Operazione Infinito: Boccassini, indagini sulla presenza di talpe a Milano
redazione | Il 01, Dic 2011
Bruti: “Non è un processo ai magistrati calabresi”
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Operazione Infinito: Boccassini, indagini sulla presenza di talpe a Milano
Bruti: “Non è un processo ai magistrati calabresi”
MILANO – Il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, parlando in una conferenza stampa negli uffici della Procura per illustrare l’operazione di ieri contro la ‘ndrangheta e che ha portato in carcere tra gli altri anche un giudice, un avvocato e un politico, ha spiegato che ”ci sono lavori in corso, non solo a Catanzaro ma anche a Milano” sulla possibile presenza di “talpe” che possano aver rivelato informazioni agli esponenti mafiosi. “Di talpe probabilmente ce n’é stata più di una”, ha aggiunto Boccassini.
La ‘ndrangheta è “trasversale, appoggia chiunque nelle campagne elettorali politiche”. Lo ha sottolineato il capo della Dda di Milano Ilda Boccassini, in una conferenza stampa riguardante l’operazione di ieri, chiarendo che la mafia calabrese “a differenza di Cosa nostra che odiava i comunisti e ha sempre sponsorizzato la Dc, salvo una parentesi per il Psi”, è “trasversale”.
”La Dda di Milano nei confronti delle persone delle istituzioni come dei mafiosi agisce quando ha le prove per affrontare un dibattimento”. Così l’aggiunto Ilda Boccassini ha risposto, in una conferenza stampa, ai cronisti che chiedevano quali responsabilità abbiano anche di tipo penale i politici che compaiono nelle carte dell’ operazione di ieri e su cui la ‘ndrangheta avrebbe fatto confluire i voti. Il pm Alessandra Dolci ha chiarito che per il contrasto alla zona grigia ”qualora non ci siano elementi per il concorso esterno in associazione mafiosa, valorizzeremo le misure di prevenzione a carattere personale e patrimoniale”.
Un “aspetto doloroso” dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di dieci persone, tra cui un giudice del tribunale di Reggio Calabria, per presunti legami con la ‘ndrangheta, e’ stato quello di vedere “appartenenti alla Guardia di Finanza, alla magistratura, alla politica e alle istituzioni che tengono comportamenti non consoni”. A dirlo è stato il Procuratore aggiunto Ilda Boccassini nel corso di una conferenza stampa negli uffici della Procura di Milano tenuta unitamente al procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, che con i suoi pm ha collaborato all’indagine”. Ilda Boccassini ha spiegato però che gli inquirenti sono rimasti sconcertati da una “campagna politica per ingraziarsi l’antimafia, che non esiste, che è solo parlata”. Una campagna proveniente “da chi sa che cosa significa trovare un bazooka sotto casa”. Il riferimento è alle minacce che nel 2010 furono messe in atto nei confronti del procuratore di Reggio Calabria, Pignatone. Pur senza citarlo, è apparso evidente che il magistrato milanese si riferisse a Vincenzo Giglio, presidente della sezione del Tribunale di Reggio Calabria noto per le sue iniziative antimafia talvolta di stampo polemico di altri colleghi.
PM, MILANO PUO’ DIVENTARE COME REGGIO CALABRIA
Secondo il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Michele Prestipino, con le attuali modalità d’azione della ‘ndrangheta, ”Milano può diventare come Reggio Calabria”. Prestipino, che ha partecipato negli uffici della Procura di Milano a una conferenza stampa sull’operazione che ieri ha portato all’arresto di dieci persone, tra cui anche un magistrato calabrese, ha spiegato che “con la struttura organizzativa della ‘ndrangheta si estendono anche le sue relazioni esterne: Milano puo’ diventare come Reggio Calabria”. “Il professionista che lavora fianco a fianco con la famiglia Gallico a Palmi ha uno studio a Milano e a Como – ha aggiunto in riferimento all’avvocato penalista Vincenzo Minasi, arrestato ieri nell’ambito delle indagini -. Il centro dei suoi interessi è in mezzo tra le due regioni e lavora con un professionista che è a Lugano e che sposta i soldi negli Stati Uniti”.
BRUTI, NON E’ PROCESSO A MAGISTRATI CALABRESI. ALCUNI POLITICI VITTIME TENTATIVI INFILTRAZIONI
L’operazione di ieri che ha portato in carcere tra gli altri il magistrato calabrese Giuseppe Vincenzo Giglio e che vede indagato il magistrato di Palmi Giancarlo Giusti, “non è un processo alla magistratura di Reggio Calabria, ma ad alcuni magistrati”. Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati che ha anche chiarito che non si può “generalizzare” nemmeno sulla politica, perché “alcuni politici sono vittime del tentativo di infiltrazione”.
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