Pesci e tartarughe abbandonati invadono canali e torrenti
redazione | Il 04, Ago 2012
Aidaa lancia l’allarme
Pesci e tartarughe abbandonati invadono canali e torrenti
Aidaa lancia l’allarme
ROMA – E’ un emergenza che ogni anno tra luglio ed agosto si ripropone anche se non se ne parla molto. Stiamo parlando delle migliaia di pesci e tartarughe di acqua dolce che in questo periodo invadono (perchè abbandonati) i fossi, i torrenti ed i canali e le fontane e le piccole pozze d’acqua dei parchi cittadini. Non è facile fare il conto di quante migliaia di pesci vengono travasati dagli acquari di casa ai torrenti ma vista la scala dei pesci dei maggiori torrenti e fiumi italiani si tratta sicuramente di molte migliaia di pesci appartenenti ad almeno 110 specie non presenti originariamente nei nostri corsi d’acqua. A queste decine di migliaia di pesci appartenenti alle specie tropicali, ma che in alcuni casi sono originari anche del danubio e di altri fiumi del centro e nord Europa o delle acque americane, si aggiungono ogni anno migliaia di tartarughe di acqua dolce che finiscono nelle fontane, o nei laghetti dei parchi italiani, ma anche nei torrenti o nelle zone lacustri cittadine. Purtroppo l’abbandono di queste tartarughe d’acqua è un fenomeno molto diffuso in quanto le stesse vengono acquistate quando sono piccolissime (e verdi) nei periodi natalizi, senza rendersi conto che questo animale cresce ed ha bisogno del giusto spazio, del suo terrario e di cure non indifferenti. Da qui la decisione di molte famiglie di sbarazzarsi delle tartarughe d’acqua dolce, che essendo tra l’altro una specie aggressiva di fatto distrugge l’habitat ed i pesci che hanno la sfortuna di alloggiare nelle acque dove viene a crearsi una colonia di tartarughe d’acqua, delle quali vale la pena ricordare che quelle con le orecchie rosse sono una specie protetta. Quanti sono i pesci e le tartarughe abbandonate ogni anno? Non è assolutamente facile fare una stima numerica, ma possiamo sicurare sottolineare che la presenza nei nostri corsi d’acqua di oltre 110 specie non originarie tra le quali molte specie di pesci tropicali (alcuni dei quali riescono a riprodursi) lascia intendere che sono molti coloro i quali che dopo aver acquistato i pesciolini colorati in vista dell’estate se ne sbarazzano creando di fatto un danno a volte notevole all’habitat dei corsi d’acqua italiani.