Cosenza, nessuna “incertezza” su esibizione Brunori “Canzoni e monologhi sull’incertezza” al Teatro Rendano
di Natalia Gelonesi
A distanza di un anno dalla tappa cosentina di “A casa tutti bene”, Dario Brunori torna a giocare in casa, incantando il pubblico del “Rendano” con uno spettacolo un po’ diverso rispetto ai precedenti. Dopo la consacrazione e il successo come cantautore, Brunori, infatti, espandendo il suo spazio artistico, mette in campo il suo talento di giocoliere della parola, la sua comicità e la sua grandissima ironia, per trasformare il palcoscenico in un cabaret, dove l’alternanza di canzoni e monologhi dà vita ad un piacevole ed intenso susseguirsi di sorrisi ed emozioni.
Il cantautore cosentino, attualmente impegnato con il programma televisivo “Brunori Sa”, in onda su Rai Tre, affronta in questo tour il tema dell’incertezza. Incertezza che è la sostanza che permea ogni ambito in cui la nostra strana generazione si trova a fluttuare ed affannare, in questa società liquida in cui galleggia. Citando il sociologo polacco Bauman, Brunori sviscera tutte le difficoltà e le contraddizioni di chi ha visto mettere in discussione, con una rapidissima evoluzione (o involuzione) le roccaforti della società solida dei nostri genitori e dei nostri nonni: il lavoro, la casa, la famiglia. Condivide con il pubblico quelle che sono le sue incertezze, le paure, le difficoltà emotive, e lo fa mescolandosi con l’unica platea che con questo stato d’animo può entrare in empatia e rispecchiarsi.
Perché chi più di un calabrese può capire quel costante dividersi tra paura di andare via e desiderio di restare, tra la nostalgia di essere accuditi tra amore soffocante, paesaggi mozzafiato, buona cucina, e la voglia di scappare? Quell’eterno stare in bilico tra “la provincia ferma agli anni ’80 e la metropoli che ancora incanta”. “Lamezia-Milano” incarna questo vivere a mezz’aria, in questa terra (o in questo cielo) di mezzo, che ci permette di non prendere mai decisioni definitive, di vivere sempre un po’ di qua e un po’ di là, perchè forse per questa generazione il senso di precarietà è come una coperta di Linus difficile da abbandonare.
Perché magari le certezze spaventano, come spaventa il nuovo, e spesso è più facile stare a mollo a riva, in acque più torbide e affollate, invece di prendere il largo verso il mare aperto. Eppure se non ci fossero le paure, i dubbi, le crisi, non ci sarebbe quello stimolo che ci porta a superarle, a rimetterci in gioco, non ci sarebbero le canzoni che ci salvano la vita, non ci sarebbero serate come quella di Sabato, in cui la musica diventa terapia per l’anima. Tra tante incertezze, allora, Dario Brunori ci regala ancora una volta certezza della sua capacità di emozionare, confermando il suo talento a tutto tondo.