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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 17 DICEMBRE 2024

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Papa Francesco a giugno in Calabria

Papa Francesco a giugno in Calabria

| Il 29, Mar 2014

Ha scelto la diocesi di Cassano allo Ionio

Papa Francesco a giugno in Calabria

Ha scelto la diocesi di Cassano allo Ionio

 

CASSANO ALLO JONIO (CS) – Papa Francesco sarà a giugno in Calabria, ed ha scelto la diocesi di Cassano allo Ionio. Una diocesi per la quale il Pontefice ha dimostrato una grande attenzione, vista anche la nomina dell’arcivescovo, monsignore Nunzio Galantino, quale segretario generale della Conferenza episcopale italiana.
In quel territorio, poi, si sono verificati anche due fatti di cronaca che sono stati seguiti dallo stesso Papa Francesco, l’omicidio del piccolo Cocò Campilongo, e quello del sacerdote don Lazzaro Longobardi.
I dettagli della visita saranno resi noti oggi, alle 10,30, nella Cattedrale di Cassano, quando sarà aperta una lettera con tutte le informazioni.

Don Nunzio annuncia la visita del Santo padre

Giovedì, 27 Marzo 2014, assieme al Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sono stato ricevuto in udienza privata (09,00 – 09,45) da Papa Francesco. Prima ancora che iniziasse il nostro dialogo intorno ai temi oggetto dell’udienza, il Santo Padre mi ha comunicato la sua intenzione di venire in visita a Cassano.
Il settore addetto della Segreteria di Stato farà conoscere, spero entro la prossima settimana, la data esatta e le modalità di massima della visita che il Santo Padre farà alla nostra Diocesi.

Perché il Papa a Cassano?
É stato il Papa stesso a dirmi quale motivo lo porta a farsi pellegrino nel nostro territorio. Innanzitutto mantenere la parola e quindi dare seguito a quanto Egli stesso aveva scritto ai “Sacerdoti, Consacrati e fedeli della Diocesi di Cassano all’Jonio”. «Non ho ancora avuto il piacere di conoscervi di persona – scriveva Papa Francesco il 28 Dicembre 2013 – ma spero di poterlo fare presto».
Ed ecco realizzata la speranza e mantenuta la promessa; in risposta anche alla richiesta che i nostri Sacerdoti avevano avanzato in una lettera indirizzata al Santo Padre. «Desideriamo incontrarla e conoscerla – si leggeva in quella lettera -. Non ci basta incrociare il suo sguardo in televisione o sui giornali. E come possiamo avvicinarLa, se non ci viene incontro?».
Non solo. La visita del Papa vuole essere l’occasione per chiedere – guardandoci negli occhi e dopo averlo fatto per iscritto – di essere “compreso” e “perdonato” e, come Egli stesso mi ha ripetuto più volte Giovedì mattina, per “chiedere scusa”.

La visita del Papa: un evento di Chiesa
La visita del Santo Padre è un evento di Chiesa! Il Papa verrà per incontrare la Comunità di credenti che testimonia il Signore Risorto nel territorio della nostra Diocesi. Accanto alle motivazioni immediate che hanno provocato questa visita, la presenza del Santo Padre è un segno forte e concreto della vicinanza del Signore a un territorio – il nostro – che sente forte il bisogno di essere “confermato nella fede” e recuperato in maniera sempre più forte a una vita degna di essere vissuta.
Gli episodi che hanno recentemente insanguinato in maniera efferata il nostro territorio – l’ultimo, la morte violenta di Padre Lazzaro – sono solo la spia eclatante di un disagio che attende risposte. E la nostra Chiesa non può limitarsi, come ho già detto in particolare ai Sacerdoti, a contare vittime o a celebrare funerali.
La passione con la quale Papa Francesco sta testimoniando e traducendo in pratica il Vangelo non lascia alibi a nessuno. Tutti, come singoli e come comunità, dobbiamo “metterci del nostro” perché questa nostra terra sia realmente una terra benedetta. E lo sarà nella misura in cui i credenti per primi sentiranno forte la passione di testimoniare Gesù, caricando di senso nuovo quanto “si è sempre fatto”: se nonostante le tante forme di presenza religiosa il nostro territorio è costretto a registrare ancora violenza, sopraffazione, corruzione e disagi di ogni genere, vuol dire che il modo in cui noi, come Chiesa, viviamo, non tocca i bisogni veri e non incarna in maniera coerente il Vangelo che ci è stato affidato.

La visita del Papa: non solo evento di Chiesa
Sì, la visita del Santo Padre è un evento di Chiesa. Ma proprio perché la Chiesa vive – e deve farlo sempre di più – per strada, la presenza del Santo Padre può e deve significare qualcosa anche per quanti non sono vicini alla Chiesa e comunque abitano il nostro territorio.
La visita del Santo Padre sarà un evento importante anche per queste persone solo se tutti noi che siamo più direttamente interessati all’evento, sapremo prepararlo e viverlo evitando tutto ciò che può banalizzare un evento di grazia, come la presenza di Papa Francesco a Cassano.

