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TAURIANOVA (RC), SABATO 30 NOVEMBRE 2024

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Polistena, monsignor Renzo inaugura “Incontri con l’autore” Presentato il romanzo del prelato dal titolo "La Valle delle Grandi Pietre" - GUARDA L'INTERVISTA

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POLISTENA – E’ stato monsignor Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Vibo Valentia, ad inaugurare “Incontri con l’autore”, una nuova iniziativa proposta dal Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi a Polistena. Nell’occasione infatti è stato presentato l’ultimo romanzo di mons. Renzo “La Valle delle Grandi Pietre”. A fare gli onori di casa don Pino Demasi che ha salutato gli ospiti introducendo l’autore alla gremita platea venuta a sentire le parole del vescovo. Franco Mileto, dirigente scolastico dell’ITIS “Conte Milano” e presidente dell’Istituto per gli studi sociali e Pedagogici “Luigi Marafioti” ha letto dei brani significativi del romanzo del vescovo riuscendo ad aprire il dibattitto con lo stesso autore.

Presente anche il vescovo della diocesi Oppido-Palmi, Francesco Milito che ha interagito con l’autore ricordando la loro lunga conoscenza e amicizia. Monsignor Renzo, nato a Campana, nella presila cosentina, ha voluto ambientare il suo volume nella Locride, terra magnifica ma allo stesso tempo amara per quanto è avvenuto nell’ultimo quarantennio: sequestri di persona, latitanti di ’ndrangheta nascosti nei meandri della montagna. «Quando ho pensato di visitare la “Valle delle Grandi Pietre” nella Locride – ha spiegato il vescovo – non credevo di incontrare un mondo intriso di umanità e di santità con epicentro il Santuario della Madonna di Polsi».

«Questo – ha aggiunto – e il successivo tuffo nella vicenda magno-greca di Locri Epizephiri, patria della poetessa Nosside e del sommo legislatore Zaleuco, mi hanno convinto inoltre come, malgrado certi attuali fenomeni negativi per nulla rappresentativi dell’insieme, nel territorio locrese-aspromontano abbiano armonicamente convissuto nel passato bellezza paesaggistica, santità e legalità. Una triade di valori umani, civili e culturali di cui andare fieri e orgogliosi, vero sostrato della civiltà calabrese».