Ogni eccesso non porta buone conseguenze. Questo è un principio logico che vale
tantopiù per la nostra alimentazione quotidiana. Nel mirino dei ricercatori, per
restare in tema, sono finiti due alimenti tanto comuni e tanto apprezzati quali il
pane e le patate che possono causare danni alla nostra salute, e non parliamo del
peso forma. Uno studio condotto presso la Food Standard Agency (FSA) del Regno Unito
– che per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha
valore generale e riguardare anche il Nostro Paese – ha evidenziato la pericolosità
di una sostanza chiamata acrilammide, prodotta nei cibi che vengono arrostiti, abbrustoliti,
fritti e grigliati a lungo o ad alte temperature. Steve Wearne, direttore della FSA,
ha comunicato un semplice suggerimento: ridurre il consumo di pane e soprattutto
di patate, uno degli alimenti che più si presta a diversi metodi di cottura.«I
nostri studi indicano che la maggior parte delle persone non sono a conoscenza dell’esistenza
dell’acrilammide, o del fatto che dovrebbero tentare di ridurne l’apporto»,
ha spiegato Wearne. «Vogliamo che la nostra campagna “Go for Gold” faccia luce
sulla questione, in modo che i consumatori sappiano come apportare anche i più piccoli
cambiamenti al fine di ridurre il consumo di acrilammide continuando però ad integrare
la giusta quantità di amido, carboidrati e verdure come raccomandato dalle linee
guida generali del Paese».La campagna Go for Gold è improntata a semplici regole
rivolte alla popolazione, ed in particolare ad essere più consapevole dei vari metodi
per cucinare i propri cibi. Tra i suggerimenti base, quando si friggono le patatine,
il colore finale deve essere dorato, e non troppo scuro. La stessa regola vale per
le grigliate di verdure e per il pane abbrustolito. La FSA ricorda anche di conservare
le patate in un luogo fresco e buio; mai in frigorifero.«Anche se ci sono tante
altre cose da conoscere riguardo ai rischi presentati dall’acrilammide, è importante
che il Governo, l’industria e gli altri settori facciano già tutto il possibile
per ridurre l’apporto di questa sostanza», ha continuato l’esperto. «Questa
campagna fa parte di un progetto più grande mirato a ridurre il livello di acrilammide
consumato dalla popolazione generale attraverso la collaborazione con le industrie
alimentari, per ridurre il contenuto di acrilammide nei prodotti che producono e
distribuiscono».