Oxy face lift
Il dott. Amuso ci spiega come rimodellare il viso senza l’uso del bisturi
Oxy face lift
Il dott. Amuso ci spiega come rimodellare il viso senza l’uso del bisturi
Rimodellare il viso senza l’uso del bisturi ma con una tecnica semplice e funzionale.
La procedura terapeutica, ha l’obiettivo di modellare, rigenerare e determinare un moderato tirage (Lifting) nel volto.
Per la realizzazione dell’oxy face lift, è necessaria la combinazione di 2 procedure terapeutiche, il gas contouring e i fili di sospensione.
La terapia può essere applicata a tutte le persone che necessitano non solo un sostegno per l’ipotonia cutanea che si rende evidente ma anche per migliorare la luminosità, la compattezza, l’idratazione e l’elasticità cutanea.
Dopo un’attenta valutazione clinica del paziente , facendo attenzione a quelle che sono le linee di Langer fondamentali nell’applicazione della oxy face lift, si inizia con il gas contouring:
Il primo step per l’applicazione della terapia è, dopo una adeguata detersione del viso del paziente, l’inoculazione dell’anidride carbonica ( carbossiterapia) con procedura di meso-carbossi, cioè l’inoculazione del gas in piccoli ponfi di 3-5 cc in punti specifici del viso.
Nella figura sono evidenziate le unità estetiche del volto e in ogni sua zona, almeno per il gas contouring deve avvenire uno stimolo.
Ad eccezione della regione paratiroidea e frontale dove lo stimolo con la meso-carbossi deve avvenire con ponfi di 5 cc in tutte le restanti regione i ponfi che si praticano devono essere di 3 cc.
Quando il gas viene utilizzato, viene somministrato attraverso inoculazioni cutanee con flusso variabile tra 100/120 cc/minuto.
Per l’esecuzione della terapia si utilizzano aghi da 30G/ 11-13 mm che vengono infissi con inclinazione di 30° per tutte le regioni del volto ad eccezione della regione paratiroidea e frontale in cui l’ago deve essere inclinato di 45°.
La carbossiterapia esercita di fatto, una azione di riabilitazione del microcircolo.
L’effetto della meso- carbossiterapia si manifesta con l’attivazione dei fibroblasti nel derma , la sintesi di nuove fibre collagene di tipo III, migliore idratazione cutanea per la sintesi di acido ialuronico, miglioramento dell’elasticità della pelle per la sintesi di fibre elastiche senza elastoressi, tutto ciò favorisce un notevole miglioramento della tonicità.
Inoltre l’anidride carbonica aumenta la disponibilità dell’ossigeno nella sede trattata per effetto della stimolazione diretta delle fibre muscolari della parete vasale (per l’acidosi indotta dalla reazione con H2O e formazione di H2CO3), con effetto simpaticomimetico sui vasi con aumento della velocità di flusso ed apertura degli sfinteri precapillari; effetto Bohr (riduzione dell’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno, con aumentata tendenza per l’ossiemoglobina a rilasciare ossigeno nei tessuti), riapertura dei capillari profondi.
In modo semplice l’effetto della meso-carbossi si può tradurre cosi: grazie all’uso del gas, si provoca la vasodilatazione e la riattivazione del microcircolo. In questo modo, il flusso sanguigno e il metabolismo cutaneo migliorano, i tessuti risultano maggiormente ossigenati e la pelle assume un aspetto decisamente più sano e bello.
Alla meso –carbossi segue subito dopo la propulsione di ossigeno.
Questo è l’unico device che con certezza assoluta ci dà la possibilità di utilizzare ossigeno puro al 94/98% con una potenza di emissione di almeno 2,5 atmosfere superiori alla norma.
Durante la fase di emissione, l’ossigeno propulsivo al contatto con la pelle osserva un periodo di latenza in cui il gas entra in equilibrio con l’epidermide, raggiunto l’equilibrio comincia un flusso costante di penetrazione la cui entità è proporzionale alla concentrazione e all’atmosfera di emissione del gas. Il periodo di latenza è stato misurato, ha una durata di 8 minuti.
Tanto maggiore è la pressione di uscita, maggiore è la penetrazione (prima legge di Fich).
