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TAURIANOVA (RC), VENERDì 15 NOVEMBRE 2024

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Ospedale Beato Angelo, “se non ora quando?” Fermo restante il giudizio estremamente negativo sulla compagine amministrativa di Acri, alla guida della città da ormai quattro anni, dei quali non possiamo che segnalare alla popolazione un bilancio fallimentare

Ospedale Beato Angelo, “se non ora quando?” Fermo restante il giudizio estremamente negativo sulla compagine amministrativa di Acri, alla guida della città da ormai quattro anni, dei quali non possiamo che segnalare alla popolazione un bilancio fallimentare

Fermo restante il giudizio estremamente negativo sulla compagine amministrativa di Acri, alla guida della città da ormai quattro anni, dei quali non possiamo che segnalare alla popolazione un bilancio fallimentare.Nessuna programmazione, una città chiusa non solo dalla pandemia, un declino sempre più evidente, sia dal punto di vista economico che sociale, le frazioni abbandonate a se stesse. Una gestione della città solo elettoralistica, in continua campagna elettorale con relativisbeffeggianti tagli di nastro. Un consiglio comunale che da tempo non ha, o non vuole prendere, parola su temi importanti per il futuro della comunità.
Oggi però,SINISTRA ITALIANA ritiene che sulla vicenda dell’Ospedale Beato Angelo, fortemente depauperato negli anni, senza reazione da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, che non hanno dato e non danno adeguate risposte alle richieste ditutela della salute da parte dei cittadini, soprattutto quale comunità di montagna, che ha visto sciogliersi come neve al sole le tante promesse elettorali di potenziamento, adeguamento e di un maggiore ruolo del nostro nosocomio, non sia il tempo della polemica ma di una forte azione politica unitaria che veda le istituzioni e i cittadini protagonisti.
Se non ora, che parte delle ingenti risorse economiche europee da utilizzare per il rilancio e il superamento della crisi resa drammatica dal Covid sono destinate al miglioramento ed efficientamento della sanità, che interessa anche la nostra Regione, quando?
Non si comprende, perciò, come mai ad oggi sia rimasto senza risposta il grido di allarme e la richiesta del Comitato in difesa dell’Ospedale cittadino di fare massa critica, di spendersi tutti insieme per rimettere all’ordine del giorno della politica, del governo e della gestione sanitaria calabrese la vicenda del nostro nosocomio, non solo per quanto riguarda le rassicurazioni disattese ed i ritardi nelle decisioni (posti di intensiva e sub-intensiva, reparto Covid, interventi programmati nella Chirurgia, la radiologia, la Tac, la Risonanza magnetica, Ginecologia ed Ostetricia e quant’altro) ma del ruolo e della fisionomia che deve avere, sicuramente rafforzato nelle specialistiche e nel funzionamento dei servizi rispetto alle esigenze del territorio.