Ordine dei medici di Reggio Calabria, lettera aperta per traghettamento medici pendolari Da settimane riceviamo segnalazioni da parte di colleghi “pendolari dello Stretto”, tutti impegnati nell’emergenza Covid-19 compresi gli specializzandi, costretti a subire notevoli disagi
Probabilmente i primi timidi segnali di rallentamento della diffusione del contagio da nuovo coronavirus hanno fatto perdere la memoria, o forse il senno, sulla situazione emergenziale in cui sta vivendo l’intero Paese Italia con oltre ventimila vite spezzate dalla pandemia e medici in trincea che, pur di rispettare il sacro Giuramento d’Ippocrate, curare i pazienti e salvare vite umane, sono stati contagiati o, nei casi peggiori, hanno sacrificato persino la loro vita. Non è degno di un Paese civile dimenticarlo. Non è degno girarsi dall’altra parte, di già. In questo momento ognuno è chiamato a fare la sua parte e permetteteci dei toni meno concilianti del solito, visto e considerato che quelli pacati delle precedenti comunicazioni non hanno sortito l’effetto sperato anzi, tutti i nostri tentativi di contatto sono amaramente caduti nel vuoto. Appelli a mezzo stampa e non, puntualmente ripagati con un vergognoso silenzio.
Da settimane riceviamo segnalazioni da parte di colleghi “pendolari dello Stretto”, tutti impegnati nell’emergenza Covid-19 compresi gli specializzandi, costretti a subire notevoli disagi. Un ulteriore ostacolo in più alla già difficile situazione a tutti ben nota attraverso gli ampi servizi che i media stanno dedicando ogni giorno. Abbiamo sostenuto la voce dei tanti pendolari che sono costretti a lunghe code per imbarcarsi, a corsie preferenziali che funzionano male ed a singhiozzo, ad orari improbabili per raggiungere la sede di lavoro, specie per coloro che effettuano i turni. Unica ma sacrosanta concessione, l’attraversamento gratuito dei sanitari. Da qualche giorno scopriamo, grazie alla segnalazione di numerosi iscritti al nostro Ordine, che l’attraversamento, non solo continua ad essere assai disagevole, ma addirittura non è più gratuito ad eccezione di alcuni specialisti (infettivologi, anestesisti e pneumologi) come se tutte le altre branche non fossero impegnate nell’emergenza pandemica. Potremmo fare esempi a iosa ma riteniamo fin troppo intuitivo, per chi ci legge, cogliere questa ovvietà. Tant’è che per altre categorie l’esenzione è stata mantenuta. Giustamente! E mentre per sostenere i tanti medici impegnati nell’emergenza, giungono colleghi e infermieri da ogni parte del pianeta, constatiamo che, sullo Stretto, si mette a rischio la salute proprio di coloro che, in questo momento storico assai delicato, dovrebbero essere considerati quanto di più prezioso ci sia nell’ambito delle professioni. I medici, infatti, oltre agli esosi ticket per l’attraversamento, sono costretti a scendere dalle proprie autovetture e recarsi in biglietteria. Non chiediamo tolleranza o sconti. Chiediamo il passaggio gratuito con corsia preferenziale – magari concordando l’utilizzo di specifici pass con l’Ordine – attuata realmente, per tutti i medici pendolari dello Stretto già ostaggio della riduzione all’osso delle corse e di orari non certo agevoli dopo turni massacranti, spesso di 12 ore, fino a che l’emergenza non potrà considerarsi cessata. Finiamola con le parole, passiamo ai fatti.