Operazione contro ‘ndrangheta stragista, il plauso della politica Dieni: «Seconda Repubblica deve essere spazzata via»
Plauso del sindaco Giuseppe Falcomatà alla magistratura e alle forze dell’ Ordine per l’importante risultato raggiunto
«Plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura che attraverso una efficace opera di intelligence hanno avuto l’intuizione, oggi verificata, di ricondurre alla responsabilità della ‘ndrangheta e assicurare alla giustizia, i mandanti delle operazioni stragiste che insanguinarono le città di Milano, Firenze e Roma a cavallo tra il 1993 e il 1994».
E’ quanto dichiara il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà che aggiunge a margine:
«I successi investigativi di oggi siano motivo per fare memoria dei fedeli servitori dello Stato, i carabinieri calabresi Antonino Fava e Giuseppe Garofano che persero la vita in occasione di quei tristi fatti. A loro e alle loro famiglie, insieme a tutti gli uomini e donne dello Stato che proteggono la nostra sicurezza e si battono per la giustizia, va la nostra più profonda gratitudine».
Dieni: «Seconda Repubblica deve essere spazzata via»
«‘Ndrangheta e Cosa Nostra, durante le stragi degli anni 90, erano alleate
e hanno fermato la propria guerra contro lo Stato solo quando hanno trovato
un interlocutore istituzionale in Forza Italia». È quanto dichiara la
deputata del M5S Federica Dieni.
«Questa – prosegue la parlamentare – è la sconvolgente denuncia del
procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, che ha inoltre
illustrato i particolari dell’arresto di Rocco Santo Filippone e Giuseppe
Graviano. Se la Seconda Repubblica è nata su una sorta di “pax mafiosa” che
ha portato al coinvolgimento della mafia al governo dello Stato, come fosse
una lobby qualsiasi o un partito ombra, da oggi abbiamo una motivazione
ancora più forte per spazzarla via, attraverso la “rivoluzione gentile” di
cui, dal 2007, il Movimento 5 Stelle si sta facendo promotore».
«Se Forza Italia, partito rappresentato in Parlamento, ritiene che le
accuse di Lombardo siano infondate – conclude Dieni –, ha tutti gli
strumenti, anche giuridici, per contestarle. Stavolta, però, non basterà il
silenzio per far dimenticare quella che è una macchia sull’Italia e sulla
dignità delle istituzioni».