E’ avvenuto stanotte un gravissimo episodio ai danni della cooperativa sociale Alba che, per conto del Consorzio Macramè e in accordo con gli amministratori giudiziari, opera su quasi 300 ettari di terreni agricoli della cd. “confisca Oliveri” ormai giunta alla fase definitiva, ricadenti nel Comune di Anoia. Ignoti si sono introdotti nel magazzino all’interno del quale la cooperativa custodiva strumenti agricoli e altre dotazioni sottraendo automezzi, trattori e attrezzatura agricola per un valore di centinaia di migliaia di euro. Un danno che rappresenta una vera e propria decapitazione del patrimonio della cooperativa sociale, costruito con anni di lavoro e profondi sacrifici.
Il fatto avviene proprio all’indomani della ripresa dei lavori da parte di Alba anche su altri terreni confiscati, quelli di Rosarno, sui quali Macramè sta realizzando un progetto di integrazione socio lavorativa di migranti attraverso la creazione di un parco delle biodiversità, grazie anche al sostegno di Fondazione Con il Sud. L’impegno di Alba si realizza dunque su più fronti e su diversi terreni ricadenti nella Piana di Gioia Tauro, operando sempre nel rispetto delle norme e dei valori che regolano la cooperazione sociale.
Anche per tali motivi il gesto vigliacco assume ancor più gravità ed è da leggere nel più generale e complesso quadro del territorio calabrese dove le forze criminali mantengono un atteggiamento di vera sfida ai tentativi di ripristino della legalità. Il Consorzio Macramè manifesta profonda preoccupazione per il fatto subìto ed esprime massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori di Alba, pur sapendo che quando accaduto non determinerà alcun passo indietro da parte della cooperativa rispetto agli obiettivi di giustizia e sviluppo per la propria terra.
La solidarietà di “Libera” di Don Pino De Masi. A sostegno della cooperativa polistenese arriva la solidarietà del referente di “Libera” per la Piana, Don Pino De Masi. «Ancora un attentato contro una realtà cooperativa che attraverso il riutilizzo dei terreni sequestrati – scrive don De Masi – e confiscati alla ndrangheta cerca di offrire opportunità di lavoro attraverso percorsi di legalità e di riscatto sociale. Un impegno che dà fastidio a quei clan che sono abituati da decenni a condizionare la vita di territori come quello di Rosarno e che non sopportano la crescita e lo sviluppo di realtà economiche libere ed indipendenti».
«L’associazione Libera – continua il sacerdote – esprime solidarietà e vicinanza al Consorzio Macramè ed ai soci lavoratori della coop Alba che hanno subito ingenti danni dal furto subito, li invita a non desistere in questo cammino avviato che trova certamente consenso ed apprezzamento nella parte sana della società calabrese. Chiede alla Magistratura ed alle forze dell’ordine di aumentare il livello di protezione di queste esperienze preziose per una Calabria che vuole cambiare. Alla Regione ed alle istituzioni tutte di trovare tutte le modalità previste per non fare mancare la loro presenza concreta di sostegno e vicinanza».