“Operazione Robin Hood”, il commento della politica Quadro inquietante su un utilizzo criminale di fondi pubblici
SEBI ROMEO
L’operazione Robin Hood rivela un quadro inquietante che, se confermato in giudizio, farebbe luce su un utilizzo criminale di fondi pubblici, al fine di costruire private ricchezze con l’aggravante che le risorse in questione erano destinate alle fasce sociali meno abbienti, come ben sottolineato dal dott. Gratteri, cui va il nostro ringraziamento e sostegno.
Il coinvolgimento di burocrati e politici regionali, nonché di “Calabria Etica”, deve però stimolare una riflessione. È evidente che, nella nostra regione, importanti risorse, sino al recente passato, sono state utilizzate per alimentare clientele e comitati di affari. La Calabria è stata strozzata da un sistema caratterizzato dall’intreccio perverso fra ndrangheta, parte della burocrazia e parte della politica.
Questo mix ha fatto sì che proliferassero decine di aziende e/o enti sub regionali, utili ad alimentare subdoli scopi di lucro personali e causando brusche frenate allo sviluppo dei nostri territori e alla necessaria azione di investimenti pubblici di interesse generale. Il presidente Mario Oliverio, subito dopo il suo insediamento, ha commissariato e messo in liquidazione diverse aziende regionali, tra le quali “Calabria Etica” e “Calabria Verde”, in una visione strategica di riforma, risanamento e bonifica della nostra regione.
Possiamo affermare, anche alla luce dei recenti scandali giudiziari che hanno investito, ad esempio, proprio “Calabria Verde” e “Calabria Etica”, che c’è una politica, rappresentata da Oliverio, capace di arrivare prima della sacrosanta e provvidenziale azione della magistratura e delle forze dell’ordine. Ovviamente, tale caparbia e complessa azione di cambiamento incontra le resistenze di quegli interessi di parte che negli ultimi decenni hanno operato in totale dissennatezza, saccheggiando le pubbliche risorse.
Come da ultimo affermato durante la presentazione del rapporto sui due anni di governo regionale, il nostro obiettivo è e sarà quello di completare la riorganizzazione della burocrazia regionale, per liberare le pubbliche risorse al fine di poterle utilizzare con trasparenza nell’interesse dei calabresi onesti. La riforma della Calabria, targata Mario Oliverio, continua, con ancora più determinazione, attraverso un’azione libera dalla ndrangheta e dai comitati di affari. Il cambiamento in Calabria si può fare, bisogna crederci con la giusta dose di passione e dedizione.
ARTURO BOVA (PRESIDENTE COMMISSIONE REGIONALE ANTINDRANGHETA)
“Ancora una volta mi trovo a commentare una vicenda sconcertante, i cui contorni, nonostante siano ancora ampi e da definire, già hanno permesso di smascherare l’ennesima attività illecita e indecorosa perpetrata tra le stanze della Regione. Ferme restando tutte le garanzie a tutela degli indagati e in attesa di conoscere la realtà che sarà attestata dai processi-continua Bova – gli arresti condotti stamane dalla Procura di Catanzaro rilanciano a gran voce il tema della legalità e della trasparenza in seno alle istituzioni”.
“Non più tardi di qualche giorno fa, il governatore Oliverio aveva lanciato dal pulpito dell’evento “Calabria in Corso” un messaggio chiaro a malaffare e illegalità. Proprio lui, grazie alla sua figura di politico di lungo corso che mai è stato sfiorato dall’ombra del sospetto e del malaffare, oggi deve trovare la forza di dare un segnale di continuità a quelle parole. Un segnale che sia concreto e possa servire da guida a tutti gli altri amministratori locali che nella nostra terra vogliono lottare contro il cancro dell’illegalità”.
“Non più tardi di mercoledì, ho avuto modo di leggere le dichiarazioni del procuratore Gratteri riportate su “Famiglia Cristiana” che ponevano l’accento su come anche gli uffici della Procura, se non accuratamente gestiti, possano impantanarsi. Gratteri quindi sottolineava come ci sia l’esigenza nella Procura di Catanzaro di una profonda ristrutturazione. Bene, prendo in prestito le sue parole e le applico agli uffici delle pubbliche amministrazioni: è qui che la politica deve trovare il coraggio e la forza di anticipare le inchieste, di arrivare prima delle Procure, perché i cittadini hanno bisogno di fidarsi di chi li rappresenta. Di quante altre inchieste ci sarà bisogno prima che la politica tutta prenda coscienza della gravità della situazione in cui versa tutto il sistema delle pubbliche amministrazioni?
A sostegno di questa mia presa di posizione, sottolineo ancora una volta che la Commissione contro la ‘ndrangheta che mi onoro di presiedere, ha avviato l’iter per l’approvazione di un testo unico regionale contro la mafia. Uno strumento il cui valore, non solo simbolico, potrà essere un sostegno fondamentale alla politica e alla stragrande maggioranza di funzionari pubblici onesti di cui la Calabria dispone affinché si estrometta, finalmente, la mafia da ogni pubblico ufficio”.