Ospedale di Polistena: Il silenzio degli indifferenti non è più tollerabile perché si diventa colpevoli Domani alle 18.30 ci sarà un sit-in pacifico davanti ai cancelli dell'Ospedale Spoke di Polistena, non è semplicemente una protesta, ma una lotta disperata contro la "sanità negata" e per la tutela della dignità alla salute dei cittadini della Piana
redazione | Il 25, Lug 2024
Di GiLar
L’Ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” è un presidio indispensabile per la Piana di Gioia Tauro ed è al contempo un dovere morale per i cittadini iniziare a lottare per la sua salvaguardia, ma soprattutto per un doveroso e necessario potenziamento dello stesso. Il silenzio degli indifferenti non è ammesso perché come ci insegnò Gramsci, rappresentano il peso morto della storia.
In questi anni seppur molto criticati e anche denunciati, querelati non abbiamo indietreggiato di un passo pur di batterci per rivendicare quei diritti che la Costituzione sancisce sulla salute dei cittadini. Potevamo lavarci le mani in maniera pilatesca, fare il gioco dell’inerzia e della costante indifferenza, tipica dell’ignavia, del parassitismo nascosto, ma che diventa attivo quando ha bisogno di qualche favore all’interno di quel Nosocomio che resta un punto di riferimento della Piana, nonostante tutto e nonostante i molteplici problemi che lo affliggono.
Ma quando qualcuno ha un problema di salute è l’unico ospedale con un Pronto Soccorso (efficiente checché se ne dica), con del personale medico ed infermieristico che seppur pressati e oberati dall’immensa mole di lavoro, svolgono il loro dovere con dovere e professionalità, consapevoli che hanno davanti degli esseri umani che vanno a prescindere salvaguardati e curati.
Il pettegolezzo spicciolo non ha mai fatto parte della nostra cultura e abbiamo sempre constatato con mano quello che accade in quel Nosocomio polistenese, e abbiamo visti primari efficienti che sacrificano la loro vita per elargire un servizio sanitario alla gente. Abbiamo denunciato la situazione del primario di Cardiologia Enzo Amodeo ed oggi è un reparto di eccellenza dove in tanti con problemi cardiaci hanno fiducia di quelle professionalità esperte. Abbiamo denunciato il sotto organico di un primario invidiato e al contempo amato dalla gente per la sua efficiente professionalità nonché indubbia preparazione medica come Niky Cordopatri che dirige la Radiologia e dove vengono da ogni luogo (anche fuori dai confini regionali) per essere “refertati” nelle varie analisi strumentali come Tac e Risonanza Magnetica. Eppure lo fa con puntualità nonostante non ha il personale medico sufficiente per poter essere più efficiente di quanto già non lo sia. E ci sarebbero altri reparti dove quotidianamente effettuano prestazioni mediche per pazienti che ripetiamo, hanno come punto di riferimento indispensabile per la propria salute, l’Ospedale di Polistena.
Ed è per questo che domani nessuno si deve sottrarre ai “doveri” di salvaguardia di un Ospedale che sta subendo il rischio di uno smantellamento ingiustificato, così come hanno denunciato i componenti della Comitato Spontaneo a Tutela della Salute, e che domani alle 18.30 dovremmo essere tutti i presenti a Polistena davanti ai cancelli dell’Ospedale Spoke di Polistena per una protesta pacifica per salvaguardare il Nosocomio e per dire “NO agli scippi, ai tradimenti e al diritto di cura negato nella Piana”.
Ne va della Salute di tutti perché la Salute è soprattutto dignità della persona, ma è anche un diritto costituzionale che dovrebbero permettersi tutti e non solo chi ha la possibilità di andare a curarsi fuori perché dotati di portafogli pieni in quanto anche le persone umili hanno la stessa miserabile dignità con gli stessi diritti a curarsi. Questo è uno dei punti fermi del sit-in di domani dove i primi a essere presenti, ce lo auguriamo, siano i primi rappresentanti del popolo, ovvero tutti i sindaci della Piana.
Ci sono dei motivi per i quali le apatie, l’abulia e l’indifferenza rischiano di essere delle colpevolezze imperdonabili, non esserci sarebbe la sconfitta della dignità di un popolo.