Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 28 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Palmi, misure cautelari personali e sequestri per 800 mila euro per bancarotta fraudolenta Oltre all'occultamento di documenti contabili a due soggetti titolari di un’impresa della ristorazione

Palmi, misure cautelari personali e sequestri per 800 mila euro per bancarotta fraudolenta Oltre all'occultamento di documenti contabili a due soggetti titolari di un’impresa della ristorazione

I finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito il sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili ed immobili fino ad un valore corrispondente a circa 800 mila euro nei confronti dei responsabili di un’impresa della ristorazione, poi fallita, nell’ambito di una indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Palmi per fattispecie di bancarotta fraudolenta ed occultamento di documenti contabili.
I provvedimenti scaturiscono da complesse investigazioni svolte dalle Fiamme gialle della Compagnia Palmi sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Daniele Scarpino, che hanno portato alla luce reiterati episodi di distrazione patrimoniale preordinati allo svuotamento del denaro e dei beni dell’impresa a favore del titolare dell’impresa.
Il modus operandi adottato dagli indagati si è caratterizzato per copiosi ammanchi alle casse ed al patrimonio della società dissimulati con ripetute scritturazioni contabili mendaci. La contabilità relativa al periodo immediatamente antecedente il fallimento è stata completamente occultata, nel tentativo di rendere difficoltosa la ricostruzione, sotto il profilo contabile, delle vicende aziendali che hanno determinato il dissesto finanziario.
Le investigazioni hanno svelato l’insussistenza della rappresentanza legale della società, attribuita ad un soggetto risultato impiegato, di fatto, come pizzaiolo e, contestualmente, hanno permesso di individuare il reale “dominus” dell’impresa, un quarantasettenne di Melicucco, formalmente inquadrato come dipendente ma risultato in realtà dirigere l’attività ristorativa nonché disporre, anche per fini personali, dei conti correnti, delle carte di credito e delle autovetture aziendali.
Ai due indagati, colpiti dai sequestri di beni e denaro, è stata applicata anche la misura cautelare dell’obbligo di dimora.