Amministratori e professionisti collusi, 7 arresti a Reggio In manette l'avvocato Paolo Romeo, indagato il consigliere Cara. Per la Dda di Reggio Calabria avevano costituito un cartello in grado di condizionare il settore della grande distribuzione. Sequestrate 12 società e beni per un valore di oltre 34 milioni di euro
All’alba di oggi, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nr.07 provvedimenti di fermo di indiziati di delitto, nei confronti di imprenditori, professionisti, nonché nr. 30 perquisizioni locali nei confronti di soggetti operanti nel settore economico, imprenditoriale, politico e dirigenti pubblici, collegati, a vario titolo, ai predetti fermati, nonché il sequestro di patrimoni aziendali per un valore complessivo di circa €.34.000.000,00.
I provvedimenti, a firma del Proc. Capo Federico Cafiero De Raho e dei Sostituti Procuratori Rosario Ferracane, Giuseppe Lombardo, Luca Miceli e Stefano Musolino, hanno riguardato soggetti operanti nella cosiddetta “zona grigia”, a testimonianza dell’ormai assodata evoluzione dei sodalizi criminali che, utilizzando finemente ed in modo sistemico la fitta rete di entrature ed agganci anche nella P.A., sono in grado di condizionare l’economia e l’imprenditoria, già sofferenti per l’attuale congiuntura economica, tanto da far emergere un sistema criminale in grado di alterare gli equilibri della classe dirigente ed imprenditoriale della città.
La Procura reggina ha puntato la sua attenzione sulla redistribuzione dei punti vendita della grande distribuzione alimentare, all’esito dello stato di crisi della GDM S.p.a. e del sequestro delle imprese riferibili agli imprenditori Suraci e Crocè, concentrando, poi, l’indagine sulle attività coeve alla riapertura dell’importante centro commerciale villese, “La Perla dello Stretto”. In particolare, è emerso come un connubio, strutturalmente organizzato, tra ndrangheta e professionisti, che ha determinato le principali sorti dell’aggiudicazione dei predetti punti vendita, nonché la scelta dell’imprenditore della grande distribuzione alimentare che doveva avviare l’esercizio commerciale “food” nella Perla dello Stretto.
In particolare, le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle reggine si sono soffermate, su due professionisti che, di fatto, hanno curato il riavviamento del centro commerciale villese e pilotato l’inserimento di una società, creata ad hoc e facente capo ad un noto imprenditore del settore, quale unico ipermercato destinato ad operarvi gettando le basi per una redistribuzione delle imprese del settore, dopo il vuoto lasciato dallo stato di crisi della G.D.M. S.p.a..
Fra questi, spicca il ruolo di noti professionisti reggini che, relazionandosi con una variegata platea di soggetti, hanno fattivamente contribuito alla riapertura della Perla dello Stretto, curandone anche gli aspetti prettamente autorizzativi, interagendo con esponenti della politica e della pubblica amministrazione.
Esemplificativo del potere intimidatorio – allo stesso tempo incontenibile e discreto – è la vicenda relativa all’imposizione ai commercianti “minori” della Perla dello Stretto di un contratto consortile deteriore dei loro interessi economici; ed infatti, mentre alcuni si sono piegati all’imposizione per evitare gravi conseguenze, l’unico commerciante che aveva osato opporsi aveva visto il suo esercizio commerciale distrutto dalle fiamme.
Ne è emersa una strutturata rete relazionale, governata da Paolo Romeo, in grado di gestire un enorme potere di indirizzo sulle sorti delle principali attività economiche cittadine, enfatizzato dalla situazione di disoccupazione che emergenza è diventata cronico fattore di sottosviluppo. Un sistema asfissiante perché in grado di influenzare anche la pubblica amministrazione e la politica.
Le risultanze emerse dalle indagini hanno consentito di quantificare la mole dei capitali investiti nel presente “affare” che, solo per l’apertura dell’ipermercato presso il centro commerciale villese, si attestano sul valore di circa €.3.000.000,00.
