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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Operazione “All Ideas”, quindici arresti per droga a Catanzaro Contestata anche la detenzione di armi. Il commento della politica - ECCO I NOMI DEGLI ARRESTATI

Operazione “All Ideas”, quindici arresti per droga a Catanzaro Contestata anche la detenzione di armi. Il commento della politica - ECCO I NOMI DEGLI ARRESTATI
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CATANZARO – Dopo la maxi operazione antidroga denominata “Passo del Salto”, nuovo blitz da parte dei carabinieri nei quartieri a sud di Catanzaro. Nella nuova inchiesta, denominata “All Ideas”, sono quindici le persone destinatarie di un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica della Dda ed eseguita all’alba dai Carabinieri del capoluogo calabrese.

Le accuse sono quelle di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso e detenzione illegale di armi e munizioni.

L’attività investigativa, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Catanzaro, ha permesso di disarticolare un’organizzazione criminale operante nella zona sud della città.

L’ordinanza di custodia cautelare prevede sette persone in carcere, sette agli arresti domiciliari e una con obbligo di dimora. Gli indagati, tra cui cinque donne, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aggravata dalla disponibilità di armi e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Il provvedimento trae origine da un’indagine avviata dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Catanzaro dopo l’arresto in flagranza di Marcello Amato, avvenuto il 6 novembre 2014, per l’omicidio ai danni di Alessandro Morelli. In particolare, dopo il delitto i militari hanno avvitato una serie di attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, grazie alle quali è stato possibile non solo acquisire ulteriori elementi sull’omicidio, ma anche di acclarare il coinvolgimento dell’autore del delitto e di numerosi altri soggetti, legati tra loro da vincoli di parentela, rispetto ad un fiorente spaccio di sostanza stupefacente, soprattutto cocaina.

Il contenuto, criptico, delle intercettazioni, insieme alle dichiarazioni degli acquirenti della sostanza stupefacente, sottoposti a controlli nel corso delle indagini, ha consentito di ricostruire diversi episodi di compravendita di cocaina, con un contesto associativo a conduzione prettamente familiare, fortemente radicato sul territorio (quartiere “Pistoia” di Catanzaro) e coperto da un consolidato clima di omertà.

Nonostante l’ostilità sociale che caratterizza l’area, le attività investigative hanno permesso di disarticolare il sodalizio, riconoscere le principali piazze di spaccio, alcune delle quali note per la massiccia presenza di soggetti di etnia rom e costantemente presidiate da vedette (quartieri Pistoia, Santa Maria e Catanzaro Lido), individuare due distinti canali di approvvigionamento (province di Vibo Valentia e Reggio Calabria) e rinvenire e sequestrare armi e munizioni, oltre a denaro contante e buoni fruttiferi per un valore complessivo di 330.000 euro, ritenuti provento dell’attività di spaccio e sottoposti oggi a sequestro preventivo.

Tra i destinatari del provvedimento figurano l’ideatore dell’organizzazione, Marcello Amato, i suoi tre diretti collaboratori e altri undici soggetti coinvolti nell’associazione dedita all’attività di spaccio.

Sette le persone finite in carcere: Carmine Amato inteso “Carminuzzo”, 44 anni; Damiano Amato, 32; Marcello Amato, 43; Gianluca Bevilacqua, 36 anni; Donato Bevilacqua, 43; Fabio Buccino, 34; Cosimo Morello, 57.

Agli arresti domiciliari sono finiti: Fiore Bevilacqua alias “U Muntanaru”, 70 anni; Fabio Bevilacqua, 27; Federica Caroleo, 25; Anna Rosa Laganà, 38, Salvatore Laganà, 87; Eleonora Morelli, 36; Annamaria Passalacqua, 33. L’obbligo di dimora è stato disposto nei confronti di Fiorina Morello, 64 anni.

ANTONIO VISCOMI (PD)

Oggi la città di Catanzaro ha visto liberato un altro pezzo importante del suo territorio dalla piaga della criminalità mafiosa e dallo spaccio di sostanze stupefacenti, condotto non solo con tracotanza ma anche macchiato dal peggiore disonore, visto che anche degli inconsapevoli bambini venivano coinvolti nell’attività di spaccio. Cresce, dopo questa operazione, che peraltro segue di pochi giorni altra analoga e più estesa, il debito di riconoscenza che tutti i catanzaresi abbiamo nei confronti dei magistrati e delle forze dell’ordine di questa città. E tuttavia non basta il doveroso tributo verso gli uomini e le donne della Procura distrettuale antimafia e delle forze di polizia. Serve anche una mobilitazione che dimostri la ferma intenzione di Catanzaro, della sua
classe dirigente, dei suoi cittadini, delle sue organizzazioni sociali, di fare per intero la parte di sua competenza. Incominciando dalla testimonianza nelle scuole e sui luoghi di lavoro; dall’esercizio dei
propri diritti senza contrabbandarli con le pratiche della clientela; dal coraggio della denuncia e dal ripudio di vecchi quanto equivoci “comparaggi”.

Certo, l’istinto porterebbe molti di noi, se ne parla in queste ore in quasi tutta la città, a dar vita ad un sit-in davanti agli uffici della Procura distrettuale antimafia che rappresenti l’abbraccio ideale della parte sana di questa nostra comunità spesso dolente. La ragione, invece, ci chiede uno sforzo maggiore operando in modo che il lavoro della magistratura catanzarese, dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia di stato venga reso ancor più apprezzabile impedendo che gli spazi ripuliti dalla presenza ammorbante della ’ndrangheta rimangano
pericolosamente scoperti e non bonificati.

Le indagini di questi giorni, ma anche altre meno recenti, dimostrano che la nostra Catanzaro è preda di appetiti mafiosi impressionanti. Dimostrano che i clan degli zingari, troppo a lungo e colpevolmente sottovalutati perché ridotti al rango di criminalità stracciona, hanno solidi e robusti collegamenti con le cosche che hanno fatto la storia criminale della ’Ndrangheta, nel reggino e nel crotonese. Davanti a questo scenario non possono trovare spazio solidarietà di facciata o impegni venati di ipocrisia politica e istituzionale. Su questo fronte la separazione deve essere chiara e netta. Noi stano con chi quotidianamente sta operando la liberazione della nostra città dal giogo criminale. Senza se e senza ma!