Papa e Vescovo Francesco: anacronismi economici e morali A Roma si predica bene, nei territori si razzola male
C’è da capire se il sommo pontefice sia una figura retorica oppure è il “capo” di uno Stato ove predomina un’anarchia federalista, perché non è che nei nostri territori ci sia grande “apprezzamento” o seguito per le sue “direttive” e soprattutto per i suoi moniti.
Papa Francesco, nel novembre del 2014, ammonì pesantemente il “prezzario” delle chiese per i sacramenti ai fedeli, utilizzando parole durissime che all’epoca fecero scalpore, perché scapigliarono molti moralisti e media che avevano esultato per la rottura di certi steccati. Ma cosa disse Francesco? Rinfreschiamo la memoria: «Quante volte vediamo che entrando in una chiesa ancora oggi c’è lì la lista dei prezzi: per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la messa. E il popolo si scandalizza». Siamo agli inizi del 2016 ed ancora, per questi sacramenti, i vari sacerdoti nelle loro parrocchie ricevono “offerte” nelle classiche bustine bianche, e soprattutto, visto ciò che aveva detto il loro Capo, nemmeno le rifiutano (come correttamente dovrebbero fare).
Perché rinnovare questa condizione cui molte volte la presente rubrica si è occupata? Semplicemente perché non è concepibile che chi desideri una messa per un proprio defunto o perché credente a quel Dio dell’infinito così misericordioso, e quindi fedele a quei sacramenti, tali hanno un “prezzo”! Ma perché ancora tutto questo? Forse “il popolo non si scandalizza” abbastanza? Così come Francesco ebbe a dire, pur rimanendo inascoltato dai suoi emissari vescovi delle varie diocesi.
Allora, cerchiamo di scandalizzarci assieme ed anche in coro, magari proponendo nelle chiese così come si fa nei bar per chi offre, “Qui non si accettano offerte di nessun genere”. Lo so che la questione potrebbe essere ridicola, ma io aggiungo pure mancante, perché se tale condizione dovesse verificarsi, le tasche mancherebbero di peso in “soldoni”, compresi i contributi pubblici (con i nostri soldi) per feste patronali ed altro, da “marketing territoriale”: si ricordi l’ingresso di Gesù a Gerusalemme ed il suo pensiero sui “mercanti del tempio” quando si ricevono.
Il filosofo Amiel, autore del “Diario intimo”, disse che «La verità non è solo violata dalle falsità; può essere ugualmente oltraggiata dal silenzio». Ecco, appunto, il silenzio! Quello che fino ad ora ha contraddistinto il nostro Vescovo Milito per quanto accaduto ad un suo sacerdote che, nonostante le sollecitazione di un chiarimento, e se fosse vero il fatto che egli stesso ha coperto questo sacerdote sospettato di essersi macchiato di un crimine efferato e terribile come la prostituzione minorile, non ha voluto proferire nessuna spiegazione, non dico ai giornalisti ma soprattutto ai fedeli. Silenzio che suona come una mancanza di rispetto, e non solo a noi tutti, ma anche verso il suo Dio perché lo stesso Francesco disse, a proposito di tali abusi sessuali, «Dio piange per gli abusi sessuali sui bambini. Cose del genere non possono rimanere segrete: mi impegno a un’attenta supervisione affinché i giovani siano protetti e che tutti i responsabili siano tenuti a rispondere delle loro azioni. Le persone che sono sopravvissute a questi abusi sono diventate dei veri ambasciatori di misericordia: umilmente, dobbiamo essere grati a loro per la loro virtù nonostante da piccoli abbiano subito questo terribile tipo di abuso».
D’altronde è vera una cosa, che il silenzio è un testo facile da fraintendere. Ed i silenzi lasciano ombre, veleni ma soprattutto incertezze e vuoti di fiducia verso il prossimo.
Ora Signore Gesù, è da duemila anni che hai insegnato a tutti il distacco dalle ricchezze per essere tuoi degni testimoni. Ti pregherei, ma non ti incavolare troppo, di donare ai tuoi discepoli ad avere il coraggio di andare contro corrente, e di costruire un’economia fondata sulla solidarietà e non sul profitto. Una dottrina fondata sulla verità e non sull’omertà e se anche uno dei tuoi servi venisse meno a queste condizioni, punirlo ed allontanarlo dal tuo tempio, con misericordia certo, però allontanarlo, senza se e senza ma. Amen!