Pediatri corrotti, spingevano per latte in polvere. Arresti e perquisizioni L'accusa è di corruzione. Operazione dei Nas di Livorno. Arrestati anche 5 informatori scientifici e un dirigente
(ANSA) Un giro di mazzette per centinaia di migliaia di euro utilizzati per pagare i “regali” ai medici (smartphone, computer, condizionatori, televisori) e viaggi in rinomate mete turistiche (Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul e Crociere nel Mediterraneo e nord Europa). E’ quanto scoperto dai carabinieri del Nas di Livorno nell’inchiesta che ha condotto all’arresto di una dozzina di pediatri, di 5 informatori scientifici e di un dirigente d’azienda con l’accusa di corruzione. Secondo le accuse i “regali” servivano perchè i medici inducessero le mamme ad usare latte in polvere anzichè quello materno.
Tra i 12 pediatri raggiunti da ordinanza cautelare ai domiciliari ci sono anche due primari. Per loro, secondo gli investigatori del Nas di Livorno, sarebbe stato più facile convincere le neomamme ad utilizzare latte artificiale anzichè quello materno. Coinvolti nell’inchiesta anche medici pediatri di base, convenzionati con le rispettive Asl. Eseguite in totale 18 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per corruzione e 26 decreti di perquisizioni in Toscana, Lombardia, Marche e Liguria.
Sulla vicenda è intervenuta Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, che ha parlato di azioni di “enorme gravità”. “Mi chiedo come possano medici pediatri andare contro l’etica della professione, contro unanimi pareri scientifici e contro le indicazioni del Ministero della Salute per convincere le mamme ad usare latte artificiale in polvere al posto di quello materno – afferma il ministro -. Il tutto per guadagnare regali di lusso e viaggi gratuiti, sulla pelle di bambini appena nati”. “Non bastano gli aggettivi per descrivere la gravità di questo genere di azioni – aggiunge – e ringrazio i Nas di Livorno che, in collaborazione con la Procura di Pisa, hanno eseguito 18 arresti tra cui due primari e 10 pediatri, dopo una lunga indagine che ha avuto il suo epicentro in Toscana”.
Comportamenti “inaccettabili” per Enrico Rossi, presidente della Toscana. “Gli arresti dei pediatri che avrebbero ricevuto benefit pilotando le madri all’acquisto di latte artificiale di certe ditte, così come le accuse rivolte ad alcuni cardiologi di ricevere anch’essi doni e favori in cambio di determinati dispositivi medici, al di là degli sviluppi giudiziari, che ci auguriamo siano tempestivi – ha detto -, rivelano un quadro di comportamenti inaccettabili e denunciano un costume civile e morale che deve essere censurato, contrastato e cambiato”.
L’INCHIESTA – E’ stata una segnalazione anonima arrivata ai carabinieri del Nas di Livorno nel giugno dell’anno scorso a far scattare l’indagine che ha scoperto un giro di medici e informatori scientifici corrotti che facevano acquistare latte artificiale alle neomamme per l’allattamento dei figli anche se non ce n’era bisogno. Gli investigatori, coordinati dal pm Giovanni Porpora della procura di Pisa, hanno individuato un’agenzia di viaggi compiacente della città della Torre che effettuava false fatturazioni a pediatri per congressi ai quali non avevano mai partecipato ottenendo invece in cambio altri buoni per soggiorni-vacanza da usufruire personalmente. Agli arresti domiciliari sono finiti un dirigente di una casa farmaceutica residente a Limbiate (Monza), cinque informatori scientifici (quattro residenti in Toscana e uno in provincia di Ascoli Piceno) e 12 pediatri, per lo più della provincia di Pisa e tra i quali il primario dell’ospedale del Levante ligure di La Spezia e il primario dell’ospedale San Giuseppe di Empoli (Firenze). L’attività investigativa del Nas toscano è giunta ad accertare una consolidata e diffusa pratica corruttiva che alcune note ditte di alimenti per l’infanzia praticavano per indurre numerosi pediatri a prescrivere latte artificiale ai neonati dietro elargizione di tangenti – sottoforma di costosi viaggi e regali di lusso – e aumentarne così le vendite. Le aziende avevano architettato un complesso sistema per giustificare gli ingenti esborsi di denaro sostenuti per finanziare gli atti corruttivi: gli informatori scientifici dei noti marchi prendevano contatti con i pediatri per “sollecitarli” a prescrivere latte artificiale ai neonati, contravvenendo agli unanimi pareri scientifici sulla necessità di promuovere l’uso del latte materno. Coinvolti i pediatri di base convenzionati con le Asl ma anche i due primari ospedalieri che avevano il compito, secondo quanto accertato dagli inquirenti, di convincere le neo mamme in dimissione a utilizzare latte artificiale per l’alimentazione dei propri bambini.