Svimez, Trematerra promuove il settore agricolo
redazione | Il 29, Set 2011
Per l’assessore regionale i dati dimostrano che il comparto è in controtendenza rispetto all’andamento generale
Svimez, Trematerra promuove il settore agricolo
Per l’assessore regionale i dati dimostrano che il comparto è in controtendenza rispetto all’andamento generale
L’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra ha espresso la propria soddisfazione in merito ai dati che riguardano il comparto agricolo, emersi dal rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorno, presentato a Roma. “Da essa – ha detto in una nota – si evidenzia un Sud che arranca, pur lasciandosi alle spalle la recessione più grave dal dopoguerra e con Abruzzo, Sardegna e Calabria che guidano la ripresa. Un Sud dove le famiglie hanno difficoltà a spendere e il tasso di disoccupazione effettivo volerebbe al 25%, considerando chi il lavoro lo vuole ma non sa dove cercarlo. Accanto a tali considerazioni generali bisogna ribadire che la ripresa del 2010 è stata inferiore al meridione, rispetto al resto del Paese, soprattutto negli andamenti dell’industria e dei servizi tra Mezzogiorno e Centro-Nord, ma non in agricoltura. Infatti – continua Trematerra – il valore aggiunto nel settore agricolo è aumentato al Sud del 1,4%, un incremento doppio di quello del Centro-Nord (0,7%). L’incremento positivo nel Mezzogiorno ha spezzato un ciclo negativo che durava ormai dal 2005; dall’inizio del decennio,il valore aggiunto in questo settore è diminuito cumulativamente nel Mezzogiorno di oltre sette punti percentuali, con un calo complessivo molto più ampio di quello osservato nel resto del Paese (-1,3%). Per poter affermare quanto sopra è necessario valutare la performance del settore agricolo calabrese rispetto ad altre regioni meridionali. Confrontando la variazione del valore aggiunto tra il 2008-2010, la nostra regione ottiene un incremento del + 0,9 che si attesta al disopra di valori di Regioni economicamente simili come la Sicilia e la Campania. Osservando un ulteriore indice relativo alla variazione degli occupati tra il 2008 e il 2010, suddivisi per settore, si può affermare che quello agricolo si evidenzia per una positività rispetto ai dati negativi di tutti gli altri settori regionali. Infatti, a fronte di un dato per l’industria del -9,6, costruzioni (-4%) servizi (-5,1%) , l’agricoltura ha registrato una percentuale del + 13,6 degli occupati tra il 2008-2010. Senza dubbio nelle considerazioni riportate nel rapporto Svimez viene certificato quello che stiamo dicendo dalla data del nostro insediamento, ovvero che l’agricoltura calabrese rappresenta la vera economia regionale. Bisogna, comunque, per onestà intellettuale, dire che il quadro di sostegno comunitario 2007-2013 ha avuto la sua importanza nel confermare il valore economico intrinseco al comparto. Ma questo non inficia il dato anzi deve far rifletter sulla necessità di attivare fondi ordinari a sostegno delle imprese agricole calabresi. Bisogna investire nel settore creando modalità innovative d’intervento regionale come fondi di supporto, che con un investimento economico modesto, limitino effetti moltiplicatori incontrollabili e consentano ad alcuni settori di superare particolari momenti di crisi. Penso per esempio all’ortofrutta, che ha subito nell’anno in corso una drammatica campagna di commercializzazione. Il nostro impegno amministrativo deve essere orientato, anche in previsione di un minore impegno comunitario, alla creazione di misure di accompagnamento regionali, che permettano di confermare le ottime prestazioni del settore agricolo ottenute in una fase di negativa congiuntura economica. Per fare questo bisogna continuare ad investire sulle produzioni di qualità, anche trasformate, e superare i momenti di criticità territoriale con originali proposizioni di investimenti programmati con fondi regionali, per consentire uno sviluppo, lavorativo reale ed immediato. Infine, alla luce della buona affermazione del settore è ormai indispensabile cominciare a pensare all’agricoltura vero motore economico con la redazione di un Piano Agricolo Regionale che metta in evidenza il grande lavoro svolto e programmi il futuro agricolo della nostra terra”.
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