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TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

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Legambiente e Man scrivono al Prefetto In Aspromonte anche la natura a rischio scacco della ‘ndrangheta

Legambiente e Man scrivono al Prefetto In Aspromonte anche la natura a rischio scacco della ‘ndrangheta
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REGGIO CALABRIA – “In Aspromonte far sapere, apponendo delle
tabelle informative, che esistono da oltre 6 anni
chiari divieti di legge finalizzati a preservare
l’ultimo rifugio della natura, ha suscitato
numerose reazioni sorprese e irritate e la
distruzione di diverse tabelle appena installate.
E’ successo nella zona A del Parco nazionale,
l’area più interna, equivalente a poco meno del
3% dell’intero territorio della provincia di
Reggio Calabria, priva di alcun nucleo abitativo
e in larga parte di proprietà demaniale: temiamo
il nascere di strumentalizzazioni sociali da
parte di chi vuole continuare a controllare quel
territorio solo per illeciti interessi: la
‘ndrangheta”, dichiarano le associazioni
ambientaliste nazionali LEGAMBIENTE e MAN –
Associazione Mediterranea per la Natura.

E’ su questa premessa, e sul rischio di ancor più
gravi atti contro cose, persone e Enti, oltre che
contro la natura stessa, come sta avvenendo in
questi giorni con incendi dolosi distruttivi di
boschi e macchia mediterranea che lasciano dietro
di se danni irrecuperabili per centinaia di anni,
che Legambiente e MAN hanno scritto al Prefetto,
al Questore e ai Comandanti provinciali delle
Forze di polizia di Reggio Calabria chiedendo,
nell’ambito delle attività previste dal “Focus
‘ndrangheta”, di rafforzare e intensificare i
controlli in quest’area interna dell’Aspromonte.

Ricordiamo, per esperienza diretta, – dicono le
due Associazioni – l’analogia con la reazione
violentissima vissuta nel territorio reggino
allorquando, erano i primi anni ’80, fu reso noto
alla cittadinanza che la caccia ai rapaci,
ampiamente praticata e sino ad allora non
contrastata, era vietata per legge da oltre dieci
anni. In poco tempo partirono polemiche
politiche, un susseguirsi di aggressioni fisiche
contro gli ambientalisti che ne chiedevano la
tutela effettiva (non solo formale), un attentato
dinamitardo alla sede della Lipu a Pellaro, la
distruzione di numerose autovetture dei
volontari, gli agguati a colpi di lupara contro
il personale del Corpo Forestale dello Stato che
aveva iniziato appositi servizi di contrasto.
Quel drammatico contesto, che si nutriva di
malcostume diffuso e dell’ambizione al totale
controllo territoriale da parte delle cosche di
‘ndrangheta, si protrasse per oltre un decennio
sino alla metà degli anni ’90. Solo la ferma e
costante azione di contrasto avviata dallo Stato,
per tramite delle proprie Forze di Polizia e del
Corpo Forestale dello Stato in particolare,
unitamente ai campi di volontariato
antibracconaggio e alle azioni culturali condotte
dalle Associazioni ambientaliste consentì di fermare quella violenza.

Ogni Area protetta subisce diverse minacce e
pericoli, in Aspromonte oltre a quelle ordinarie
si aggiunge la specifica forza negativa di
controllo territoriale e sociale esercitata dalla
criminalità organizzata, che rende la natura
ancor più vulnerabile e sotto scacco rispetto a
scelte e concrete modalità di intervento: questa
condizione richiede uno sforzo ed un impegno
corale dello Stato per poter consegnare alle
generazioni future una terra bella, con un
importante patrimonio naturale e che possa essere
ricca di legalità praticata e vissuta.

“Nel nostro quotidiano impegno associativo a
tutela della natura per le attuali e future
generazioni accogliamo in pieno il fortissimo
richiamo etico, e spirituale per i credenti, che
ha offerto al mondo intero il Santo Padre con la
lettera enciclica “Laudato Sì” che chiama
esplicitamente tutti a prendersi cura, subito e
fattivamente, della casa comune, così come
l’altro fortissimo richiamo, dei mesi scorsi, del
Santo Padre quando ha rivolto una netta scomunica
contro chi vive di ‘ndrangheta, adora il male e
disprezza il bene comune, ed ha chiesto che sia
combattuto e allontanato. La tutela della natura
ed il positivo futuro delle genti in Aspromonte
ha inderogabile necessità di un forte, costante,
capillare e coordinato contrasto alla
‘ndrangheta, anche e soprattutto in territori
erroneamente etichettati come marginali: in
questo chiediamo alle Istituzioni di essere
instancabili.” concludono LEGAMBIENTE e MAN.