Piano Sociale di Zona di Reggio, Iatì (Impegno e Identità) non si fida “Troppe carenze in undocumento incompleto” Per compiere le vere rivoluzioni serve, quanto meno, armarsi degli arnesi per incidere nell'inefficienza di un sistema sfuggendo al pericolo di incorrere nel velleitarismo
Per compiere le vere rivoluzioni serve, quanto meno, armarsi degli arnesi per incidere
nell’inefficienza di un sistema sfuggendo al pericolo di incorrere nel velleitarismo. E’ questa la via
maestra da seguire per contribuire a rendere dignitosa la vita di ciascun cittadino”. Salpa da
questo rilievo pungente l’analisi critica che Filomena Iatì, consigliere comunale di “Impegno e
Identità” a Reggio Calabria riserva al Piano Sociale di Zona approvato dalla maggioranza di
centrosinistra e da Saverio Pazzano (La Strada) nel corso del Consiglio comunale svoltosi
mercoledì. Voto favorevole che l’avvocato Iatì non ha ritenuto di esprimere “a causa dell’assurda
incompletezza del provvedimento, monco delle schede progettuali. Non di un dettaglio, dunque,
è priva la misura che ha ricevuto l’ok dalla massima Assemblea elettiva cittadina, ma del cuore
stesso dei Piani Sociali di Zona”. “Le risposte fornite da assessore e dirigente alle perplessità che
ho puntualmente manifestato – chiarisce con pulizia di pensiero Iatì – si sono palesate
insufficienti e contrastanti, perché mentre l’assessore Delfino ha dichiarato nel proprio intervento
in aula di presentazione del documento, di avere effettuato il caricamento delle schede
progetto/servizio/intervento, il dirigente Barreca lo ha smentito dichiarando che lo stesso
caricamento era stato ‘pressoché fatto’ ”. Dalle dichiarazioni rese in aula, pertanto, è emerso che,
almeno fino alla data di ieri non era possibile prendere visione della sostanza di un documento
così rilevante per il destino di tanti nostri concittadini. Nè aiuta in tal senso la minimizzazione
ingiustificabile ostentata dal sindaco il quale ha liquidato i dubbi manifestati parlando
puerilmente di ‘tecnicismi’. Spiace prendere atto, ancora una volta, dell’approccio approssimativo
mostrato dalla maggioranza i cui capigruppo non hanno percepito, come traspare nella nota
diffusa alla stampa, l’importanza delle osservazioni indicate. Far passare i Piani Sociali di Zona in
assenza delle schede progettuali, tanto per intenderci, è come dare l’imprimatur ad un libro di
cui non si conoscono i capitoli e che teorizza qualcosa privo della indispensabile
concretizzazione. In presenza di un difetto di conoscenza dell’indirizzo da parte della Regione,
c”è chi ha scelto di adempiere al ruolo di rappresentante dell’interesse dei reggini mettendosi
addosso i panni del bravo soldatino che, ignorando i contenuti di quanto approda in Aula,
abbassa la testa ed alza la mano a comando. Non è il caso di altri, come me – specifica il
consigliere di ‘Impegno e Identità’ – che ritengono doverosa l’astensione su un argomento di tale
valore se non confortati dal rispetto, formale e sostanziale, delle regole. Trovo sconveniente, sul
piano morale oltre che politico, che il centrosinistra, si sia cinicamente nascosto dietro i drammi
vissuti dai soggetti schiacciati dall’insicurezza, avvolgendo la propria disinvolta mancanza di
scrupoli sotto il mantello di una retorica nauseante. Pur soffermandosi esclusivamente su quanto
prescritto dalla Legge 328/2000, di cui, con ogni probabilità, non hanno indagato nemmeno il
sommario, avrebbero indovinato che i Piani Sociali di Zona di Reggio Calabria sono fermi ad un
livello iniziale. Un contesto che, dunque, non giustifica in alcun modo il trionfalismo da cui si
sono lasciati trascinare, in seguito al lasciapassare del Consiglio comunale, i componenti della
maggioranza. Le domande che ho posto pubblicamente sono semplici, ma impossibili da
aggirare: è possibile apprendere quali sono le modalità attuative sulla scorta di quanto normato
dall’art.19 della Legge 328/2000? Aggiungo: sulla base di quali criteri è stato stabilito siano
effettuate le valutazioni che separano il destino di ciò che entra nei Piani da quel che, invece, ne
resta fuori? Sono state oggetto di ponderazione le forme più idonee per attuare al meglio la
fusione con i servizi già offerti? In sintesi, è come se avessero presentato alla città una sorta di
Piano Regolatore Generale carente delle norme tecniche di attuazione. I consiglieri che si sono
assunti questa responsabilità, pertanto, non hanno inteso – è l’ammonimento della
rappresentante del Movimento diretto da Angela Marcianò – che i Piani Sociali di Zona sono, in
tutto e per tutto, strumenti di pianificazione e programmazione. Di conseguenza, è obbligatorio
che essi prevedano elaborati, relazioni con schede, tabelle, un’analisi particolareggiata dei servizi
attuati e da associare a quelli di nuova introduzione, l’accreditamento, l’elenco degli erogatori
dei diversi servizi, le modalità di espletamento, nonché il rispetto, documentato delle disposizioni
che ordinano la Carta dei servizi sociali”. “L’approvazione della delibera in Consiglio Comunale ha
‘ignorato’ questo lungo elenco di carenze documentali riconfermando l’incoscienza
amministrativa da cui è pervasa questa maggioranza! Su questo stendiamo un velo pietoso”
conclude Iatì.