Operazione “Mezzo Mondo”, Rosanna Scopelliti: “Il quadro accusatorio è terrificante” Ennesimo scandalo che riguarda la politica
“Pur essendo in Italia ormai purtroppo abituati a
vedere scoppiare scandali che coinvolgono, in un modo o nell’altro, la
politica, l’operazione fatta scattare stamane a Roma dalla Procura della
Repubblica guidata dal dott. Pignatone, con indagini condotte unitamente da
ben tre sostituti nelle persone dei magistrati Tescaroli, Ielo e Cascini,
appare veramente con caratteristiche uniche e preoccupanti”. Sono queste le
parole riportate in una nota della deputata Ncd Rosanna Scopelliti,
Presidente del Comitato Beni Confiscati della Commissione Parlamentare
Antimafia e capogruppo in Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
“Nessuno ha intenzione – continua la parlamentare – di allestire processi
sommari per gli arrestati e gli indagati, ma, fatta salva la giusta
presunzione d’innocenza, il quadro che emerge dalle anticipazioni
giornalistiche sulle migliaia di pagina dell’ordinanza è francamente
terrificante, laddove spicca in cima al quadro accusatorio, oltre ai reati
contestati di estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false
fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ecc.,
soprattutto quello di associazione a delinquere di stampo mafioso”. “Un
altro aspetto sconcertante di questa indagine sono i nomi degli arrestati e
degli indagati, che per quanto riguarda gli esponenti politici e di nomina
politica coinvolgono da destra a sinistra personaggi pubblici che hanno
avuto, in diversi livelli negli ultimi dieci anni, ruoli di primissimo
piano nell’amministrazione della cosa pubblica capitolina. Insieme a loro
avrebbero operato addirittura boss mafiosi, che avrebbero condizionato gli
appalti e le altre attività politiche romane. È questa l’ennesima riprova
che ormai anche Roma è coinvolta organicamente e direttamente nei perversi
circuiti mafiosi – conclude l’On. Scopelliti – per cui non stento a
prevedere che prestissimo nei Tribunali romani si cominceranno ad emettere,
fatto raro fino ad oggi per personaggi romani, condanne ai sensi dell’art.
416 bis del codice penale, e cioè contestando l’associazione per delinquere
di stampo mafioso”.