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TAURIANOVA (RC), SABATO 25 GENNAIO 2025

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“Per bonifica Legnichimica aspettiamo prossimo incendio?” E' quanto chiede il Coordinamento Territoriale #DecidiamoNoi

“Per bonifica Legnichimica aspettiamo prossimo incendio?” E' quanto chiede il Coordinamento Territoriale #DecidiamoNoi
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Sulla questione Legnochimica è notte fonda. Questa volta la pausa
estiva, arrivata subito dopo i roghi, non è riuscita a far spegnere la
nostra attenzione e la nostra indignazione per un dramma che va avanti
ormai da troppo tempo. Le contorsioni burocratiche e i muri alzati dalla
proprietà non hanno permesso di arrivare alla bonifica delle vasche
stracolme di inquinanti che ancora oggi percolano nelle falde della
zona. La cosa che più ci indigna è che nonostante l’azienda sia in
liquidazione dal 2006, anche se il disastro ambientale è iniziato molto
prima con la connivenza o quanto meno grazie alle omissioni di tutte le
istituzioni, a nessuno è venuto in mente che quell’area dovesse essere
segnalata ed inclusa nell’elenco regionale dei siti inquinati. Nel tempo
si sono susseguiti solo annunci e promesse ovviamente mai mantenuti.
L’ultimo di questi annunci è datato */30 maggio 2016 quando il
Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, con propria
nota Prot. 174268, ha comunicato, in riscontro alla nota del Sindaco del
Comune di Rende Prot. 13505 del 19/04/2016 la volontà di inserire l’area
della ex Legnochimica nell’elenco regionale dei siti inquinati. /*Cosa
avrà minato nel frattempo questa ferrea volontà?

L’ufficialità – si legge in una nota del Comune di Rende sempre del 2016
-“è arrivata questa mattina attraverso una mail spedita dal dipartimento
Ambiente della Regione Calabria”. A firma del dirigente di servizio
Bruno Cundari si comunica che “lo scrivente dipartimento, per come
previsto dall’articolo 250 del T.U.A., provvederà ad inserire il sito in
questione nel Piano Regionale delle Bonifiche che attualmente è in corso
di aggiornamento al fine di individuare la priorità d’intervento”.

In realtà di questa iscrizione, ad oggi, non c’è traccia. Èla solita
tecnica degli annunci tendenti a dilatare i tempi. La Regione Calabria è
attualmente dotata di un Piano delle Bonifiche recepito nel Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti di cui all’Ordinanza del Commissario
n. 1771 del 26/2/2002.Per procedere all’aggiornamento dell’anagrafe dei
siti da bonificare, ferma addirittura ad un censimento datato 1999,è
stato approvato e sottoscritto lo schema della convenzione tra il
Dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria e l’Arpacal
(Delibera n. 37 del 5/2/2015 – sono passati quasi tre anni!), che affida
all’Agenzia stessa la predisposizione e attuazione di un Piano di Lavoro
per lo svolgimento delle attività finalizzate all’aggiornamento dei dati
dei siti potenzialmente inquinati presenti nella Regione Calabria, al
fine di stabilire l’ordine di priorità degli interventi di bonifica
secondo criteri di valutazione del rischio relativo.

Sono circa 587*i siti potenzialmente inquinati *che la Regione ha
registrato. Purtroppo, sul sito istituzionale le informazioni rispetto
ai siti da bonificare sono molto scarse. Al posto dell’anagrafe dei siti
c’è solo un Pdf, un elenco anonimo e pressochè incomprensibile, in cui i
luoghi inquinati vengono distinti per provincia, comune, e generica
località, senza neanche due righe per specificare il sito vero e proprio
e gli inquinanti presenti. In una colonna viene registrato il livello di
rischio con un numerino specificato per ciascun sito senza che però sia
indicata la scala In un’altra colonna troviamo genericamente le sigle
‘MR’, ‘BR’, e ‘AR’ che con un po’ di fantasia possiamo pensare che
corrispondano a Medio, Basso e Alto Rischio ma per le quali, nell’elenco
riportato sul sito del dipartimento dell’ambiente, non vi è alcuna
legenda esplicativa.

Ad esempio, la Città di Rende è presente nell’elenco con un sito
genericamente segnalato come ad Alto Rischio con un valore di 386 (su
quanto?) nella località Coda di Volpe che presumibilmente si riferisce
all’ex inceneritore.

Il radicale Giuseppe Candido affermava a proposito in un articolo: “I
cittadini, stando alle leggi nazionali e dalle convenzioni
internazionali, avrebbero invece il diritto di conoscere, per i siti da
bonificare, quali interventi siano già stati realizzati, e quali siano
ancora in corso di realizzazione, per la bonifica. Come avrebbero il
diritto sacrosanto di conoscere a quali soggetti spetti la bonifica. E
la legge prevede che per i siti inquinati la regione pubblichi e
consenta di conoscere persino l’elenco degli enti pubblici di cui la
regione intende avvalersi, in caso di inadempienza dei soggetti
obbligati”. Era il 2015, ad oggi ancora nulla è cambiato. Chiediamo
all’Assessore all’Ambiente Dott.ssa Antonietta Rizzo (che non abbiamo
mai avuto la fortuna di vedere a queste latitudini) e al Presidente
della Regione Calabria che tanto preoccupato era parso per la nostra
salute durante i roghi estivi: cosa impedisce l’iscrizione del sito
nell’elenco regionale dei siti inquinati? Cosa impedisce che l’area
venga mesa in sicurezza prima e bonificata poi? Oppure dobbiamo
aspettare il prossimo incendio estivo per vedere un nuovo “ritorno di
fiamma” sulla vicenda?

Coordinamento Territoriale #DecidiamoNoi