Orlandino Greco (IdM), una nuova alba per l’Europa …che lo sia anche per il meridione Conte ha fatto il suo, ora è il momento di vigilare soprattutto da parte delle regioni del sud!
Conte ha fatto il suo, ora è il momento di vigilare soprattutto da parte delle regioni del sud!
Innegabile il risultato, merito al Presidente del Consiglio, anche l’Europa ne esce, a differenza di altre situazioni, a dispetto di chi voleva usarla a proprio uso e consumo, più forte. Sarà forse una nuova alba per l’Unione Europea. Ora tocca davvero all’Italia, al Governo e alla politica regionale, dimostrare di saper trasformare in opportunità questo risultato. Le indicazioni sono sempre le stesse e chiare come quel “ridurre il divario tra nord e sud”, è quindi giunto il momento delle trattative interne per superare quel gap soprattutto infrastrutturale e dei servizi primari: sanità, scuola. Gli accordi presi impongono un senso di responsabilità più accorto e interessato al reale sviluppo del Paese, investire è stata la parola d’ordine soprattutto in quei settori strategici che possono davvero imprimere un’accelerata all’economia di questo Paese, oggi fortemente compromessa anche dall’emergenza pandemia. Ma per una reale ripartenza è arrivato il momento che il Mezzogiorno detti le sue regole, Conte ha mostrato tenacia e risolutezza nelle trattative, ci aspettiamo che lo stesso faccio nella distribuzione dei fondi modificando quella che era la prospettiva iniziale posta dalle regioni del nord nella ridistribuzione che vedeva nuovamente il sud penalizzato. Spetta ora alla politica, ai rappresentanti istituzionali meridionali, porre le basi di un vero progetto di rinascita anche per il sud. “Ridurre i divari tra cittadini e territori è la priorità nazionale ed europea per riavviare uno sviluppo sostenibile e durevole in Italia” ci ricorda l’Europa” e questa sarebbe anche una possibilità in più per la politica, per ritornare ad essere credibile e mettere in moto un processo rivolto finalmente al progresso e non più al regresso assoluto e le risorse dovranno servire ad una perequazione reale interna. Non vogliamo più Ponti Morandi ma grandi opere che sappiano rispondere alle reali esigenze di un Paese che ha grandi risorse e si pone come porta del mediterraneo partendo proprio dal sud, la Zes di Gioia Tauro e il Ponte sullo Stretto ne raffigurano una visione concreta.
Ora è il tempo delle soluzioni e degli investimenti, trasformiamolo in un momento storico anche per il Meridione e quindi per l’Italia.