Polemiche per la nuova pubblicità di Calvin Klein Lo spot è troppo sexy, ma c'è chi lo ritiene pornografico
Polemiche in rete per la nuova campagna pubblicitaria di Calvin Klein. Il marchio
ha pubblicato una foto provocante di una ragazza accompagnata dall’hashtag #mycalvins.
che si è trasformato in un boomerang. Numerose le proteste da parte dei follower.
Una campagna cui ha partecipato anche Kendall Jenner e che, ancora una volta, mette
i vestiti in secondo piano, privilegiando la provocazione. In modo eccessivo, secondo
molti utenti dei social network, che nelle scorse ore stanno prendendo il marchio
statunitense, accusandolo di sconfinamento nella pornografia. In particolare nel
mirino delle critiche si trovano un “belfie”, ovvero un selfie del lato B di Klara
Kristin, o fotografia upskirt (termine con cui si definisce la ripresa della figura
femminile ripresa dal basso verso l’alto in modo da evidenziarne la biancheria
intima, ma anche le nudità), con la modella che guarda maliziosamente in basso ma
anche la foto in cui Kendall Jenner esibisce un pompelmo, frutto che vuole essere
una metafora della vagina. Le foto in questione non sono andate giù agli utenti
di Instagram, che hanno aspramente criticato Calvin Klein, definendo l’immagine
trash e ripugnante e disgustosa. Spot che riduce la persona, la donna, ad un oggetto,
uno strumento di richiamo, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti [1]”. E così misogina, per non parlare del fatto che la ragazza sembra
abbia 16 anni. Una pubblicità sessista che può produrre danni nella società. E’
tutto collegato. La violenza sulle donne, viene giustificata e incrementata da immagini
come quella. Questo stile di comunicazione nelle pubblicità, può offrire un contesto
favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e
propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi. Chiunque abbia un ruolo nella
comunicazione, dunque, deve assolutamente prendersi la responsabilità di comprendere
che veicolare immagini che mostrano pezzi di corpo femminile esibiti come un richiamo
per il maschio, con slogan a sfondo sessuale, significa contribuire a mantenere e
diffondere la cultura patriarcale con le sue discriminazioni, le sue violenze e le
sue mercificazioni nei confronti delle donne.