Pidocchi e inizio dell’anno scolastico. Non si fermano le vendite di trattamenti anti pidocchi
Giovanni D'agata | Il 08, Set 2014
Un bambino su dieci rimane vittima dei pidocchi proprio all’interno della scuola
Pidocchi e inizio dell’anno scolastico. Non si fermano le vendite di trattamenti anti pidocchi
Un bambino su dieci rimane vittima dei pidocchi proprio all’interno della scuola
Di dimensioni insignificanti, ma tosti a morire. Tra i 2 e 3 millimetri di puro fastidio
e da sempre, manco a dirlo, un vero grattacapo per le madri che devono lottare, quasi
impotenti, per riuscire ad eliminarli dai propri pargoli: si tratta dei pidocchi,
insetti ovipari che si nutrono di sangue, che negli ultimi anni sembrano stiamo diventando
più forti e più resistenti ai trattamenti. Il Pediculus Humanus, questo il nome
scientifico del comune pidocchio, infesta in primo luogo il cuoio capelluto, ha un
ciclo riproduttivo che parte dalle lendini (uovo) fino a formare l’insetto adulto.
Le lendini sono deposte in gran parte dietro le orecchie e sulla nuca, aderiscono
al capello grazie ad una sostanza adesiva che secernono, ed hanno un brevissimo tempo
d’incubatura giacché si schiudono dopo una settimana. Il pidocchio si nutre di
sangue che aspira pungendo il cuoio capelluto, causando così un forte prurito. Il
pidocchio se allontanato dalla testa, non avendo più nutrimento, muore dopo qualche
ora.
Prevenzione.
Il modo più sicuro per prevenire l’infestazione da pidocchi è di osservare giornalmente
lo stato del cuoio capelluto, nel caso si dovesse riscontrare la presenza di lendini,
esse devono essere sfilate immediatamente. Questa operazione può essere fatta manualmente
o aiutandosi con un pettine fitto bagnato di aceto caldo. L’aceto grazie al ph acido
discioglie la sostanza adesiva che fissa le lendini al capello.
L’uso di antiparassitari a scopo preventivo non è consigliato perché sono moderatamente
tossici e inefficaci. E poi il pidocchio non ha mai fatto distinzione tra una testa
appena lavata e una sporca.
Nel caso d’infestazioni da pidocchi è bene applicare uno shampoo o delle polveri
antiparassitarie. È inutile ripetere l’applicazione prima di una settimana.
La pediculosi non è una malattia, non fa distinzioni tra classi sociali o tra persone
che hanno più o meno cura della propria igiene e quindi sono da sfatare, sul nascere,
quelle credenze che teste più o meno xenofobe inculcano nella società e tra le
famiglie che le classi miste e con più studenti di origine straniera o d’estrazione
sociale cosiddetta bassa, siano più soggette di quelle non.
Se un membro della famiglia è affetto da pediculosi è consigliabile controllare
la testa a tutti. Quando è colpito un bimbo occorre avvertire immediatamente la
scuola, in modo che anche gli altri compagni di classe siano controllati.
Secondo le statistiche del Ministero della Salute, il problema si manifesta principalmente
tra i banchi di scuola: un bambino su dieci rimane vittima dei pidocchi proprio all’interno
di un ambiente scolastico. Il prurito é il sintomo più caratteristico, ma non é
né precoce, né frequente: é il risultato di una reazione allergica alla saliva
del pidocchio, e richiede circa due settimane per svilupparsi; a questo stadio l’infestazione
é in atto all’incirca da almeno un mese.
Sembra un problema minore, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti”, ma già dallo scorso anno abbiamo verificato un aumento delle
segnalazioni giunte da varie parti del Paese cui pare non sia corrisposta analoga
crescita dell’esigenza di profilassi e cura da parte delle istituzioni quasi a voler
cacciare sotto il tappetino un problema apparentemente tutto del secolo scorso, come
in un racconto da “Libro cuore” in un Italia che non deve esserci, almeno in apparenza
più mentre accade ancora ed é di nuovo in crescita. Ecco perché ci rivolgiamo
agli enti in particolare alla scuola ed alla sanità pubblica affinché, sin dall’inizio
dell’imminente avvio dell’anno scolastico, informino famiglie e scolari circa la
necessità di controlli periodici e quotidiani per evitare il propagarsi della diffusione
sul nascere e per ridurre così drasticamente i casi.