La propulsione di ossigeno consente il passaggio del gas per via trans-cutanea, ciò avviene in piccola parte dagli annessi ghiandolari (apparato pilo sebaceo e ghiandole eccrine) e attraverso un percorso intercellulare eo trans-cellulare.
L’azione terapeutica della Propulsione di Ossigeno è caratterizzata dalle proprietà angiogenetiche.
La Propulsione di Ossigeno determina una regolazione a lungo termine del flusso ematico tessutale, operando un aumento dell’entità del letto vascolare della microcircolazione tessutale generando una angiogenesi vera.
Di fatto ripristina l’unità vascolare del derma.
La meso-carbossiterapia e la propulsione di ossigeno scolpiscono il derma:
stimolano la sintesi delle fibre dermiche di RIEMPIMENTO.
Intensificano la sintesi delle fibre di SOSTEGNO.
Tonificano la pelle e riempiono i micro‐solchi di superficie per conferire densità e volume alla pelle.
Migliorano la qualità della matrice extracellulare, stimolando la sintesi di GAG ( glicosaminoglicani), collagene di tipo I, III, IV, di Aminoacidi che costituiscono L’NMF Per idratare la cute.
L’oxy face lift viene completata dopo 30 minuti con l’applicazione dei fili, FTC LIft (Fine Thread Contour) .
Questi hanno una duplice funzione, di biostimolazione della cute e sostegno dei tessuti lassi.
La procedura di applicazione è indolore nonostante l’uso di aghe che nel viso a seconda della sede possono avere una lunghezza di 5, 3,8 e 2,5 cm che rilasciano nel derma ipoderma superficiale, microfili in PDO (polidiossanone) riassorbibile.
Gli aghi utilizzati, hanno un diametro di (26G-30G) affissi al filo assorbibile (spessore di 0.07 mm – 0.15 mm e lunghezza di 3-16cm).
Quando l’ago viene inserito nella cute il filo che si trova all’interno dell’ago, viene impiantato.
Con questa innovativa tecnica, per effetto di una stimolazione di tipo meccanico che prende il nome di meccanotrasduzione, la cellule sono in grado di reagire a stimoli esterni di natura meccanica come compressione e stiramento modificando la propria forma grazie al riarrangiamento delle componenti citoscheletriche: di fatto, le cellule convertono stimoli meccanici in risposte biochimiche .
Le cellule cutanee a partire da quelle presenti nel derma ( fibroblasti) hanno la peculiare caratteristica di essere dinamiche nel senso che sono in grado di riarrangiarsi sia microscopicamente (modificando il citoscheletro) che topograficamente grazie a meccanismi di meccanocezione e meccanotrasduzione interagendo con l’ambiente circostante comprendente la matrice extracellulare, le cellule endoteliali e tutte le altre cellule che formano la cute.
La conservazione dello stato di salute di un tessuto , in questo caso la pelle, si basa sul concetto dell’equilibrio. Tutto il corpo umano, ogni singola cellula di esso, per lavorare al meglio deve avere una propria struttura e una propria organizzazione in modo tale da avere l’interazione più funzionale ed efficiente con l’ambiente circostante.
Abbiamo sempre detto che la cute è un organo dinamico, non solo per la capacità che ha di respirare attraverso i mitocondri ma anche per il fatto che ha la capacità di adattarsi soprattutto per mezzo dei fibroblasti agli stimoli dell’ambiente circostante, ciò avvine per mezzo di meccanismi di trasduzione capaci di determinare un riarrangiamento del citoscheletro.
Il mantenimento di questa organizzazione riguarda l’interazione dei fibroblasti con l’ambiente circostante, soprattutto cellula – matrice e cellulla – cellula. Le proteine coinvolte in questa interazione sono le integrine .
I cambiamenti o le interruzioni di queste adesioni possono avere effetti negativi sulla salute dei fibroblasti e quindi del derma e successivamente della pelle in toto e quindi possono portare a fenomeni come ipotonia cutanea o accentuazione delle rughe e solchi , riduzione della quantità di ossigeno con conseguente grigiore cutaneo.
Le integrine permettono alle cellule del derma di aiutare ad ancorare il citoscheletro intracellulare con la matrice extracellulare.
