Parentela, Dieni e Nesci (M5S): “Governo garantisca la conclusione dei lavori per la diga dell’alto Esaro”
redazione | Il 29, Apr 2014
Presentata un’interrogazione al Ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi
Parentela, Dieni e Nesci (M5S): “Governo garantisca la conclusione dei lavori per la diga dell’alto Esaro”
Presentata un’interrogazione al Ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi
«Il Governo deve garantire i fondi necessari per la conclusione dei lavori
per la diga dell’alto Esaro e far luce sullo sperpero di denaro pubblico
avvenuto grazie al progetto negli ultimi 30 anni» è quanto affermano i
parlamentari M5S Paolo Parentela, Dalila Nesci e Federica Dieni dopo aver
presentato un’interrogazione al Ministro delle infrastrutture Maurizio
Lupi. «La diga dell’alto Esaro – aggiungono i parlamentari – con i suoi 120
milioni di metri cubi d’acqua, sarebbe dovuta essere tra le dighe più
grandi d’Europa. Un’opera strategica, che avrebbe rifornito di acqua ed
energia buona parte della provincia di Cosenza e dato lavoro a diverse
decine di persone». Proseguono i Cinque Stelle:«a distanza di decenni il
progetto di costruzione della diga ha visto solo beghe burocratiche ed un
pauroso spreco di denaro pubblico, che secondo alcune stime supera i mille
miliardi delle vecchie lire. Allo spaventoso sperpero di risorse pubbliche,
si aggiungono gli ettari di terreni agricoli espropriati e la minaccia
ambientale rappresentata da macchinari ed infrastrutture abbandonate sul
cantiere». «Da ormai più di trent’anni – spiegano i parlamentari – si
assiste ad un tira e molla perpetuo da parte di quella politica che durante
la campagna elettorale promette la conclusione dei lavori, per poi far
sparire magicamente nel nulla i finanziamenti destinati al completamento di
un’opera di altissimo valore strategico per tutta la Calabria».
Parentela, Nesci e Dieni concludono: «il Governo e l’amministrazione
regionale la smettano con i falsi proclami e si adoperino seriamente per
non aggiungere la diga dell’Esaro alla lunghissima lista delle grandi
incompiute calabresi»