Operazione Anabolandia Monica Rizzi: “L’indignazione Non Basta, Ora Necessaria Svolta Culturale”
redazione | Il 09, Giu 2011
Pronto A Settembre Il Codice Di Autoregolamentazione
Operazione Anabolandia Monica Rizzi: “L’indignazione Non Basta, Ora Necessaria Svolta Culturale”
Pronto A Settembre Il Codice Di Autoregolamentazione
Milano, 9 giugno 2011 – “Fatico a trovare le parole per esprimere la mia indignazione di fronte a fatti così gravi e ripugnanti”. Si pronuncia così l’assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia Monica Rizzi a commento degli esiti dell’operazione “Anabolandia”, condotta dai carabinieri del Nas di Bologna in Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Umbria e Puglia e che, proprio in queste ore, sta portando alla luce casi di minorenni spinti al doping dai propri genitori al fine di migliorarne le prestazioni sportive. “E’ inaccettabile – prosegue l’assessore Rizzi – che un genitore possa spingersi fino al punto barattare la salute e l’equilibrio psicofisico del proprio figlio con la vittoria di una gara o di una stagione. C’è da chiedersi fino a che punto è lecito che questi soggetti continuino ad esercitare la potestà genitoriale!”.
L’inchiesta, ad esempio, ha fatto emergere il caso di un genitore che, con la complicità del medico, faceva assumere ai suoi due figli tennisti, entrambi minorenni, sostanze quali Stanozololo, un anabolizzante, Gonasi, che stimola la produzione di testosterone, e Omnitrope, un ormone della crescita, senza alcuna giustificazione riferita a condizioni patologiche.
“Affinché l’ottimo lavoro degli inquirenti ottenga risultati che vanno oltre gli effetti giudiziari – conclude Monica Rizzi – ritengo sia prioritario ed urgente mettere in campo una massiccia opera di prevenzione culturale promuovento tout court il rispetto per il minore e porlo così al riparo anche da queste tentazioni deviate dei genitori. In questa direzione, in qualità di assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, a settembre ratificherò, con la collaborazione del CONI regionale, del CIP Lombardia e dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, un Codice di Autoregolamentazione che impegni sinergicamente genitori, società sportive e scuole a vigilare affinché lo sport resti uno strumento di crescita e sviluppo del soggetto in età evolutiva e non venga invece trasformato in una ‘fabbrica di piccoli mostri’ e in anticamera di patologie talvolta, purtroppo, irreversibili”.
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