Sollecitazioni meccaniche quindi agiscono su queste proteine connettenti e quindi per meccanotrasduzione le modifiche si riversano sul citoscheletro: tale struttura può essere vista come un modello di impalcatura che stabilizza e orienta l’organizzazione strutturale delle componenti proteiche contrattili.
Le adesioni cellula-cellula e cellula-matrice sono strettamente collegate alla rete citoscheletrica e c’è un’interazione dinamica tra le due, esperimenti in vitro hanno dimostrato che le integrine nella cute ma anche le caderine in altre cellule e tessuti, svolgono un ruolo cruciale nell’allineamento delle cellule.
Pertanto dovendo semplificare, i fili di PDO, posizionati nella cute trattata, stimolano, la proliferazione di fibre collagene, fattori di crescita e fibre elastiche, con conseguente migliore idratazione , sostegno e compattezza della pelle in toto, tanto da ottenere un effetto “soft LIFTING”.
La cute , pur essendo un organo dinamico è anche un tessuto definito labile in quanto nel derma si osserva un continuo rimaneggiamento dei componenti biologici, ciò avviene per effetto dell’azione delle metalloproteasi che idrolizzano le macromolecole della cute e i fibroblasti le riformano.
L’attività della ricostruzione cutanea è svolta dai fibroblasti, questi hanno dei recettori di superficie chiamati CD44 che quando vengono stimolati, i fibroblasti si attivano sia per una attività moltiplicativa, sia per una attività sintetica.
I fili di PDO antimicrobico, sono totalmente assorbibili in 6-8 mesi per via idrolitica con alta capacità di biostimolazione di neocollagene e fibre elastiche,stimolano la proliferazione delle cellule staminali mesenchimanli adulte determinando la bioristrutturazione e la biorigenerazione della zona trattata.
I fili vengono riassorbiti in circa 250 giorni.
La cute trattata con fili in PDO manifesta una minima reazione infiammatoria, un graduale incapsulamento nel tessuto connettivo fibroso, una progressiva perdita di forza elastica, un graduale totale assorbimento (idrolisi).
Il filo PDO, è un polimero che si trasforma in acido glicolico e acido lattico, quindi in anidride carbonica e acqua.
La particolare preparazione di ago e filo ne garantiscono il perfetto impianto nei tessuti.
Gli effetti immediati ,dopo l’applicazione dei fili sono:
rimodellamento i tessuti ceduti, sostegno delle parti molli della zona trattata .
Nel lungo periodo gli effetti sono: produzione di neocollagene in risposta alla buona attività della matrice, stimolo del metabolismo cellulare ed il flusso sanguigno nelle zone trattate, stimolo delle cellule staminali mesenchimali dermiche e del connettivo delle cellule adipose che contribuiscono alla struttura di sostegno.
Riassumendo , il posizionamento dei fili di PDO detrmina:
Effetto lifting immediato.
Sostegno immediato delle zone cedute.
Effetto di tonificazione dei tessuti.
Effetto rassodante visibile entro 2-3 giorni.
Effetto schiarente.
Il filo migliora l’apporto di sangue ai tessuti e stimola la produzione di alcuni fattori (growth factors) che migliorano la luminosità cutanea.
Grazie alla sintesi del collagene, il filo formerà una struttura di supporto permanente per il tessuto del viso.
L’effetto lifting è al suo massimo diversi mesi dopo il trattamento, quando il collagene si è formato attorno al filo.
L’inserimento dei fili di PDO, è un trattamento mini invasivo senza incisioni,non necessita di anestesia, è un trattamento ambulatoriale sicuro e rapido, ha una tecnica di applicazione relativamente facile e semplice, ha un basso rischio di complicanze vere, è possibile correggere facilmente eventuali asimmetrie o effetti collaterali, totale assenza di cicatrici.
Gli effetti collaterali che si possono presentare sono:
eventuale parziale fuoriuscita del filo ( si sfila il filo);
avvallamento e depressione:(Effettuando un leggero massaggio è possibile migliorare la risposta del tessuto);
ematomi, basta un po’ di ghiaccio e compressione;
infezione, copertura antibiotica;
asimmetrie, piccole correzioni.