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Onu: stop guerra, ora via al dialogo

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121 bambini palestinesi sono stati uccisi a Gaza dallo scoppio della crisi

Onu: stop guerra, ora via al dialogo

121 bambini palestinesi sono stati uccisi a Gaza dallo scoppio della crisi

 

Un totale di 121 bambini palestinesi sono stati uccisi a Gaza dallo scoppio della crisi (8 luglio) al 21 luglio. Lo ha annunciato l’Unicef oggi a Ginevra. Si tratta di 84 ragazzi e 37 ragazze di età tra i 5 mesi e i 17 anni. Due bambini su tre hanno meno di 12 anni. L’Unicef stima inoltre che più di 900 bambini risulterebbero feriti. Infine, secondo le valutazioni degli operatori umanitari sul terreno, almeno 107 mila bambini hanno bisogno di sostegno psicosociale specializzato per affrontare il trauma che stanno vivendo, ha aggiunto l’Onu.

Cresce anche il bilancio complessivo delle vittime: 605 morti e 3.700 feriti palestinesi a Gaza del fuoco israeliano, secondo l’agenzia di stampa palestinese al-Ray, vicina a Hamas.
Un soldato israeliano è rimasto ucciso negli scontri avvenuti oggi nella striscia di Gaza. Lo rende noto il portavoce militare. Sale così a 28 il numero dei militari israeliani rimasti uccisi nella operazione Margine Protettivo.

Ban, smettete di combattere e cominciate a parlare
“C’e’ uno sforzo comune internazionale. Smettete di combattere, cominciate a parlare e andate alla radice del conflitto”. Questo l’invito rivolto dal segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon. “Nessuna attività militare – ha aggiunto – servirà a raggiungere questo scopo”.
“Condanno l’uso di siti civili da parte di Hamas per scopi militari. L’uso di scuole, ospedali e moschee per uso militare”. Ha affermato Ban ki-moom nella conferenza stampa con il premier Benyamin Netanyahu.

Ban, subito dopo l’incontro con Netanyahu, proseguira’ per Ramallah dove incontrera’ il leader palestinese Abu Mazen. Mercoledi’ il segretario generale dell’Onu incontrera’ anche il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, quello della giustizia Tizpi Livni e il leader dell’opposizione Isaac Herzog.

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunisce nuovamente per discutere la situazione a Gaza. L’incontro si terra’ alle 11 locali, le 17 in Italia. Potrebbe esserci anche un intervento del segretario generale Ban Ki-moon in videoconferenza dalla regione. A Gaza “non vi è letteralmente alcun posto sicuro per i civili” ha affermato a Ginevra il portavoce dell’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha), Jens Laerke evocando una situazione “devastante”. “Piu’ di 100mila persone risultano sfollate in 69 scuole gestite dall’ Unwra” (l’ente dell’Onu per i rifugiati palestinesi). La Striscia è densamente popolata con un numero stimato di 4.500 persone per chilometro quadrato. Non c’è letteralmente alcun posto sicuro per i civili. Circa 500 case sono state distrutte o gravemente danneggiate dai bombardamenti aerei israeliani, ha aggiunto il portavoce evocando le gravi difficoltà degli sfollati e dei feriti. Particolarmente preoccupante è la situazione dell’accesso all’acqua. “Globalmente, stimiamo che 1,2 milioni di persone non abbiano accesso all’acqua o solo in modo limitato. Inoltre, abbiamo notizie di inondazioni delle fognature, una minaccia per la salute pubblica”, ha aggiunto.

“Monitoriamo possibili atti di terrorismo generati da quello che accade nella striscia di Gaza”. Lo ha detto il generale Philip M. Breedlove, comandante supremo della Nato in Europa, rispondendo a una domanda su possibili atti di violenza o atti terroristici che possano accadere in Europa dove, in diversi Paesi, monta la protesta contro la guerra nella Striscia di Gaza.

Il segretario di Stato americano John Kerry, in un conferenza stampa al Cairo, ha detto che per Gaza c’e’ “ancora lavoro da fare” per giorni ma e’ “chiaro” che gli sforzi per una tregua vanno compiuti “nel quadro” della proposta di cessate il fuoco egiziana.

Questa mattina Israele ha respinto la richiesta dell’inviato dell’Onu in Medio Oriente Robert Serry di una tregua umanitaria nella Striscia di Gaza. Lo scrive Haaretz citando alte fonti israeliane.

