Polemiche all’interno del Pd calabrese Chieste le dimissioni ai dirigenti assunti nelle strutture speciali della Regione
E’ opportuno che i dirigenti PD assunti, di recente, nelle strutture
speciali di alcuni consiglieri e assessori regionali si dimettessero dal
proprio incarico politico, in ottemperanza all’art. 3 c. 1 lett. b del
Codice etico del Partito Democratico che recita testualmente:
Le donne e gli uomini del Partito Democratico si impegnano, in particolare,
a: b) rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi esecutivi nel Partito
(incarichi monocratici nelle città capoluogo di provincia, a livello
provinciale, regionale e nazionale; incarichi negli organi collegiali
esecutivi di Partito a livello regionale e nazionale) qualora, a causa del
ruolo ricoperto in imprese, associazioni, enti o fondazioni, aventi scopo
di lucro o titolarità prevalente di interessi economico–finanziari, possa
configurarsi un conflitto di interessi tale da condizionare i propri
comportamenti.
Si tratta di un punto importante, attinente la sfera della responsabilità
personale e dell’autonomia della politica che, nella nostra regione, fin
troppo politica-dipendente, dovrebbe essere sempre salvaguardato. E’
inaccettabile che il Partito calabrese, anziché qualificarsi come luogo di
dibattito propositivo, necessario a fornire spunti di riflessione e
indirizzo politico all’attività istituzionale della Regione, stia
diventando l’ufficio di collocamento di segretari e vice segretari
provinciali, segretari di circolo ed ex portaborse di assessori regionali
dimissionari. Com’è possibile preservare all’interno del Pd calabrese la
democrazia, che si fonda su pesi e contrappesi, se i segretari e i membri
degli esecutivi provinciali e regionali rivestono, contemporaneamente,
doppi o tripli incarichi, sovrapponendo il ruolo politico a quello
istituzionale? Com’è possibile che il tutto avvenga senza che la
Commissione regionale di Garanzia, preposta al controllo, ponga un freno a
questo continuo calpestare di principi statutari ed etici sui quali si erge
il nostro partito?
L’assessore regionale al Lavoro del PD, Federica Roccisano la quale,
erroneamente, ritiene del tutto normali le nomine di sei dirigenti di
partito all’interno della propria struttura speciale, a parere di chi
scrive, avrebbe dovuto fare due cose, appena insediatasi: primo, dare una
lettura al Codice etico;
secondo, rivedere il primo provvedimento che il PD ha proposto e votato in
Consiglio regionale, concernente l’aumento del numero dei collaboratori
esterni dei consiglieri regionali, su iniziativa del Capo-gruppo Sebi Romeo
il quale, anche lui, non ha perso tempo ad assumere nella propria struttura
il tesoriere e il vice segretario della Federazione PD di Reggio Calabria.
Il numero dei portaborse andrebbe nuovamente dimezzato, così come gli
stipendi degli onorevoli. In una ragione come la Calabria, che alle ultime
elezioni regionali ha registrato un alto tasso di astensionismo, si
dovrebbero attuare iniziative perentorie, tese a recuperare il filo del
contatto con i cittadini. I tanti precari Lsu-Lpu che, fino al mese scorso,
si trovavano in trincea sull’A3 rivendicando le proprie spettanze, i
portuali in sciopero a Gioia Tauro, i tantissimi giovani laureati in
procinto di emigrare da una regione col più alto tasso di disoccupazione,
quotidianamente, ce lo ricordano.
Maria Grazia Messineo – Dirigente regionale PD Calabria