Pedemontana, Longo tenta la via della rotonda Un recente incontro tenuto dal vice sindaco (ed assessore all'urbanistica) di Cinquefrondi con i tecnici della Città Metropolitana avrebbe aperto le porte ad una ipotesi di miglioria sul tracciato di cui potrebbero beneficare anche i futuri espropriati di contrada Grecà. Sulla questione previsto un imminente faccia a faccia con Falcomatà e Marino
di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi – Se da una parte sono giuste e legittime le rivendicazioni dei proprietari terrieri dall’altra diviene inutile esercizio di retorica quello di battere costantemente sull’inutilità degli svincoli che ormai sono divenuti progetto approvato. E’ questo il senso del ragionamento esplicitato dal vice sindaco ed assessore delegato Giuseppe Longo che intervenendo sulla questione della pedemontana ha voluto dare notizia di un incontro tenuto a tal proposito con i tecnici della Città Metropolitana per meglio vagliare soluzioni progettuali che possano non solo migliorare al massimo il tracciato, ovviamente per la parte di competenza del Comune, ma al contempo cercare di ottimizzare la già difficile condizione degli espropriati. Una indiretta risposta alle istanze delle associazioni rappresentate da Armando Foci e Aldo Polisena che stanno, sostanzialmente, cercando di catalizzare l’attenzione sui due punti nodali della questione: funzionalità dell’opera e diritti dei proprietari terrieri delle aree interessate all’esproprio.
Un’opera utile al territorio pur con tutti i suoi limiti, ha chiarito il politico piddino, che caparbiamente è ritornato sulla questione per verificare quali siano i margini di manovra e le possibili linee di intervento tecnico dopo averci provato, infruttuosamente, sollecitando una iniziativa del Governo da consigliere provinciale nel 2014 attraverso l’allora decreto “Sblocca Italia”. «Per le migliorie dello svincolo a nord – quelle concernenti il mancato innesto con la SGC direzione Rosarno – non ci sono proprio i fondi. E stiamo parlando di almeno 5/6 milioni di euro» ha specificato Longo, che ha ribadito come questa “dimenticanza progettuale” della prima ora si sia definitivamente appalesata come «una enorme lacuna dell’opera». Altra questione è invece quella concernente la modifica dello svincolo di contrada Grecà su cui il vice sindaco si è detto cautamente ottimista proprio dopo l’incontro pre-pasquale con i tecnici incaricati. «L’ingegnere Foti condivide con me – ha proseguito Longo – l’ipotesi che quello svincolo debba essere assolutamente migliorato perché, così com’è, presenta un impatto ambientale devastante, è assai costoso e davvero poco utile. Ed è per questo che con lui ed altri tecnici della Città Metropolitana abbiamo discusso dell’ipotesi di ridimensionare questa uscita».
Una speranza, seppur flebile, per i diversi proprietari dei terreni ricadenti nell’area che potrebbero intravedere in questa soluzione uno spiraglio di luce per non veder fagocitati, forse inutilmente, interi ettari di terreni agricoli votati all’olivicoltura secolare ed alla agrumicoltura di pregio. «Due aspetti bisognerà però valutare per poter ottenere questo risultato. Il primo è che si sta parlando di un appalto integrato aggiudicato sulla base di un progetto definitivo che si dovrà poi trasformare in esecutivo. E qui occorrerà capire quali modifiche, compatibili col progetto, saranno possibili apportare in concreto tanto sotto il profilo delle migliorie funzionali che del risparmio dei costi – ed un imminente faccia a faccia con il sindaco metropolitano Falcomatà, il consigliere delegato Marino, l’ingegnere Foti e lo staff tecnico dovrebbe servire a chiarire queste questioni –. Il secondo è che questo svincolo ricade “in trincea” e ci potrebbero essere serie problematiche legate alle quote, elementi fondamentali per potere mantenere l’uscita».
Quindi pur mantenendo lo svincolo, si dovrebbe procedere ad una sua riprogettazione per renderlo compatibile con le condizioni geomorfologiche ed urbanistiche dell’area nel tentativo primario di eliminare però le mastodontiche bretelle di afflusso/deflusso che, ad oggi, costituiscono la problematica strutturale principale legata tanto all’aspetto degli espropri quanto a quello dell’impatto ambientale e dei costi di realizzazione sostituendole con una più semplice quanto razionale rotatoria. Una ipotesi tecnico-progettuale messa in campo ancora tutta da verificare sul piano della fattibilità ma che se approdasse a realizzazione potrebbe comportare un risparmio di circa mezzo milione di euro, una migliore salvaguardia per gli espropriati ma anche la possibilità preannunziata di reinvestire gli stessi fondi in migliorie dello svincolo a monte, quello di contrada Alterusi. «Subito dopo questo incontro – ha concluso Longo – e qualunque sarà l’esito, incontreremo a nostra volta come Amministrazione Comunale e nel rispetto dei ruoli, i cittadini, in particolare quelli interessati, per documentarli e magari vagliare assieme ulteriori altre proposte. Perché a noi – riferendosi a questa vicenda – non interessa altro che arrivare alla migliore delle soluzioni possibili».