Ospedale Cosenza, la solidarietà di Bevacqua Vicinanza ai medici e alla direzione sul rischio di "allarmismo sociale"
Ho letto con particolare attenzione la nota del direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Achille Gentile in merito al rischio di “allarmismo sociale” che si potrebbe ingenerare nell’opinione pubblica per la diffusione, da parte di alcuni organi di stampa, di notizie non ancora sufficientemente verificate relativamente all’hub di Cosenza.
I problemi della sanità calabrese non trovano alcuna soluzione nel pantano dell’allarmismo fine a sé stesso”. Interviene così il consigliere Bevacqua sulle ultime vicende che hanno interessato l’ospedale Annunziata di Cosenza relativamente ad alcuni decessi di pazienti che hanno destato preoccupazione nella pubblica opinione.
“Il meritorio quotidiano lavoro del dg Gentile – prosegue Bevacqua – per garantire la piena efficienza e sicurezza dell’hub di Cosenza è unanimemente riconosciuto e, all’interno di una regione come la nostra, il presidio cosentino rappresenta una lodevole eccezione al disastro prodotto da decenni di gestioni imbarazzanti”.
“Resta chiaro – conclude Bevacqua – che, operando nel ristretto ambito della gestione ordinaria, i problemi strutturali rimangono intatti: affrontarli non è certamente compito della professione medica. È compito della politica che deve recuperare la capacità di produrre scelte nette, sovente impossibilitate da un sistema di veti incrociati che pare inchiodato al presente e che, pertanto, deve essere destinatario di una lotta senza compromessi.
Credo che sia compito del Consiglio regionale difendere la sanità pubblica, senza nascondere, naturalmente, criticità e debolezze, per evitare ulteriori migrazioni sanitarie verso altre regioni. Chi si illude che ciò possa favorire indiscriminatamente il sistema privato in Calabria, commetterebbe l’errore di bloccare l’emergere delle eccellenze che un sistema pubblico deve costituzionalmente garantire.
Ecco perché esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà ai tantissimi professionisti presenti nel pubblico che svolgono ogni giorno un servizio insostituibile per le nostre comunità e che nulla hanno a che fare con quelle poche mele marce che vanno individuate ed emarginate”.