Parco eolico di Girifalco, la procura chiede il rinvio a giudizio per 9 persone
redazione | Il 06, Apr 2013
Per nove persone, tra cui l’ex sindaco di Girifalco e diversi ex assessori, il pm di Catanzaro Paolo Petrolo ha chiesto il rinvio a giudizio in relazione alla costruzione del parco eolico di Girifalco. Il caso scoppio il 22 dicembre del 2010 con il sequestro ad opera dei carabinieri della struttura. Tra le accuse il mancato rispetto delle distanze minime tra le pale e le abitazioni
Parco eolico di Girifalco, la procura chiede il rinvio a giudizio per 9 persone
Per nove persone, tra cui l’ex sindaco di Girifalco e diversi ex assessori, il pm di Catanzaro Paolo Petrolo ha chiesto il rinvio a giudizio in relazione alla costruzione del parco eolico di Girifalco. Il caso scoppio il 22 dicembre del 2010 con il sequestro ad opera dei carabinieri della struttura. Tra le accuse il mancato rispetto delle distanze minime tra le pale e le abitazioni
CATANZARO – La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone indagate nell’ambito dell’inchiesta relativa a presunte violazioni urbanistiche e falsi nella costruzione del parco eolico di Girifalco, nel catanzarese. Le indagini hanno coinvolto l’ex sindaco di Girifalco, Rocco Signorello (ex Partito democratico), gli ex assessori del medesimo Comune, Domenico Zaccone, Giovanni Stranieri, Rocco Tolone e Domenico Olivadese, il geometra comunale, Rocco Signorelli, e i tecnici Gianluigi Montorsi, committente delle opere incriminate e amministratore delegato della «Parco eolico Girifalco srl» e della Brulli Energia, Francesco Diana, direttore dei lavori, e Luigi Sabatini, responsabile aerea tecnica del Comune di Girifalco. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Paolo Petrolo, ha chiesto che tutti vengano mandati sotto processo, e la parola adesso passa al giudice dlel’udienza preliminare, che dovrà decidere se e per chi accogliere tale richiesta. L’inchiesta relativa al parco eolico di Girifalco venne alla ribalta, il 22 dicembre del 2010, con il sequestro operato dai carabinieri su disposizione del giudice per le indagini preliminari che accolse la richiesta della Procura. Il provvedimento emesso dal gip si basava su tre aspetti fondamentali sostenuti dalla pubblica accusa: il mancato rispetto delle distanze tra le pale e le abitazioni private, e tra lo stesso parco e un altro realizzato in precedenza, oltre al mancato rispetto di alcune prescrizioni imposte dalla delibera regionale che ne autorizzava la realizzazione. Il sequestro è stato poi confermato dall’autorità giudiziaria.