Polistena, la parrocchia risponde con le opere Tra le molte iniziative pensate dalla parrocchia guidata da don Pino Demasi per la giornata mondiale dei poveri voluta da Papa Francesco spicca una colletta solidale finalizzata all'offerta di una borsa lavoro destinata ad un giovane disoccupato della città
di Giuseppe Campisi
Polistena – Impegno e concretezza per la la Giornata mondiale dei poveri voluta da Papa Francesco e celebrata in ogni diocesi la terza domenica di novembre. Con il messaggio “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” il pontefice ha inteso smuovere le coscienze e le sensibilità dei cristiani contro «la cultura dell’indifferenza, della insensibilità, dell’intolleranza» ha chiarito don Pino Demasi rettore del Duomo cittadino aggiungendo poi che «oltre il verbo gridare il Papa ci affida altri due verbi: il verbo rispondere a questo urlo a questo grido dei poveri e liberare, perché il povero non può essere sempre in una condizione di sudditanza, non deve dipendere dalle nostre scelte». La parrocchia di Santa Marina si è dunque adoperata con una serie di iniziative atte a dare forma e sostanza alle richieste del Papa attraverso incontri di riflessione e spiegazione del suo messaggio, di festa per la condivisione con i volontari del Servizio Civile ed i bambini del Centro Marafioti e con una lectio divina destinata a tutta la comunità. Ma, accanto a questi importanti momenti di crescita sociale e morale, anche la tangibilità dell’aiuto con una colletta solidale a scopo sociale. «Una grande colletta in denaro sarà promossa in tutte le messe di questa domenica e continuerà con l’Avvento di fraternità – spiega ancora don Demasi – e sarà finalizzata all’attivazione di una borsa di lavoro per un giovane disoccupato appartenente ad una famiglia in soglia povertà la cui durata dipenderà dalla somma che si riuscirà a raccogliere». Il segno di una mano tesa verso tutti i giovani interessati ad usufruire della borsa (che potranno partecipare alla selezione, presentando in parrocchia lo stato di famiglia ed il modello ISEE, nda) ma anche la mobilitazione di una collettività che si rimbocca le maniche per vincere la sfida dell’indifferenza.