Le accuse contestate, a vario titolo, sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata anche all’intestazione fittizia ed all’estorsione.
I soggetti colpiti da provvedimento di fermo sono:
1. ROMEO Paolo, nato a Reggio Calabria il 19.03.1947;
2. SARACENO Natale, nato a Reggio Calabria il 19.01.1963;
3. CHIRICO Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 09.06.1960;
4. MARRA Antonio, nato a Reggio Calabria il 15.05.1955;
5. FRASCATI Emilio Angelo,nato a Reggio Calabria il 19.11.1956;
6. IDONE Antonio, nato a Cannitello – Villa San Giovanni (RC), il 9.12.1951;
7. MARCIANO’ Domenico, nato a Reggio Calabria il13.10.1983.
Le aziende colpite dalla contestuali misure ablative del sequestro preventivo ex art.321 c.p.p., in tema di intestazione fraudolenta di beni per eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale – in quanto riconducibili alla diretta o indiretta gestione dei soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo e pertanto “inquinate” dalla connivenza con gli interessi della criminalità organizzata, risultano essere:
Studio commerciale Saraceno;
Circolo Pescatori Posidonia Gallico;
SO.R.AL. S.a.s., con i due supermercati ipermercati, operanti in Gallico (RC);
PERLA S.r.l., gestore dell’ipermercato presso il centro commerciale “Perla dello Stretto” – Villa San Giovanni (RC);
Quote societarie della D.EMME C. SUN S.r.l.;
“PARMA REGGIO DISTRIBUZIONE S.r.l.”, Reggio Calabria;
G.S. S.r.l., con sede in Reggio Calabria, nonché unità operativa sita in Campo Calabro (RC), “MAX – Cash and Carry”, zona industriale;
“M. C. S.a.s. di DOMENICO MARCIANO’ & C”, con sede a Reggio Calabria – Gallico;
“CENTER FRUIT S.r.l.” con sede a Reggio Calabria;
“Consorzio La Nuova Perla dello Stretto”, con sede in Villa San Giovanni (RC), presso omonimo centro commerciale.
INDAGATI ILLUSTRI
Sul registro degli indagati, sebbene non colpiti da misura, figurano anche diversi amministratori pubblici di Reggio Calabria fra i quali il presidente della provincia Giuseppe Raffa, il consigliere provinciale Demetrio Cara, il cancelliere capo della Corte d’Appello, Aldo Inuso, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio, l’avvocato Rocco Zoccali, l’ex presidente della Reggina Calcio, Pino Benedetto, ma anche Amedeo Canale, Andrea Scordo, Domenico Pietropaolo, Gaetano Tortorella, Saverio Genovese Zerbi, Michele Serra, Giuseppe Strangio, Domenico Arcò e Giovanni Pontari.
CAFIERO DE RAHO
L’inchiesta ha permesso di colpire «quella parte della ‘ndrangheta che l’ha resa forte anche dal punto di vista economico, che ha rapporti con la politica, con le amministrazioni locali, con dirigenti e funzionari pubblici. È una parte esponenziale della ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria». Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Tra i fermati, ha proseguito il magistrato, ci sono anche i «titolari di supermercati, quindi distribuzione alimentare di alto livello che dal punto di vista economico hanno portato avanti il centro commerciale La Perla dello Stretto, anche li muovendosi con un metodo sostanzialmente ‘ndranghetista imponendosi al consorzio di imprenditori che avevano aderito a quel gruppo. È una parte molto rilevante dell’economia di Reggio Calabria».
«I fermi – ha concluso de Raho – sono stati disposti per il pericolo di fuga di alcune posizioni che abbiamo trattato e che erano strettamente connesse alle altre per le quali siamo dovuti intervenire. Qualcuno stava già traslocando e portando via tutto dalla città evidentemente aveva notizia di questo».