Ottaviano Augusto, Virgilio, Enea e Michelle Obama accomunati dagli ulivi del Salento
Feb 20, 2014 - redazione
Bella scoperta di Michele Doria. A 2000 anni dalla morte, Doria sostiene che il primo imperatore romano, dopo lo sbarco a Roca nel 44 aC, si sia accampato insieme a Virgilio nel campo di ulivi che oggi ospita l’albero donato alla First Lady Usa
Ottaviano Augusto, Virgilio, Enea e Michelle Obama accomunati dagli ulivi del Salento
Bella scoperta di Michele Doria. A 2000 anni dalla morte, Doria sostiene che il primo imperatore romano, dopo lo sbarco a Roca nel 44 aC, si sia accampato insieme a Virgilio nel campo di ulivi che oggi ospita l’albero donato alla First Lady Usa
Lecce – A distanza di duemila anni dalla morte di Ottaviano Augusto,
deceduto il 19 Agosto dell’anno 14 d.C., spunta oggi un curioso studio (e
una bella coincidenza) secondo cui il primo imperatore romano, dopo il suo
sbarco a Roca nel 44 a.C., si sia accampato in un campo di ulivi a metà
strada tra Roca e Lecce, nelle vicinanze della Masseria dei Gesuini, proprio
in quelle campagne di Strudà che ora ospitano l’ulivo ultramillenario “La
Regina” assegnato due anni fa alla First Lady americana Michelle Obama. Non
solo, visto che insieme e al seguito di Cesare Ottaviano Augusto vi era
anche Virgilio e che nella sua Eneide racconta dell’approdo di Enea in terra
salentina, con ogni probabilità il grande poeta ha voluto far sbarcare il
suo eroico protagonista esattamente dove qualche anno prima lui stesso aveva
toccato l’italica terra.
Lo studio è di Michele Doria, presidente dell’Oleificio sociale S. Anna di
Vernole e appassionato di storia e di Salento. A riprova di quanto afferma,
Doria cita Appiano Alessandrino e Nicola Damasceno i quali, l’uno nella
“Storia Romana” e l’altro nella “Vita di Augusto giovane”, scrivono che
Ottaviano, alla morte di Cesare, era in Apollonia (Albania) per la sua
formazione culturale e, una volta ricevuta la tragica notizia, volle tornare
in Italia e che, per il timore di essere riconosciuto, consigliò lo sbarco
non a Brindisi né ad Otranto, ma in un porto intermedio, il porto di Roca,
collegato con un’antica strada alla città di Lecce. A metà di questa strada
si fermò in una radura con il suo seguito, tra cui Virgilio, ed inviò alcuni
emissari a Lecce per verificare se gli abitanti fossero dalla parte della
famiglia Iulia o dei repubblicani. Al loro rientro riferirono ad Ottaviano
della lealtà espressa dai leccesi nei suoi confronti. Augusto, sgravato da
ogni timore, si recò a Lecce, consolidò il manipolo dei suoi seguaci con dei
validi cavalieri messapici ed iniziò il viaggio verso Roma. Successivamente,
da imperatore, riconoscente per l’appoggio ottenuto dai Leccesi, unificò i
territori dei Messapi e dei Sallentini in una nuova provincia Romana detta
Calabra ed elesse Lecce a capoluogo della stessa.
Michele Doria sostiene che il porto di Roca è quello dove sbarcò Augusto ed
a conferma cita Virgilio, che nell’Eneide, apoteosi della famiglia Iulia,
descrive così, dopo la partenza dalla Caonia, il primo porto italico dove
approdò Enea: “Rivolto ad oriente, arcuato, fronteggiato da scogli dove
spumoso frange il mare, con ai lati due muraglie che dal largo sembrano
torri, sulla cima un tempio che più t’accosti e più si dilegua”. Doria
sostiene, inoltre, che la strada fra Roca e Lecce è quella dove è sorta la
frazione di Strudà ad opera di un gruppo di soldati albanesi detti
Stratotai, chiamati per difendere il territorio dalle scorrerie dei saraceni
e che nei pressi della masseria dei Gesuini si è a metà percorso tra Roca e
Lecce dove tra l’estesa foresta di lecci, in un campo con giovani piante di
olivo, si accampò con il suo seguito Cesare Ottaviano Augusto.
Ora, nell’anno in cui il Salento per la seconda volta è stato eletto
“Territorio dell’Anno” e il suo capoluogo si sta candidando a Capitale
Europea della Cultura 2019 e, ancora, con l’auspicio che la First Lady
Michelle Obama possa accettare l’invito a venire in Salento a conoscere il
“suo” albero in occasione della prossima visita ufficiale del presidente Usa
Barack Obama (27 marzo 2014), forse sarebbe una buona azione quella di
ripristinare, da parte delle amministrazioni di Lecce e Vernole, la strada
che porta da Strudà a Lecce ed i muretti a secco che la delimitano.