Qualche prima ed immediata indicazione
É per questo che mi permetto di dare qualche prima ed immediata indicazione, ripromettendomi di tornarvi sopra quando conosceremo anche i dettagli della visita pastorale del Santo Padre. So anche – conoscendo la buona fede di gran parte di voi – che quanto sto per dire può risultare superfluo. Ma permettete che lo dica lo stesso.
1. La visita del Papa non può e non deve rappresentare un capitolo di spesa ingiustificata né per la Chiesa Diocesana né per le Amministrazione Comunali, in particolare per quella di Cassano.
Per questo chiedo che non si proceda a interventi di maquillage occasionali, tesi solo a rendere la città ed il percorso presentabili agli occhi del Papa e del suo seguito. Se si prevede di realizzare qualche intervento, deve trattarsi di interventi strutturali e duraturi per il bene della città. Se proprio vogliamo realizzare qualche intervento che faccia ricordare con riconoscenza la visita del Santo Padre, si studi fin d’ora il risanamento di parti (anche limitate) della città nelle quali è ancora oggettivamente difficile vivere in maniera sicura e dignitosa. Anche se il Santo Padre non dovesse passare attraverso quei vicoli, sarebbe bello poter dire, ad esempio, che il risanamento di una parte del Centro storico o l’illuminazione di una parte di esso sono stati realizzati in occasione della visita del Papa.
2. A nessuno è preclusa la possibilità di contribuire, nei modi e a seconda delle possibilità personali, alle spese che certamente comporterà la visita del Santo Padre. A patto però che tutto venga regolarmente registrato e reso pubblico da parte di un Comitato preparatorio. E poi, a patto che ci sia la consapevolezza da parte di eventuali donatori che il proprio contributo non dà diritto a trattamenti di preferenza o a prime file. Chi prevede di non poter accettare questa condizione è dispensato dal dare il proprio contributo.
3. Colgo questa occasione per invitare a tenersi alla larga dalla tentazione di promettere trattamenti di favore o posti privilegiati a chicchessia. Né venite a chiederli a me. Gli unici privilegiati saranno gli ammalati e quanti da tempo vengono seguiti dalla Caritas Diocesana. La prima fila è per loro. A questo proposito, si studierà il modo di permettere una rappresentanza di tutto il territorio.
4. Siamo tutti dispensati dal proporre luoghi o strutture particolari da far visitare al Santo Padre. So che tutte – per motivi storici, per ragioni morali ecc. – meritano grande attenzione. La visita del Papa prevede la sua presenza solo in luoghi che concorderemo con la Segreteria di Stato.

Chiedere scusa con i fatti! Ecco un modo serio per prepararci alla visita del Santo Padre
Accanto – ma se volete anche prima e più che esteriormente – è necessario che tutti ci prepariamo ad accogliere Papa Francesco con gesti significativi.
Come?
Partendo dalla motivazione che il Papa stesso ha dato alla sua visita: «Vengo per chiedere scusa», ha detto.
Voglio proporre ai singoli, alle comunità, alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti e alle realtà che intendono prepararsi all’evento un percorso semplice e concreto.
Pongo il percorso di preparazione alla visita del Papa sotto lo slogan: Anche noi vogliamo chiedere scusa. Consapevole, come ci insegna il Papa, che chieder scusa vuol dire impegnarsi a correggere ciò che non va bene.
– Chiedere scusa ai poveri – quelli che girano per le nostre strade – per averli lasciati soli e senza voce, continuando – senza farci scrupolo – a sprecare sia personalmente sia comunitariamente.
– Chiedere scusa ai non credenti o agli indifferenti, quando abbiamo continuato a proporre e a vivere la nostra religiosità senza chiederci se quello che stavamo facendo o dicendo poteva avere un senso anche per loro.
– Chiedere scusa ai nostri ragazzi, quando abbiamo pensato con troppa facilità che bastassero le parole e abbiamo di fatto abdicato al dovere di essere esempi credibili per loro
– Chiedere scusa ai nostri giovani, quando ci siamo accontentati di dire che essi “sono il futuro della società”, ma ne abbiamo ignorato i bisogni reali e non abbiamo fatto niente per sostenere i loro sogni.
– Chiedere scusa al nostro territorio, spesso ridotto a luogo solo da sfruttare e da sfregiare – facendoci beffe di ogni forma di legalità – e non a luogo da far fruttificare per il bene comune.
Buon lavoro a tutti.
Il Signore accompagni il nostro cammino di preparazione all’incontro con Papa Francesco.

don Nunzio Galantino