risarcite il prima possibile, grazie alla messa a
punto di un *processo rapido*. A spiegare le nuove norme è stato il
ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Il reato di omicidio
stradale merita una riflessione da parte di un Movimento politico come
il nostro da sempre sensibile ai temi sociali. Pur comprendendo le
motivazioni di coloro che spingono per l’introduzione della fattispecie
criminosa nuova, nella fattispecie si punta a far passare le pene per
chi uccide guidando sotto effetto di alcol o droga da 3-10 anni a un
minimo di 8 a un massimo di 18 anni, non possiamo non far nostre alcune
perplessità di ordine giuridico prospettate in Commissione Trasporti
della Camera non molto tempo addietro. E’ ovvio che il fenomeno di chi
uccide alla guida non può essere tollerata’ ma in merito al reato di
omicidio stradale si rende opportuna una riflessione, sia in relazione
ad una comparazione con quanto accade in ambito europeo — tenuto conto
che un divieto assoluto di riconseguire la patente di guida, ovvero il
divieto di circolazione alla guida di autoveicoli e motocicli sul
territorio nazionale, appare unica nel suo genere in tutto il territorio
UE e potrebbe risolversi in pregiudizio della libertà di circolazione
– sia in relazione al puntuale criterio di delega che fa riferimento
espresso ai “princìpi di ragionevolezza, proporzionalità e non
discriminazione nell’ambito dell’Unione europea”. Ma vi è di più. Quanto
al profilo della eventuale previsione dell’obbligatorietà della custodia
in carcere nei confronti dei responsabili di tali reati, la Corte
Costituzionale, con ripetute ed anche recentissime pronunce (da ultimo
la n. 232 del 16 luglio 2013), ha affermato l’illegittimità
costituzionale di previsioni normative — ad eccezione del delitto di
associazione di tipo mafioso — volte ad ancorare l’applicazione della
misura della custodia cautelare in carcere a criteri di mera
automaticità. In altri termini qualsiasi norma, in relazione a
qualsiasi tipologia di reato, che imporrebbe l’applicazione della misura
della custodia cautelare in carcere verrebbe dubitata, in riferimento
agli articoli 3, 13, primo comma, e 27, secondo comma, della
Costituzione, di illegitimità costituzionale. Spesso, sull’onda
dell’emozione, la politica tenta di dare — giustamente — una risposta
ma bisogna sempre avere presente i parametri costituzionali che poi, di
fatto, annullano l’effetto perseguito. Il problema non è varare una
legge, nel caso in discussione quella di omicidio stradale, bensì quello
della sua “resistenza” ai principi di diritto e ai cardini del nostro
ordinamento giuridico. Il tema, ovviamente, merita di essere
approfondito e il nostro Movimento politico è disponibile ad organizzare
dei tavoli di lavoro di confronto fra movimenti e associazioni nella
città capoluogo di regione. Infatti il Consiglio comunale di Catanzaro,
fra i primi in Italia, ha approvato all’unanimità, con la delibera n°.
60 del 26 settembre 2011, la richiesta avanzata dall’assessore Giampaolo
Mungo di “adesione alla proposta di legge per l’istituzione dei reati di
omicidio e lesioni stradali”.

Area Liberale Italia
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