Palmi, Consiglio comunale nel caos. Minoranza lascia l’aula Ranuccio e Frisina spiegano le cause del loro gesto
Siamo all’assurdo.
Una maggioranza che non ha i numeri e pretenderebbe dalla minoranza ciò che non
riesce ad ottenere dai suoi stessi componenti.
Seppur abituati, oramai, alle mistificazioni ed alle falsità propinate ai cittadini
da questa maggioranza, siamo costretti, questa volta, a fare chiarezza su quanto
accaduto nel corso dell’ultimo consiglio comunale; e ciò, per amore di verità e
correttezza verso la città.
Contrariamente a quanto affermato da qualche esponente della maggioranza infatti,
l’opposizione ha abbandonato l’aula per motivazioni politiche valide, logiche
e quasi ovvie.
È a dir poco ridicolo, infatti, il tentativo della maggioranza di mascherare la
propria incapacità ed impossibilità di amministrare, numeri alla mano, attribuendo
alla minoranza fantomatiche colpe.
È dato inconfutabile che, soprattutto negli ultimi tempi, la maggioranza ha serie
ed oggettive difficoltà persino nel raggiungere il numero minimo e necessario per
la celebrazione del civico consesso. Come peraltro ammesso dallo stesso sindaco infatti,
ultimamente i numeri della maggioranza, in più occasioni, non sono stati sufficienti
a garantire il numero legale necessario. Ciò nonostante, attesa l’importanza delle
tematiche trattate (ospedale, PPM, tribunale etc) la minoranza ha spesso deciso
di rimanere in aula, sopperendo alle assenze della maggioranza, e contribuendo così
alla tutela degli interessi dei cittadini palmesi. Chi sostiene pertanto che non
abbiamo a cuore le sorti della città, mente sapendo di mentire. Come già detto
quindi – ripetesi – la minoranza solo e soltanto per sincero senso di responsabilità
ha in molte occasioni permesso la celebrazione del consiglio comunale, contribuendo
attivamente alla difesa del bene comune. Con riferimento alla seduta ultima invece,
vi sono diverse precisazioni che meritano evidenza pubblica.
1) la seduta del consiglio, prevista per le ore 15, è iniziata ben oltre le ore 16,
in violazione quindi della legge che prevede, invece, un’attesa ed un ritardo
massimo di 60 minuti.
2) nonostante ciò, intuita la insufficienza numerica, il sindaco ha prospettato di
invertire l’ordine dei lavori per poter approvare, grazie a noi, almeno una modifica
doverosa al regolamento in materia di tributi. tale soluzione, da noi valutata positivamente,
non ha comunque trovato attuazione atteso che i lavori sono proseguiti (sopraggiunto
nelle more il consigliere Manucra) senza tener conto di quanto detto dal sindaco
solo pochi istanti prima. A nulla è valso il richiamo fatto, sul punto, dalla minoranza
stessa. Ennesima dimostrazione di slealtà quindi.
3) attraverso mezzucci ed escamotage propri della vecchia e brutta politica, la maggioranza,
approfittando della disponibilità al dialogo mostrata in apertura dalla minoranza,
è riuscita a procurarsi il supporto amico e numericamente fondamentale del consigliere
Manucra che, formalmente, siede tra i banchi dell’opposizione. Senza l’avvento
salvifico, non il primo, tempestivo seppur in ritardo, dell’appena indicato consigliere,
pertanto, ancora una volta la maggioranza si sarebbe trovata senza numeri e, quindi,
nell’impossibilità di amministrare. A tal proposito, peraltro, suggeriamo al consigliere
Pace di valutare l’ipotesi di consegnare una medaglia d’oro anche alle “stampelle”
che, di volte in volta, spinti dall’amore per l’interesse collettivo, sopraggiungono
in soccorso dell’amministrazione.
4) se, questa volta, a differenza di altre, l’opposizione ha deciso di abbandonare
l’aula, è perché non è più tollerabile, nè peraltro sarebbe rispettoso del
ruolo che riveste, che sia compito della stessa garantire i numeri necessari per
lo svolgimento dei lavori consiliari.
Alla luce di tutto quanto rappresentato, e concludendo, ci sentiamo di invitare il
sindaco e la squadra di governo tutta ad una seria riflessione rispetto ai loro equilibri
interni ed alla sussistenza o meno dei numeri necessari per andare avanti. Non è
assolutamente credibile o ipotizzabile, in sostanza, che non si possa amministrare
per l’operato della minoranza che, legittimamente, fa la sua parte.
Non si può pretendere che l’opposizione si presti e si prostri al servizio della
maggioranza e sopperisca ripetutamente alle sue gravi e numerose lacune partecipative.
Se una maggioranza ha numeri, è giusto e doveroso che governi; se non li ha, invece,
è inutile sfogare la frustrazione, data dalla consapevolezza della realtà, sui
membri della minoranza.
Confutata pertanto ogni accusa di mancanza di responsabilità, per come dimostrato
dai fatti storici anche recenti, gli scriventi sollecitano piuttosto gli attuali
amministratori ad una seria verifica rispetto alla loro autonomia numerica e, di
conseguenza, alla possibilità di continuare ad amministrare senza la necessità
di dover ricorrere ad aiuti esterni. In caso contrario, invece che provare, con metodi
tristi, a mistificare la realtà, scaricando su altri colpe esclusivamente loro,
sarebbe il caso di anticipare la fine di questa esperienza, salvando quantomeno,
laddove presente, quel briciolo di dignità politica rimasta.
I consiglieri comunali d’opposizione
G. Ranuccio e P. Frisina