Pdl contro Lassini. Ritiri la candidatura
redazione | Il 19, Apr 2011
Letizia Moratti: ‘Il mio nome incompatibile con la sua presenza in lista’. Formigoni: ‘Lasci’
Pdl contro Lassini. Ritiri la candidatura
Letizia Moratti: ‘Il mio nome incompatibile con la sua presenza in lista’. Formigoni: ‘Lasci’
(ANSA) MILANO – ”La mia candidatura a sindaco e’ incompatibile con la presenza di Roberto Lassini nella lista del Pdl”. Ad affermarlo all’ANSA e’ il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che pone un aut aut al partito per chiedere l’ esclusione dell’autore dei manifesti anti-pm dalla lista del Pdl alle prossime comunali. ”Mi risulta – aggiunge il sindaco – che il partito stia ufficialmente chiedendo a Lassini il ritiro della sua candidatura”.
PDL CHIEDE RITIRO CANDIDATURA LASSINI – “Sono a chiederLe ufficialmente il ritiro della sua candidatura presso la Segreteria del Comune di Milano”: è questo il contenuto di una lettera che il coordinatore del Pdl in Lombardia, Mario Mantovani, ha scritto a Roberto Lassini, il candidato nella lista del Pdl a Milano indagato per i manifesti che chiedono di “far uscire le Br delle Procure”. “Glielo chiedo – ha aggiunto Mantovani – a nome del coordinamento lombardo e cittadino del Popolo della Libertà”. Già ieri Mantovani, dopo il suo incontro ad Arcore con Silvio Berlusconi, aveva annunciato la lettera ufficiale del Pdl. “Egr. Avv. Roberto Lassini, il clamore suscitato dai manifesti ‘Via le BR dalle Procure’ impone una riflessione politica. Comprendiamo il profondo disagio per aver subito, da innocente – gli ha scritto Mantovani -, una dolorosa carcerazione preventiva, che ha avuto gravi conseguenze sulla sua vita familiare e professionale. Sappiamo d’altra parte che la stessa drammatica esperienza ha colpito altri cittadini italiani, che giustamente ora desiderano, come lei, impegnarsi per una legittima battaglia di civiltà. Apprezziamo altresì la sensibilità dimostrata in questi giorni, avendo lei chiarito in numerose sedi il senso della sua iniziativa provocatoria, anche rappresentando pubbliche scuse nei confronti dei familiari delle vittime e di quanti si fossero sentiti offesi”. “Lei certamente sa come nel nostro Paese, prima Forza Italia ed ora il Popolo della Libertà da anni si impegnano, a fianco del Presidente Berlusconi, per attuare una vera riforma della giustizia a favore dei cittadini – ha aggiunto il coordinatore -. Ma quella da lei intrapresa non è la strada giusta e la provocazione da lei promossa, facendo riferimento alle Br, risulta essere inaccettabile e pertanto da respingere fermamente: noi siamo per la libertà e per il rispetto assoluto della persona e riteniamo che sia il confronto democratico l’ unica sede per far vincere le nostre idee e realizzare le nostre speranze”. Da qui la richiesta di Mantovani: “Sono certo che anche lei concorderà con questa tesi e per questo sono a chiederle ufficialmente il ritiro della sua candidatura presso la Segreteria del Comune di Milano”.
LASSINI, SE MI ARRABBIO HO TANTO DA RACCONTARE – “Se mi arrabbio ho tanto da raccontare”. Così Roberto Lassini, indagato dalla Procura di Milano per vilipendio all’ordine giudiziario in relazione all’affissione di manifesti anti-pm nel capoluogo lombardo, spiega in un’intervista a Repubblica che non ci sta a compiere un “passo indietro” nella candidatura alle comunali nella lista del Pdl, né a fare “da capro espiatorio”. “Mantovani mi ha chiesto di fare ‘un passo indietro’ – precisa – e può significare molte cose”. “Mi escludono perché sono indagato per un presunto reato di opinione – aggiunge Lassini -, mentre in Parlamento ci sono ladri condannati. Non parlo solo del Pdl, ma di tutti i partiti. Io sono stato assolto dopo cinque anni di processo ai tempi di Mani Pulite e vengo messo alla gogna”. “Mi sono assunto la responsabilità di quanto fatto dai militanti della ‘Associazione dalla parte della democrazia’ – prosegue -. Quello slogan è forte, è vero, ma riprende quanto detto da Silvio Berlusconi sul ‘brigatismo giudiziario’ di certi magistrati”.
SANTANCHE’, CI SONO COSE PIU’ GRAVI -“Ci sono cose più gravi oggi su cui scandalizzarci”, come “l’assoluzione di quattro banche per il crac Parmalat” o i manifesti “comparsi domenica fuori dal Teatro Nuovo che offendevano il premier”. Così Daniela Santanché, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, commenta al Corriere della Sera la vicenda dei manifesti anti-pm affissi a Milano. “Dobbiamo tenere presente che cosa ha passato questa persona”, aggiunge a proposito di Roberto Lassini, indagato per quelle affissioni, “un uomo che è stato chiuso 50 giorni in galera e che ha dovuto aspettare 5 anni perché venisse riconosciuta la sua innocenza”. “Lassini si è scusato – prosegue -, il partito ha preso le distanze dal messaggio dei manifesti. Cosa si vuole di più?”. Se non rinuncia alla sua candidatura nella lista del Pdl alle prossime comunali per Santanché non è un problema: “Lasciamo che decidano gli elettori. Tutti sanno che cosa è successo: se la vicenda è così grave, prenderà zero voti e non sarà eletto in Consiglio comunale. Insomma: questo non è un listino bloccato e non è un’elezione sicura: deve prendersi le preferenze, quindi, diamo un po’ di fiducia agli elettori”.
FORMIGONI, OPPORTUNO LASSINI SI RITIRI – “Sarebbe opportuno che si autospendesse, perché non esprime la linea del Popolo della Libertà”. Lo ha detto il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, prendendo di fatto le distanze dalla candidatura nel Pdl alle prossime elezioni comunali di Roberto Lassini, l’autore dei manifesti anti-pm. Formigoni ha risposto alle domande dei cronisti a margine della seduta del consiglio regionale. Nel ribadire che “é fermissima la nostra condanna rispetto a queste frasi che non sono minimamente condivisibili”, il governatore lombardo ha però chiarito che Lassini “si è rivelato dopo che la sua candidatura era stata accettata da indipendente, senza esplicitare questa sua linea di pensiero che é assolutamente distante dalla nostra”, e che quindi tecnicamente non è facile procedere all’esclusione. Secondo Formigoni, inoltre, le manifestazioni a sostegno di Berlusconi fuori dal tribunale, in occasione delle udienze che vedono il premier imputato, non c’entrano nulla con i manifesti di Lassini: “sono cose assolutamente diverse. La convinzione di un popolo che il suo leader meriti di governare – ha concluso Formigoni – è una libera manifestazione a sostegno di Berlusconi, altra cosa invece sono queste frasi folli che non approviamo assolutamente”.
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