Operazione Finanza e Polizia nel Lazio contro cosca ‘ndrangheta Confiscati beni per un valore di 1,3 milioni di euro
Beni per un valore di 1,3 milioni di euro sono stati confiscati dal personale del Comando provinciale della Guardia di finanza e della Questura di Roma in esecuzione di un provvedimento di confisca, emesso dalla locale Corte di Appello e divenuto definitivo all’esito di una pronuncia della Suprema Corte di Cassazione: si tratta di immobili, compendi aziendali, autoveicoli, rapporti finanziari e polizze assicurative. Tra queste, spiccano le posizioni di Angelo Gallace e Liberato Tedesco, condannati in primo grado, nel 2013, dal Tribunale di Velletri per aver fatto parte di un’associazione di stampo mafioso, quali vertici di un’articolazione della ‘ndrina Gallace-Novella, operativa nei Comuni di Anzio (RM) e Nettuno (RM) e originaria del Soveratese.
Nell’ambito dell’operazione “Antium”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, gli specialisti della Divisione Polizia Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali e del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, è stata ricostruita la carriera criminale e analizzata la posizione economico-patrimoniale di sette persone, unitamente a quella dei membri dei rispettivi nuclei familiari, coinvolte, in passato, in strutturate attività di traffico di droga e talune ritenute affiliate, ovvero contigue, a una cosca di ‘ndrangheta.
In tale contesto, Gallace, detto “Titì” o “lo Scoppolato”, era incaricato dello spaccio di sostanze stupefacenti; Tedesco, che, tra l’altro, ha scontato una pena di 24 anni di reclusione per omicidio e altri fatti avvenuti nel 1974 nell’ambito della cosidetta “Faida di Guardavalle”, svolgeva funzioni di raccordo logistico del sodalizio, fornendo supporto ai latitanti della cosca sul litorale laziale. In rapporto con esponenti di spicco del clan, operava, nel commercio di cocaina, Romano Malagassi. Gli altri destinatari della confisca oggi in esecuzione sono Umberto Romagnoli, Alessandro Romagnoli (classe 1980), Francesca Romagnoli e Tiziano Romagnoli. I beni riconducibili ai proposti che entreranno definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato sono: 9 unità immobiliari (6 fabbricati e 3 terreni), site in Anzio (RM), Nettuno (RM) e Cappadocia (AQ) e la quota di un ulteriore terreno, ubicato ad Aprilia (LT); 6 auto e 3 motoveicoli; 1 ditta individuale, esercente l’attività di “gestione di palestre”; l’intero patrimonio aziendale di 1 società, esercente l’attività di ”commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi”; 9 tra rapporti finanziari e polizze assicurative, per un valore complessivo di stima pari a circa 1.360.000 euro.
Oltre alla misura di natura patrimoniale, nello stesso procedimento di prevenzione l’Autorità giudiziaria aveva già applicato quella personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno: per tre anni, nei confronti di Umberto Romagnoli, Angelo Gallace e Liberato Tedesco; per due anni, a carico di Alessandro Romagnoli, Tiziano Romagnoli, Francesca Romagnoli e Giuseppe Profenna (quest’ultimo, classe 1974, non colpito da confisca).