Sospinti da intensi bombardamenti israeliani, molte migliaia di abitanti dei rioni di Sheikh Zayed e di Tel Zaatar, a nord di Gaza, sono fuggiti nella notte dalle loro abitazioni. Fonti giornalistiche locali stimano che a Gaza gli sfollati siano 135 mila, 90 mila dei quali ospiti dell’Unrwa, l’ente dell’Onu per i profughi. Nel giro di poche ore, i rioni di Sheikh Zayed e Tel Zaatar si sono svuotati, riferiscono testimoni sul posto, mentre i combattimenti si avvicinano al campo profughi di Jabalya, dove abitano 70 mila persone. Nel frattempo l’Unrwa ha annunciato di non poter piu’ sfamare le decine di migliaia di persone che in questi giorni ha accolto nelle proprie strutture nella Striscia. Sono necessari aiuti immediati per 60 milioni di dollari, ha reso noto l’agenzia dell’Onu.

Dall’inizio dell’operazione terrestre a Gaza l’esercito israeliano ha detto di aver colpito 1.388 obiettivi e di aver ucciso 183 ”terroristi”. Nel corso dell’operazione son stati scoperti – secondo il portavoce militare – 66 imbocchi di tunnel nascosti, di cui 23 ”costruiti per lanciare attacchi terroristici su Israele”.

Nella notte e nelle prime ore del mattino proseguono lanci di razzi dalla Striscia e raid israeliani verso Gaza.

Hamas da Gaza ha lanciato un nuovo attacco verso la citta’ israeliana di Ashdod, a sud di Tel Aviv. Sette dei razzi palestinesi, riferisce il sito Ynet, sono stati intercettati dai sistemi di difesa. Un razzo, aggiunge la radio militare, e’ esploso nel cortile di una scuola, provocando danni. Ieri da Gaza sono stati sparati 130 razzi verso Israele. Quelli che rischiavano di provocare vittime sono stati intercettati in volo. Intanto, sirene d’allarme sono risuonate a Tel Aviv e nella zona centrale di Israele. Subito dopo a Tel Aviv sono state udite due forti esplosioni dopo l’intercettamento dei missili da parte del sistema di difesa Iron Dome.

Dopo l’esame dei corpi di un blindato israeliano colpito domenica a Sajaya (Gaza), l’esercito israeliano e’ riuscito a ricomporre solo sei delle sette salme. L’esercito israeliano ha reso ufficialmente noto il nome del soldato considerato disperso da domenica scorsa: si chiama Shaul Oron, di 21 anni, sergente della Brigata Golani. Il processo per la sua identificazione – ha aggiunto l’esercito – non è ancora stato completato. Per ora infatti solo sei dei sette corpi dei soldati – che erano all’interno del carro armato colpito domenica scorsa a Sajaya a Gaza – sono stati ricomposti.

Fonti della sicurezza egiziana hanno smentito informazioni di fonte palestinese secondo le quali l’Egitto avrebbe impedito il passaggio di feriti attraverso il valico di Rafah. Le fonti egiziane sostengono che e’ Hamas, a fini propagandistici, a non inviare in Egitto i feriti per ottenere una “internazionalizzazione” del valico, sviluppo che il Cairo “rifiuta totalmente” perche’ inficerebbe la propria sicurezza nazionale. Attraverso il valico aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20, peraltro, ieri sono passati otto feriti dopo le decine dei giorni scorsi.

Sette palestinesi sono rimasti uccisi stamattina in nuovi raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza, tra i quali una famiglia con quattro donne. Secondo fonti palestinesi, cinque vittime sono morte in due raid a Deir el-Balah, una sesta a Khan Yunis e la settima in un bombardamento sul campo profughi di Nuseirat. Si tratta del quindicesimo giorno di raid da parte delle Forze di difesa israeliane (Idf) sulla Striscia di Gaza, nel corso dell’operazione ‘Margine protettivo’ lanciata da Israele per cercare di fermare i continui lanci di razzi da parte di Hamas.

Gli Stati Uniti sono “preoccupati” per il crescente numero di vittime palestinesi a Gaza per l’offensiva di Israele. Ieri il presidente americano, Barack Obama, ha sottolineato di non volere “più vedere civili uccisi”, per questo serve la fine delle ostilità. Il segretario di Stato, John Kerry, premerà – ha affermato Obama – per un cessate il fuoco immediato. Obama ha comunque ribadito il diritto di Israele a difendersi. Negli scontri di ieri uno degli eventi più tragici è stato un colpo di artiglieria dell’esercito israeliano che ha centrato l’ospedale Al-Aqsa, nella parte centrale della Striscia, con quattro morti.